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Portale storico della Camera dei deputati

Presidenti

Vincenzo Gioberti

Nasce a Torino il 5 aprile 1801
Deceduto a Parigi (Francia) il 26 ottobre 1852
Ecclesiastico

I Legislatura del Regno di Sardegna

Tornata del 24 luglio 1848

Eletto Presidente della Camera per acclamazione nella seduta del 16 maggio 1848, Vincenzo Gioberti non assume immediatamente la carica. Rientrato trionfalmente in Italia dopo un lungo esilio nel 1848, l'abate piemontese, allora all'apice della sua fortuna politica, si era infatti impegnato in un viaggio nelle capitali degli Stati italiani per sensibilizzare i Governi ad un'unificazione dell'Italia su base federale. Deciso a sfruttare al massimo la popolarità che gli derivava dalla sua riflessione filosofica e politica, Gioberti, in un primo momento, declina la nomina, ma poi, rientrato a Torino, assume la Presidenza nella seduta del 24 luglio. Nel suo breve discorso di insediamento, fornisce alla Camera un breve resoconto della sua attività, insistendo in particolare sugli sforzi dispiegati in Toscana per fugare l'ostilità di una parte dell'opinione pubblica verso la costituenda Lega degli Stati italiani. Dichiarandosi fiducioso negli esiti del processo unitario, Gioberti sottolinea il valore dell'adesione della Lombardia e del Veneto (insorti contro l'Austria) alla monarchia sabauda. La Presidenza di Gioberti si rivelerà estremamente breve. Dopo soli cinque giorni è infatti nominato Ministro nel Governo di Gabrio Casati (27 luglio- 15 agosto 1848) e lascia la carica.

I Legislatura del Regno di Sardegna

Tornata del 20 ottobre 1848

Rieletto alla Camera nella tornata suppletiva del 30 settembre 1848, Gioberti, già ministro del breve Governo di Gabrio Casati, è nuovamente chiamato alla Presidenza dell'Assemblea il 20 ottobre, in una fase politicamente delicata. Dopo la sconfitta di Custoza e l'armistizio Salasco (agosto 1848), l'opinione pubblica subalpina era infatti divisa sulla decisione di riprendere la guerra contro l'Austria, patrocinata dalle forze democratiche e della sinistra liberale, ma vista con diffidenza dal Governo di Cesare Alfieri di Sostegno. Deciso assertore della ripresa della guerra, Gioberti diviene in questa fase uno degli esponenti di maggiore spicco dell'opposizione. Il 18 ottobre la sua elezione alla Presidenza della Camera, con 91 voti su 116 presenti, assume pertanto il valore di una vittoria delle forze favorevoli alla ripresa del processo unitario. Nel discorso di insediamento, Gioberti rivendica la coerenza delle sue posizioni politiche e della sua azione ministeriale ma, nel contempo, auspica una rinnovata concordia tra le parti politiche. Solo la concordia, afferma Gioberti, può dare al Parlamento «l'energia richiesta per salvare le cose nostre a dispetto della fortuna». Il discorso si chiude con un accenno di speranza per le sorti dell'Italia e con l'auspicio di una ripresa del processo unitario e della futura costituzione di un Regno dell'Alta Italia sotto la guida dei Savoia. Anche la seconda Presidenza di Gioberti sarà breve e si chiuderà con la nomina a Presidente del Consiglio alla metà di dicembre del 1848.