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Portale storico della Camera dei deputati

Presidenti

Nilde Iotti

X Legislatura della Repubblica italiana

Seduta del 2 luglio 1987

Presidente. (Pronunzia, stando in piedi, il seguente discorso). Onorevoli colleghi, desidero rivolgere a tutti voi un ringraziamento commosso per la fiducia che avete voluto dimostrarmi eleggendomi, con voto così largo, a Presidente di questa Assemblea. Sento l'emozione, la solennità di questo momento, anche proprio per l'esperienza che ho compiuto in questi anni, per la consapevolezza del compito alto e difficile cui mi avete chiamata, del lavoro complesso e delicato che esso comporta.
Assolverò a questo mandato, che sento interamente nuovo, nuovo perché il voto popolare ne ha rinnovato la fonte, nel pieno e più intransigente rispetto della Costituzione e del regolamento, confidando soprattutto nel concorso e nella collaborazione da parte di tutti voi.
È con questo spirito che rivolgo a nome dell'intera Assemblea un saluto deferente al Presidente della Repubblica Francesco Cossiga (Vivi applausi) che con grande attenzione e fervore svolge il suo ruolo di custode della Costituzione.
Onorevoli colleghi, la nostra società, di cui questa Assemblea è diretta espressione, è caratterizzata da una straordinaria vitalità politica, sociale, economica e culturale; una società che sta conoscendo trasformazioni profonde, processi di segno complesso e diverso, talora difficili da giudicare, in cui si intrecciano fenomeni antichi e nuovi, segnali di indubbio progresso e vicende che fanno nascere in noi interrogativi sulla qualità del futuro che stiamo costruendo. Trasformazioni che soprattutto incidono sul rapporto tra cittadino e politica, sul modo stesso di essere della politica, sulla sua capacità di dare risposte di indirizzi generali. Sono profondamente convinta che la frontiera attuale delle democrazie moderne stia nella capacità di comprendere e di guidare questi processi di trasformazione, di indirizzarli in senso progressivo per la qualità della vita di tutti i cittadini, contrastando con una forte progettualità le forze ed i fattori che tendono a moltiplicare divisioni e frammentazioni sociali, emarginazione e solitudine. Nessuna democrazia può permettere che questi processi siano governati dalla spontaneità, dallo scontro senza regole e senza responsabilità. Signori, al Parlamento, sede primaria del potere democratico, espressione diretta della sovranità popolare, devono dunque fare capo il dovere e la responsabilità di guidare lo sviluppo del paese.
In questo senso, il suo ruolo deve essere difeso e sviluppato, deve essere accresciuta la capacità del Parlamento di dare risposte efficaci e tempestive ai problemi di oggi e costruire progetti e prospettive per il futuro.
Perché questo accada, per superare le inquietudini che circondano l'istituto parlamentare, bisogna avere il coraggio di intraprendere la strada delle riforme istituzionali e regolamentari, superando il ritardo grave che, nonostante le intenzioni, abbiamo registrato nella passata legislatura.
Il paese attende molto da noi. Non voglio fare l'elencazione minuziosa dei problemi che toccano da vicino i cittadini. Ma non possiamo certo ignorare che vi è una condizione dei servizi pubblici essenziali, dalla scuola alla sanità, alle pensioni, alla casa, incompatibile con i livelli di crescita e con i bisogni del paese e tale da mettere in forse diritti elementari dei cittadini e doveri fondamentali di uno Stato democratico. Né possiamo dimenticare diseguaglianze ed ingiustizie gravi, dalla disoccupazione (in particolare dei giovani), al Mezzogiorno, e carenze e minacce che toccano beni fondamentali come l'ambiente e la qualità della vita nei grandi centri urbani. Dalle scelte che il Parlamento farà, dalle priorità che fisserà, dai temi che deciderà di affrontare, dipenderà la sua capacità di rispondere ai bisogni, ai valori, ai sentimenti reali del nostro popolo. La vitalità di un organismo si misura anche dalla sua capacità di riformare e di riformarsi.
Onorevoli colleghi, si sono aperte nei rapporti internazionali prospettive nuove, direi di portata storica. Sulle fondamentali questioni della pace e del disarmo le due grandi potenze stanno ricercando - confidiamo con sincerità di intenti - un terreno nuovo di dialogo e di trattativa, per ridurre ed eliminare questi terribili arsenali di morte dal territorio europeo e speriamo, in futuro, dai territori di tutto il mondo. Qui c'è un compito di grande rilievo del Parlamento e del Governo italiano, perché sia soggetto sempre più attivo di stimolo e di iniziativa politica sulla scena internazionale ed europea.
Onorevoli colleghi, all'inizio del comune lavoro desidero inviare il mio saluto ed augurio più cordiale al Presidente del Senato, al Presidente del Consiglio, al Presidente della Corte costituzionale, alla magistratura, alle forze armate, ai corpi di polizia, alle amministrazioni dello Stato. Un saluto particolare rivolgo infine a tutti coloro che lavorano nel campo dell'informazione, ai quali, proprio per lo sviluppo della società e della tecnologia, spettano oggi poteri nuovi e responsabilità maggiori. Proprio per questo chiediamo una maggiore attenzione al lavoro concreto del Parlamento, alle regole e alle forme delle sue decisioni, ai contenuti delle sue scelte. Chiediamo, insomma, un maggior impegno alla informazione effettiva dell'opinione pubblica. Qui voglio tornare, con rammarico, a sottolineare che la nostra richiesta - vecchia ormai di otto anni -, rivolta alla RAI, di istituire un canale, almeno radiofonico, per la trasmissione dei dibattiti parlamentari, non riesce ad avere risposta concreta (Applausi), nonostante sia cresciuto l'interesse dell'opinione pubblica. Di ciò può essere testimonianza anche il fatto che oggi ospitiamo per la prima volta in quest'aula alcune emittenti private.
Onorevoli colleghi, nel concludere queste mie parole voglio esprimere l'impegno mio personale, con l'aiuto degli organi collegiali che saranno presto eletti, a potenziare e sviluppare tutte le strutture ed i servizi che possano garantire agli organi parlamentari e ai singoli deputati strumenti e condizioni di lavoro più efficienti e moderni, adeguati ai compiti che essi debbono assolvere, alle esigenze, anche nuove, che essi esprimono.
È questo un terreno non secondario, anzi di grande significato politico, per dare concreta effettività ai poteri del Parlamento.
In questo lavoro di riforma, così come nel nostro lavoro quotidiano, potremo contare sull'appoggio e sulla collaborazione di grande professionalità del Segretario generale (Applausi), di tutti i funzionari, di tutti i dipendenti, ai quali rivolgo, anche a nome di tutti voi, un caloroso saluto (Applausi).
Ci aspetta, onorevoli colleghi, un lavoro intenso ed impegnativo. Mi auguro che potrà mantenersi forte, pur nel confronto politico più o meno acceso, la collaborazione e cooperazione sul piano di un comune interesse di tutte le parti al funzionamento migliore dell'istituto parlamentare.
Un saluto ed un augurio vorrei rivolgere ai rappresentanti delle liste che per la prima volta entrano in Parlamento, ai tanti deputati neoeletti; e consentitemi di esprimere un saluto particolare alle deputate (Vivi applausi), la cui maggiore presenza considero come segno importante di crescita civile e politica delle donne e, in generale, di tutta la società.
A voi, onorevoli colleghi di tutte le parti, buon lavoro (Vivi, prolungati applausi).