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Portale storico della Camera dei deputati

Presidenti

Giuseppe Biancheri

XVI Legislatura del Regno d'Italia

Tornata del 12 giugno 1886

Presidente. (stando in piedi). Onorevoli colleghi. (Segni di vivissima attenzione). Vi riveggo in quest'Aula, onorevoli miei colleghi della scorsa Legislatura, col vivo compiacimento che pruova l'amico riveggendo l'amico, col memore affetto che ognora ricambia alla benevolenza che vi degnaste attestarmi anche nell'ora recente del mio supremo dolore. Vi riveggo con orgoglio di ritrovarmi tra voi e insieme con gli uomini insigni ai quali, per la prima volta, qui porgo il saluto che, riverente, indirizzo a voi tutti, onorevoli rappresentanti della nazione. La splendida pruova della vostra fiducia ed il sommo onore che, richiamandomi a quest'altissimo ufficio, vi compiaceste impartirmi, suscitano in me la più viva, la più profonda emozione. Porterò nell'anima il dolce ricordo della lusinghiera dimostrazione di cui mi onoraste, serberò indelebile il sentimento di riconoscenza che, con perenne devozione, io vi consacro; e benedirò, sino a che avrò vita, a quel genio benefico che, me immeritevole, spoglio di ogni titolo e d'ogni pregio, fece tuttavia a voi apparir degno della vostra particolare benevolenza e della singolare distinzione che mi conferiste. Quale io fui per gli anni non brevi in cui occupai questo seggio, quale ero, non ha guari, allorché la sventura me ne allontanò innanzi tempo, tale, per quanto il consentano le meste condizioni dell'animo mio, tale mi studierò di essere, tutto consacrato ai vostri lavori, sempre intento ad ottenere la vostra approvazione, anelante di meritare la vostra fiducia. Sarò inflessibile nel proponimento di compiere il mio dovere con lealtà, rettitudine, imparzialità, sarò rispettoso d'ogni vostro diritto; ed ora come dianzi, tanto più modesto, quanto più alto è questo posto che mi avete assegnato, dal quale non ambisco attribuirmi altro privilegio, tranne questo, che veruna passione di parte possa mai giungere sino a me. (Vive approvazioni - Applausi) L'opera a cui siete invitati, compiuta da Voi con liberali intendimenti, farà manifesto come ogni salutare riforma, ogni vero progresso possano largamente ottenersi dalle libere istituzioni che felicemente ci reggono. Dalla vostra saggezza verrà vieppiù comprovato quanto giovi ogni prudente cautela a tutelare non solo i benefizi già avuti, ma le speranze ancora vagheggiate, ed a premunire da ignoti o dissimulati pericoli. Al vostro patriottismo la Nazione affida i suoi alti interessi, i suoi desideri, i suoi voti; ispirandovi alla memoria, qui sempre sacra e venerata, degli uomini che furono benemeriti dell'Italia, alle nobili tradizioni di affetto e di devozione alla Patria, sempre vive in quest'Aula, ove la Patria ha il suo culto e la sua augusta immagine ci sta perennemente dinanzi, Voi saprete degnamente rispondere alla fiducia in Voi riposta, ed avrete il vanto che la sedicesima Legislatura potrà essere additata alla riconoscenza nazionale. Onorevoli colleghi! Le gloriose fortune che per la via trionfale ci condussero in questa immortale città, ci hanno imposto un retaggio di grandi doveri nell'adempimento de' quali stanno riposte le sorti future d'Italia. Noi li adempiremo con stregua infallibile pigliando ad esempio l'Augusto ed amatissimo nostro Sovrano in cui splende ogni virtù di sublime carità e di elevato patriottismo (Benissimo! Bravo!); li adempiremo con intento sicuro mercè la concordia degli animi, la nostra indissolubile unione con la gloriosa Dinastia di Savoia, la nostra devozione incrollabile alle patrie istituzioni. E allora verrà giorno, che amo sperar non lontano, in cui ci sarà dato contemplare con ineffabile compiacenza questa nostra dilettissima Italia quale oggi ci appare nella visione dell'avvenire grande, florida, prospera, felice, rispettata, ricercata ed amata, come vorremmo vederla sin d'ora. Che se a me questa gioia ineffabile, a me giunto ormai presso che al termine del cammino, non fosse per essere consentita, mi sia lecito ch'io affidi la mia speranza a Voi giovani della nuova generazione che sorge; mi sia concesso che io serbi la mia fede pura, immutabile nei grandi destini d'Italia; mi sia concesso che inaugurando i vostri lavori, io qui deponga i miei voti più ardenti, i miei auguri più caldi per la felicità del Re e della patria. (Vivissimi e prolungati applausi da tutte le parti della Camera). Invito tutti gli onorevoli componenti l'ufficio di Presidenza a venire al banco della Presidenza. (I componenti l'ufficio prendono il loro posto sul banco della Presidenza).