Documenti ed Atti
XI Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02197 presentata da RUSSO SPENA GIOVANNI (RIFONDAZIONE COMUNISTA) in data 19920617
Ai Ministri di grazia e giustizia e dell'interno. - Per sapere - premesso che: il 12 maggio 1977 veniva uccisa sul ponte Garibaldi a Roma la studentessa diciannovenne Giorgiana Masi. I suoi assassini non si sono mai trovati e il suo caso giudiziario e' da anni archiviato; una pacifica manifestazione per festeggiare il terzo anniversario della vittoria dei "No" al referendum sul divorzio venne trasformata, per l'irresponsabile comportamento dell'allora Ministro dell'interno, onorevole Francesco Cossiga, che si rifiuto' di trattare con gli organizzatori, in un pomeriggio di inaudita violenza; giornalisti e fotografi minacciati, deputati malmenati, uomini in borghese con la pistola in pugno coperti dai cordoni di polizia e carabinieri, decine di contusi e feriti tra i manifestanti, infine la morte, con un colpo di pistola all'addome, della giovane studentessa romana. Questo fu il tragico bilancio di quel pomeriggio; Giorgiana Masi stava scappando insieme agli altri manifestanti verso viale Trastevere. Secondo diverse testimonianze uomini in borghese armi in pugno erano accovacciati a meta' ponte Garibaldi. Da qui parti probabilmente il colpo fatale. Alcune conferme a quanto sopra affermato vennero dalla stessa autopsia: la distanza tra il tiratore e la vittima (20 metri almeno) e la traiettoria dal basso verso l'alto, a 93 centimetri dal suolo, dimostrarono che il colpo parti' da un tiratore inginocchiato; il Ministro Cossiga, il 13 di maggio in Parlamento, smenti' che uomini in borghese armati avessero agito quel pomeriggio con la copertura degli agenti di pubblica sicurezza. "Respingo le falsita' - affermo' in aula - le illazioni e le insinuazioni che sono state fatta su un asserito uso illecito, addirittura con fini di provocazione, delle forza dell'ordine durante gli incidenti"; alcune foto pubblicate da Il Messaggero dimostrarono invece che inequivocabilmente uomini armati agirono il 12 maggio coperti dalle forze dell'ordine -: i nomi e i cognomi il grado e la qualifica degli uomini fotografati armi in pugno. Alcuni di loro non erano ne' agenti di polizia ne' carabinieri o almeno cosi' non risultavano all'allora questore di Roma, Domenico Migliorini. In particolare non era un poliziotto l'uomo vestito di scuro con gli occhiali neri, ripreso in piu' foto, pistola in pugno, davanti a quello che venne identificato come il poliziotto in borghese Santone. "Non e' della squadra mobile ne' della questura", scrisse a suo tempo il giornale Nuova Polizia; chi fossero allora questi uomini armati cha il questore non conosceva e che il Ministro dell'interno proteggeva senza esitazione. Allora si parlo' di una squadra di uomini in borghese composta di 25 membri. Lo stesso numero previsto nell'organico dei nuclei operativi di Gladio. "Stay Behind avrebbe dovuto funzionare anche rispetto ai moti di piazza" ha ammesso il generale Antonio Podda di fronte ai magistrati; se gli uomini di Gladio ebbero parte alle operazioni di repressione attuate in quella tragica giornata di primavera; se il Governo non intenda sollecitare la riapertura dell'inchiesta su Giorgiana Masi al fine d'individuare, anche alla luce delle rivelazioni sull'esistenza di Gladio, i responsabili dell'assassinio di una giovane cittadina della nostra Repubblica. (4-02197)