Vai al sito parlamento.it Vai al sito camera.it

Portale storico della Camera dei deputati

Presidenti

Giuseppe Marcora

XXIV Legislatura del Regno d'Italia

Tornata del 29 novembre 1913

Presidente. (Alzandosi in piedi - Segni di vivissima attenzione).
Onorevoli colleghi, Chiamato dal vostro voto, per la quarta volta, a questo altissimo seggio, rivolgo a voi tutti, antichi amici e nuovi, con eguale affetto, il mio cordiale saluto. Né credo di potervi meglio attestare la profonda mia gratitudine per tanta vostra prova di fiducia, che con la solenne promessa di dedicare da questo momento tutto quanto di vigoria fisica e intellettuale la vita e la salute mi concedano, all'adempimento del difficile e delicatissimo mandato affidatomi.
(Bene! Bravo!) Mio imprescindibile dovere sarà di osservare in modo assoluto la più scrupolosa obbiettività e imparzialità, facendo tacere, custodito nell'intimo della mia coscienza, ogni personale convincimento; nessun limite ponendo al libero dibattito delle opinioni diverse, all'infuori di quello, che a ciascuno è segnato dal rispetto ai colleghi e a sé stesso (Benissimo! Bravo!), e a tutti dalle norme regolamentari, che, a tutela dei diritti della maggioranza e delle minoranze (Benissimo!) e del prestigio della tribuna parlamentare, la Camera stessa si è date (Bravo! Benissimo!); e agevolando, con quotidiana sollecitudine e con studio indefesso, lo svolgimento degli argomenti portati alla vostra discussione; il tutto con la ferma speranza di avere ognora l'ausilio della vostra benevolenza, che di qualche inevitabile involontaria manchevolezza non mi farà colpevole. (Vivissime approvazioni).
Di fronte però alle maggiori responsabilità che oggi accompagnano le funzioni di chi dirige l'Assemblea elettiva nazionale, ho, lo confesso, esitato ad accogliere il vostro invito; e avrei preferito che altri, più alacre di intelletto e meno carico d'anni, fosse da voi prescelto a questo posto, se un alto pensiero non fosse venuto a sgomberare dall'animo mio ogni dubbio, a dominare il mio spirito, ad accendermi di nuova, ardente, patriottica fiamma. (Applausi).
Ed è il pensiero che voi, eletti testè con quasi universale suffragio, abbiate voluto, sia pure nel modesto mio nome, affermare la colleganza della presente alle precedenti legislature riconoscere, nel modo più tangibile, che non ha sofferto né soffre soluzioni di continuità l'opera del Parlamento nostro intesa, nel suo corso storico, a rendere effettiva e completa, in leggi e ordinamenti, quella degli artefici del nostro risorgimento nazionale (Vivi applausi); a compiere, cioè, la missione che lo stesso fondatore della monarchia rappresentativa segnava agli eletti della nazione, nel suo discorso del 1° febbraio 1849, con le parole: «dovrà essere vostra cura di svolgere le istituzioni che possediamo, mettendole in armonia col genio e coi bisogni del secolo»; (Applausi) e che i di lui successori, come ognuno può leggere nei loro discorsi, confermarono con incessanti appelli a «promuovere efficacemente il miglioramento delle condizioni fisiche e morali della classe più numerosa e meno agiata, ad estendere sempre più i benefici della civiltà » a far sì che «allo svolgimento delle istituzioni politiche corrispondano veri progressi sociali», e fino ad ammonire che i popoli «apprezzano le istituzioni stesse in ragione dei benefizi che ad essi arrechino». (Vivissime approvazioni).
Tutte le Camere che precedettero la presente, e nelle quali uomini insigni, e pure usciti dalle più umili classi, tennero il governo della pubblica cosa, obbedirono a quella missione.
Così quelle elette a suffragio ristretto, che attraverso grandi difficoltà, e limitando gli indugi a quelli soltanto richiesti dalla maturità delle deliberazioni, e quali il naturale intuito pratico del nostro popolo ha sempre riconosciuto necessari, trassero prima il piccolo Piemonte dagli straordinari terribili disagi procuratigli dalle prime sfortunate guerre dell'indipedenza italiana, e ne fecero il propulsore massimo della nostra unità; diedero poi, all'Italia una, codici, leggi e ordinamenti sempre più rispondenti al progredire dei tempi, e ne curarono il credito e la finanza: così del pari quelle che, sorte dal più largo suffragio, attuarono con perseverante ardire un vasto programma di riforme civili, economiche e sociali, scolpito, ad esempio, nella perequazione fondiaria, nelle leggi per le ferrovie; per opere pubbliche di ogni genere, per la sanità pubblica, per la previdenza, per l'emigrazione, per gli infortuni sul lavoro, e per la libertà di coalizione, sancita dallo stesso nuovo codice penale. E così, infine, l'ultima, alla quale dobbiamo, insieme con tanti sagaci provvedimenti in tutti i pubblici servizi e a vantaggio di quanti vi prestano l'opera loro, il riordinamento e il rafforzamento dei nostri mezzi di difesa, la legge preparatrice della rigenerazione intellettuale delle moltitudini nostre, quella che avocò allo Stato l'assicurazione sulla vita, il riconoscimento del diritto di voto a tutti i cittadini, e quella impresa libica... (Interruzioni dall'estrema sinistra. - Tutti i deputati degli altri settori della Camera sorgono in piedi, applaudendo entusiasticamente, al grido di: Viva l'Italia! Viva la Libia italiana! - Rumori all'estrema sinistra - Proteste vivissime e reiterate dalle altre parti) ...e quella impresa libica, che, determinata dalla necessità di non chiudere all'Italia il passo per essere, al dire del Carducci, «qualche cosa non per sé sola, ma per il mondo civile» (Benissimo! Bravo!) e approvata dal quasi unanime consenso del Parlamento e del Paese, ha dato, mercè il valore dell'esercito e dell'armata...
(Vivissimi e prolungatissimi applausi - Grida di: Viva l'esercito! Viva l'armata! - Nuovi rumori all'estrema sinistra - Proteste dalle altre parti) ...e mercè le grandi virtù del popolo nostro, coscienza alla nazione della sua forza e della sua dignità. (Vivissimi applausi).
Ora, non v'ha dubbio, è a proseguire sullo stesso cammino che ieri l'altro l'augusta e plaudita parola del Re amatissimo chiamava l'Assemblea eletta per suffragio universale. A Lui, sicuro di interpretare l'animo vostro, mando, col più reverente saluto, la promessa che i di Lui patriottici e saggi consigli saranno da noi seguiti. (Vivissimi applausi).
Vasti e complessi sono i multiformi problemi che nel discorso della Corona sono raccomandati al vostro esame e al vostro senno. E non lievi sono le visibili difficoltà che ne accompagneranno la pratica risoluzione. (Approvazioni).
Ma queste saranno senza dubbio superate, e la nuova Assemblea lascerà traccia proficua e profonda di sé a beneficio del paese, se, ricordando sempre che trae origine dalla più ampia e limpida fonte della sovranità popolare, stimerà suo dovere di ricercare ognora, nella concordia degli spiriti, la scorta più illuminata e sicura delle proprie deliberazioni; di non sommergere nella cura soverchia dei particolari, e pur sempre legittimi interessi, quello, superiore a tutti, della collettività, che tutte le classi comprende e protegge (Vivissime approvazioni); di aver sempre e in ogni cosa di mira il rispetto e la difesa dei diritti intangibili della sovranità dello Stato, (Interruzioni dall'estrema sinistra - Approvazioni vivissime e controproteste dagli altri banchi) garanzia massima per tutte le istituzioni che vivono nel territorio nazionale; di non indugiarsi soprattutto in competizioni determinate da cause di carattere transitorio o personale, e quasi sempre inconcludenti; tenendo presente che, come ammoniva in circostanze analoghe un illustre mio predecessore, Domenico Farini, «la nazione misura il tempo nostro a martello delle miserie da sanare, dei bisogni a cui sodisfare, del bene pubblico cui promettemmo di consacrarci». (Approvazioni).
Ed ho fede che ciò avverrà. (Bravo! Benissimo!) E me felice se, dopo aver assistito a tanta parte delle vicende sempre gloriose, anche nei momenti men lieti, che accompagnarono il trasformarsi di una Italia divisa e serva in nazione una, libera e rispettata, potrò vedere, mercè vostra, aggiunta un'altra pietra angolare a quelle, sulle quali già posa l'edificio incrollabile delle nostre fortune. (Vive approvazioni).
Ma ancora più felici voi, e voi giovani colleghi specialmente, se, usando ardire e prudenza insieme, potrete in tempo non lontano sentirvi orgogliosi di aver cooperato efficacemente a convertire la patria nostra in principale fattrice di civiltà, di giustizia, di pace tra le genti. (Vivissime approvazioni).
E con questo fervido augurio, e al grido di Viva l'Italia! v'invito a dare inizio ai nostri lavori. (I ministri e i deputati di quasi tutti i settori sorgono in piedi - Vivissimi, prolungati e reiterati applausi - Grida di: Viva l'Italia!)