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Portale storico della Camera dei deputati

Presidenti

Giuseppe Marcora

XXIII Legislatura del Regno d'Italia

Tornata del 26 marzo 1909

Presidente. (Stando in piedi – I ministri e i deputati sorgono in piedi – Segni di vivissima attenzione). Onorevoli colleghi! La prima parola uscita ieri l'altro dal labbro del Re fu per esprimere la speranza che la nuova Legislatura facesse proprio, qual sacro retaggio, l'impegno che, con unanime voto, Camera e Senato, concordi col Governo, chiudendo la precedente, assumevano, di restituire alla vita le due nobilissime città, che il recente immane disastro tellurico di Sicilia e di Calabria tolse alla Patria nostra. (Vive approvazioni ed applausi).
Interprete sicuro dei vostri sentimenti, vi chiedo, risalendo a questo altissimo seggio, di affermare subito in nome vostro che quell'impegno è dalla nuova Camera incondizionatamente accettato. (Applausi prolungati).
Per il largo consenso di benevolenza e di fiducia, del quale mi avete onorato, vi porgo, coll'animo profondamente commosso, i più vivi affettuosi ringraziamenti.Presidente. (Stando in piedi - I ministri e i deputati sorgono in piedi - Segni di vivissima attenzione). Onorevoli colleghi! La prima parola uscita ieri l'altro dal labbro del Re fu per esprimere la speranza che la nuova Legislatura facesse proprio, qual sacro retaggio, l'impegno che, con unanime voto, Camera e Senato, concordi col Governo, chiudendo la precedente, assumevano, di restituire alla vita le due nobilissime città, che il recente immane disastro tellurico di Sicilia e di Calabria tolse alla Patria nostra. (Vive approvazioni ed applausi).
Interprete sicuro dei vostri sentimenti, vi chiedo, risalendo a questo altissimo seggio, di affermare subito in nome vostro che quell'impegno è dalla nuova Camera incondizionatamente accettato. (Applausi prolungati).
Per il largo consenso di benevolenza e di fiducia, del quale mi avete onorato, vi porgo, coll'animo profondamente commosso, i più vivi affettuosi ringraziamenti.
Esso è poi, nella rettitudine mia, l'indice più sicuro e preciso dei gravi doveri derivantimi dall'Ufficio conferitomi di moderatore dei vostri dibattiti.
Custodire in silenzio, nel sacrario della coscienza, o serbandovi fede, i personali convincimenti; tenermi al di fuori e al di sopra di ogni competizione di parte; dedicare la maggiore assiduità e attenzione alle vostre discussioni, e il più diligente studio agli argomenti, che ne saranno l'oggetto; osservare con cura costante, e come sempre feci in passato, la più assoluta imparzialità verso tutti e la più rigida tutela dei diritti della maggioranza e delle minoranze, che costituiscono la garanzia della libertà della tribuna parlamentare e hanno sanzione nelle norme, che la Camera ha dato a sé stessa; ecco, onorevoli colleghi, la via, che mi è chiaramente tracciata dal vostro voto, e che intendo seguire per serbarmene ognora degno. (Benissimo!) Soltanto di tal guisa operando, so anche che all'azione mia non potrà mancare in ogni occasione il concorso del vostro appoggio, senza del quale ogni mia buona intenzione sarebbe frustrata.
Onorevoli colleghi! Il compito assegnato alla Legislatura, che oggi s'inizia, anche per le necessità che sempre più incalzano, è importante e delicato, e richiede da parte di noi tutti la maggiore concordia di pensiero e di azione.
Il paese ha, nei recenti comizi, con manifesti segni chiarito la volontà, che, pur nei limiti di tempo assegnatile dalla legge statutaria, la nuova Assemblea rivolga le sue cure a completare il riordinamento dei pubblici servizi, a riformare i Codici secondo le mutate condizioni civili, a diffondere e rinvigorire le disposizioni educative, fugando dovunque l'obbrobrioso analfabetismo, ad armonizzare con razionali provvementi le esigenze del lavoro e quelle del capitale, a rendere più equa in ogni regione la distribuzione dei benefizi e degli oneri, a fortificare l'economia nazionale sviluppando e difendendo le fonti naturali di ricchezza delle quali il paese ha dovizia; il tutto presidiato dal più assoluto rispetto della libertà, limitata soltanto dall'indispensabile vigorosa tutela dei diritti dei singoli e della collettività contro ogni sopraffazione e indebita invasione, e infine, e sovrattutto, a procurare sollecitamente e con ogni mezzo occorrente all'Italia nostra, - e come già liberamente fecero per sé alleati ed amici - l'organizzazione completa e sicura della sua difesa (Vivissimi e prolungati applausi), dalla quale soltanto le possono essere garantiti il rispetto nel consorzio delle Nazioni, e la libertà di vivere senza timori nei propri confini (Ripetuti, vivissimi e prolungati applausi).
Ma al disopra di tali problemi determinati, penso e credo fermamente che spetti pure oggi a Voi un'azione, che non ha limiti di tempo, e per il suo carattere morale e civile, può legare la nuova Camera alle successive.
La religione del dovere, il culto delle più alte idealità, lo spirito di sacrificio, il sentimento della responsabilità, dell'onore e della disciplina, furono le forze morali, che, prima ancora e più delle materiali, resero possibile ai nostri martiri, apostoli e combattenti di ricomporre l'Italia a Nazione, e dalle quali soltanto, ne sono profondamente convinto, dipendono le sue fortune in avvenire. (Vive approvazioni).
Or coll'animo ancor pieno di una fede che il volgere degli anni non intiepidì, ma rese sempre più fervida, mi sorride la speranza, anzi la certezza, che quella religione, quel culto, quello spirito, e quel sentimento diventino norma e pratica costante delle giovani generazioni, delle quali sono qui numerosi e valorosi rappresentanti nei nuovi eletti, apostolato nella stampa che ci precorre e segue nei dibattiti, bandiera nelle scuole e nelle adunanze del nostro popolo. (Vivissime approvazioni).
Così, onorevoli colleghi, saranno anche appagati i voti ardenti, che fin dal suo primo discorso alla Nazione faceva, e ieri l'altro con commossa parola ripeteva, Re Vittorio Emanuele III.
E a Lui e all'impareggiabile Augusta Sua Consorte, entrambi così degni per le tante virtù dell'amore della Nazione (Vivissime entusiastiche e prolungate acclamazioni. - Grida ripetute di: Viva il Re! Viva la Regina!), vada, lieto auspicio dell'inizio dei nostri lavori, il vostro e mio reverente saluto.
(Vivissimi e prolungati applausi).