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Portale storico della Camera dei deputati

Presidenti

Francesco Crispi

XIII Legislatura del Regno d'Italia

Tornata del 23 novembre 1876

Presidente. Onorevoli colleghi, elevato da voi a questo altissimo posto, io ve ne ringrazio, non per me che nulla poteva essermi dovuto, ma perché avete voluto onorare la costanza e la fede in quelle idee che oggi sono divenute il programma del real Governo. Voi avete dato una tacita, ma significante adesione a quei principii di libertà e di giustizia che abbiamo sempre sostenuto, ed agli intedimenti miei per le riforme politiche ed amministrative da tanto tempo desiderate ed ora più che mai volute dalla pubblica opinione. Questo mutuo sostegno, questa reciproca corrente di pensieri mi rinfranca negl'intenti, segnandomi la meta a cui devono giungere le nostre volontà riunite. Ed or permettete che io faccia a voi una mia dichiarazione e che vi indichi i miei doveri. Se un dì l'amore travagliato, ma indomito per la libertà e l'unità della patria mi ha spinto con passione alle supreme e audaci imprese per conquistare un tanto bene - se la mente convinta e l'animo ardente nelle lotte politiche mi concitarono spesso la parola, che irrompeva senza altro ritegno in fuori di quello della illimitata fiducia in tutto ciò che io reputava vero e giusto - se il mio stesso temperamento meridionale e subitaneo sovente mi lanciava in una via piena di pericoli - sappiate, onorevoli colleghi, che questo complesso di elementi costitutivi della mia persona io li conosco, e qui, su questo Seggio, io metterò tutte le mie forze per governarli. (Applausi) Come nel seno dell'Etna ribolle spesso e si rattiene l'ignea materia antica, mentre sulla sua vetta sta tranquilla e perpetua la neve, così accanto all'ardore dell'animo, alla eccitabilità della fibra ho posto il dominio sicuro di una ferma volontà, e questa adoprerò tutta per mantenere la più stretta imparzialità (Benissimo! a sinistra) nel presiedere e regolare le vostre discussioni. Con tale proponimento dimenticherò il posto da cui venni (Bene!), ricorderò quello in cui sono. Essendo alla Presidenza di questa Camera, rammenterò sempre che ebbi da voi un sacro deposito, la libertà della tribuna, ed integro lo trasmetterò al mio successore. A destra, a sinistra, al centro e sui seggi ministeriali io non distinguo partiti, io non riconosco che uomini devoti al bene della patria comune. (Vivi segni di approvazione) Nello agitarsi e contrapporsi dei vari pensieri e propositi in questa Camera, io ravviserò il fecondo affaticarsi del maggior senno italiano; e dalla copia e dal cozzo delle idee, io vedrò con soddisfazione scattare la scintilla animatrice delle grandi riforme. (Benissimo!) Se io potessi parteggiare, spegnerei, spergiuro e quasi parricida, quella sacra favilla, e voi concedetemi, cari onorevoli colleghi, che io mi senta convinto, che voi non supporrete che io possa menomamente mancare al debito mio. (Bene!) Sono da voi abbastanza conosciuto, perché sappiate quanto ami la patria ed il suo progresso, e vi assicuro che mi adoprerò con tutte le mie forze, onde darvene nuove testimonianze. (Segni di approvazione) Voi avete, in questa libera e sincera espansione dell'animo mio, la parola che vi do e che terrò fedelmente, di essere imparziale. Concedetemi ora la vostra, ed è che sarete con me benevoli ed indulgenti. Dipende anche da voi, che a me si renda facile l'esercizio del mandato che mi venne conferito. Con questi intendimenti io mi metto in possesso delle mie funzioni. (Applausi prolungati da tutte le parti della Camera) Presidente. Onorevoli colleghi, elevato da voi a questo altissimo posto, io ve ne ringrazio, non per me che nulla poteva essermi dovuto, ma perché avete voluto onorare la costanza e la fede in quelle idee che oggi sono divenute il programma del real Governo. Voi avete dato una tacita, ma significante adesione a quei principii di libertà e di giustizia che abbiamo sempre sostenuto, ed agli intedimenti miei per le riforme politiche ed amministrative da tanto tempo desiderate ed ora più che mai volute dalla pubblica opinione. Questo mutuo sostegno, questa reciproca corrente di pensieri mi rinfranca negl'intenti, segnandomi la meta a cui devono giungere le nostre volontà riunite. Ed or permettete che io faccia a voi una mia dichiarazione e che vi indichi i miei doveri. Se un dì l'amore travagliato, ma indomito per la libertà e l'unità della patria mi ha spinto con passione alle supreme e audaci imprese per conquistare un tanto bene - se la mente convinta e l'animo ardente nelle lotte politiche mi concitarono spesso la parola, che irrompeva senza altro ritegno in fuori di quello della illimitata fiducia in tutto ciò che io reputava vero e giusto - se il mio stesso temperamento meridionale e subitaneo sovente mi lan-