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Portale storico della Camera dei deputati

Presidenti

Giovanni Lanza

X Legislatura del Regno d'Italia

Tornata del 23 novembre 1869

Presidente. (Movimento di attenzione) Onorevoli colleghi! - All'annunzio della solenne vostra deliberazione che mi richiamava a questo Seggio, dal quale discesi 15 mesi or sono per oppugnare un disegno di legge che credeva nocivo alla finanza ed al credito dello Stato (Bravo! Bene! a sinistra), il primo sentimento che sorse in me fu quello della riconoscenza, sì per il significato politico del voto (Bene! a sinistra), sì per la fiducia di cui questa Rappresentanza nazionale volle credermi degno; il quale sentimento peraltro non tardò ad essere conturbato dalla tema di trovarmi impari al grave assunto. Se difficil cosa fu sempre il dirigere con senno i lavori di un'Assemblea legislativa, lo diviene tantò più oggidì nelle condizioni poco liete in cui versano i partiti, ed in faccia al pericolo di lotte appassionate ed ardenti che le mie forze siano insufficienti o a prevenire o a moderare. Se non che prendo conforto dalla grata ricordanza della saviezza e della operosità da questa stessa Assemblea nel primo periodo dell'ultima Sessione, e della benevola condiscendenza colla qual essa volle rendere meno arduo il còmpito del suo presidente. Perciò io faccio secura fidanza nelle patriottiche virtù, delle quali voi avete già dato splendida prova. Sì, voi tutti rappresentanti d'Italia, che ponete in cima di ogni vostro pensiero il bene di questa diletta nostra terra, non esiterete fare ad essa il sacrifizio di ogni personale risentimento, fosse pur giusto, per non prendere altro di mira che il puro interesse e l'onore della nobile nazione che rappresentate. (Bravo! Benissimo!) Dissi pensatamente l'interesse e l'onore, giacché se unanimi noi non indirizziamo tutte le nostre cure e tutti i nostri conati al ristauro della finanza, una grande sciagura, la maggiore delle sciagure, si rovescierà sul paese, quella di mancare ai propri impegni. (Bene! Bravo!) Le tristi conseguenze economiche, politiche e morali di tale mancanza sarebbero incalcolabili, sì per la pubblica che per la privata fortuna. Quindi è che noi dobbiamo porci coraggiosamente all'opera per scongiurare questo grave ed imminente pericolo, e il potremo, sì, se procederemo concordi, viribus unitis. Guai, se con discussioni e recriminazioni intempestive si esacerbassero vieppiù gli animi, e si sciupasse un tempo preziosissimo, l'ultim'ora forse che ci sia ancora concessa per stornare dal nostro paese un disastro ed una vergogna! (Bravo! Bene!) D'altronde a che mai potrebbe giovare il ricercare o discutere ora su di chi debba cadere la colpa delle miserande condizioni in cui versiamo? Quando il pericolo sovrasta si deve anzitutto ricercare ed applicare i mezzi più acconci ad allontanarlo. (Benissimo!) Allo scoppio di un grande incendio, o quando un edificio minaccia rovina, dissennato si direbbe colui che corresse in traccia della cagione o del colpevole, a vece di accorrere frettoloso al riparo. (Bene! Bravo!) Signori: la Provvidenza protesse fin qui l'Italia, la quale giunse a conseguire, in mezzo ad immense difficoltà, la sua piena indipendenza e la sua unità quasi intiera. Avvenimenti recenti, che rallegrarono il cuore della nazione, mostrano che essa è sempre protetta dalla sua buona stella. (Bene!) Il grave pericolo da cui uscì salvo l'amato nostro Re, ed il fausto avvenimento della nascita di un principe della gloriosa sua stirpe, sono auspizi lieti per le sorti italiane. (Bravo! Benissimo!) L'Italia, grata al primo campione della sua indipendenza ed unità, li salutò con schietta esultanza e ravvivato affetto. Noi, rappresentanti di questo popolo generoso, ci associammo in privato e ci associamo ora solennemente a quella gioia. Ma un grande assunto ci rimane ancora per rendere compiuti i voti ardenti del popolo italiano: l'assetto della finanza e delle pubbliche amministrazioni, mettendo in disparte le questioni che più ci dividono. Procediamo concordi a questa grande opera, e con essa avremo rassicurata la fortuna privata e pubblica, consolidato il credito dello Stato e le istituzioni stesse parlamentari. Si è con questa fiducia che io assumo l'onorevole quanto arduo ufficio di presiedere ai vostri lavori. (Vivi applausi alla sinistra ed al centro)