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Portale storico della Camera dei deputati

Presidenti

Pier Dionigi Pinelli

IV Legislatura del Regno di Sardegna

Tornata del 5 marzo 1852

Presidente. Onorevoli miei colleghi! Il vostro animo gentile e generoso comprenderà facilmente quale sia l'affetto che tutto domina in questo momento il mio cuore, poiché a tutti è abbastanza noto come il debito di riconoscenza sia il primo dovere di ogni animo onesto.

 

E tale e così prepotente è questo affetto in me in questo momento che mi toglie persino di poter considerare l'altezza dell'onore in cui mi avete confermato e la gravità dell'ufficio che mi avete commesso. Io dichiaro sinceramente che tutto in ora sono compreso dall'idea della riconoscenza, perché voi mi avete tenuto in fede di uomo devoto alla patria, amatore di queste nostre istituzioni ed alieno dall'intollerante spirito di parte, in guisa che per il numero dei vostri suffragi e la distribuzione loro ho potuto accogliere la speranza di essere accetto a molti, inviso a nessuno. (Bene! Bravo! da molte parti della Camera.) Io porrò ogni cura per rendermi meno indegno del favore che mi avete accordato, e sono certo che a tal effetto vorrete essermi cortesi del vostro concorso. Non prenderò a parlarvi delle gravi ed importanti leggi che ci verranno in questa tornata proposte dal Governo, ma richiamerò soltanto l'attenzione della Camera sovra un oggetto di cui si è di già occupata nella scorsa Sessione, cioè quello di render più utili le nostre sedute per il disimpegno degli affari, facendo sì che si possa ottenere realmente un'economia di tempo. A tale proposito io penso che la Camera, ponendo mente alle disposizioni del nostro regolamento, potrà forse venir in sentimento, come altra fiata ho accennato, che richiamando la stretta osservanza del regolamento in alcune parti, e facendo uso di una sana interpretazione in alcune altre, si raggiunga il duplice scopo di aver economia di tempo e di far sì che le nostre discussioni possano riescire più ponderate. Quanto al primo oggetto, cioè al richiamo dell'osservanza del regolamento, mi permetterò di segnalarvi alcuni di quegli articoli i quali credo possano eminentemente giovare allo scopo che ho indicato. Il primo si è che la Camera sia ferma nell'osservanza di quella disposizione che non accorda la parola più di due volte sopra la stessa quistione a ciascuna oratore, salvo quando una prepotente ragione possa persuadere di discostarsi dalla medesima. Quindi io spero che vorrete dare la facoltà al presidente di interdire ogni ulteriore orazione, quando già due volte da un medesimo oratore si è discorso sopra di uno stesso soggetto, salvo, dico, nei casi eccezionali. Il secondo mezzo si è che non si ammetta più di un oratore a discorrere contro la chiusura. Questa disposizione, quantunque veramente non si contenga nel regolamento, mi pare però che necessariamente dimani dal soggetto stesso della questione, poiché chiaro apparisce come non così tosto si è esposta da un oratore la ragione per cui non debba chiudersi la discussione, riesca inutile il dilungarsi ulteriormente sopra lo stesso argomento, avendo ciascuno dati bastanti per giudicare se siasi o no discorso bastamente sopra quell'argomento. L'altro mezzo con cui avviso si possa guadagnar tempo e rendere più ponderate le deliberazioni della Camera si è che si faccia in modo che la distribuzione delle leggi che vengono in discussione sia fatta almeno 24 ore prima che la Camera proceda a discutere sulle medesime, acciocché in queste 24 ore di tempo ciascun deputato abbia agio di studiare le leggi, e preparare anche quegli emendamenti che creda utile di proporre. Allora si dovrebbero gli emendamenti proporre prima della seduta e presentare alla tavola della Presidenza: leggendosi tutti questi emendamenti in principio della discussione, parmi che ciò ponga tutti i deputati in migliori condizioni per giudicare tanto del complesso delle leggi, quanto anche delle mutazioni che siano da farvisi. Non voglio certamente escludere un emendamento che possa sorgere dalla discussione, ma per regola generale penso che sarebbe molto utile che gli emendamenti fossero presentati prima che si entrasse nella discussione delle leggi. Per risparmiar tempo credo pure che potrebbe autorizzarsi l'uso ch'è già invalso in gran parte della Camera, cioè che quando è aperta la seduta, ancorché il numero non sia completo, si possa dar passo a tutte le operazioni, direi così, preliminari della seduta stessa, cioè, lettura del verbale, lettura del carteggio, lettura del sunto delle petizioni, e si possa anche procedere nelle discussioni che possono essere all'ordine del giorno, salvo sempre a differire le deliberazioni sino al punto in cui la Camera sia in numero secondoché esige e lo Statuto e il regolamento: a questo modo io credo che tutti quelli che sono interessati alla discussione si faranno un impegno d'intervenire in principio della seduta, e si risparmierà molto tempo nella votazione delle leggi. (Segni d'adesione) Finalmente vi è un altro modo il quale sta nelle mani di noi tutti: consiste questo nella puntualità nel trovarsi nella Camera all'ora in cui dee cominciar la seduta. Pensino i nostri colleghi, e specialmente quelli che abitano in Torino, che questo è un debito assoluto che noi abbiamo verso i nostri colleghi delle provincie, e più specialmente verso quelli che vengono da luoghi più lontani, perché un'ora guadagnata in ciascuna seduta vuol dire un mese, e forse anche due guadagnati nell'intera Sessione, e perciò ridonda in gran vantaggio di coloro i quali sono obbligati a lasciare la loro dimora ed i loro affari in provincia per recarsi alla capitale a compiere al dovere di deputati. Propongo adunque queste norme per le sedute che stiamo per aprire, non allontanandosi esse per nulla da quanto è portato dai regolamenti e permesso dagli usi parlamentari; spero che la Camera le vorrà accettare, e mi autorizzerà a tenerle in osservanza per tutta la Sessione cui avrò l'onore di presiedere. (Segni generali di approvazione.)