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Documenti ed Atti

XII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12144 presentata da TREMONTI GIULIO (MISTO) in data 19950714

Al Ministro delle finanze. - Per conoscere: quali siano le ragioni dei gravissimi ritardi che si stanno manifestando nella applicazione del cosiddetto concordato di massa; quali siano le ragioni per cui l'entita' dell'imponibile concordato, su cui sono dovuti anche i contributi previdenziali, e', nel decreto interministeriale 1 giugno 1995 (su Gazzetta Ufficiale 8 luglio 1995), stabilita nella misura del cento per cento essendo invece dalla legge prevista come "quota", cioe' come frazione dell'intero; se non ritenga che questo vasto insieme di ritardi e di esosita' "extra legem", non sia tale da causare l'insuccesso dell'operazione. (4-12144)

Con l'interrogazione presentata dalla S.V. Onorevole, riguardante il cosiddetto concordato di massa, si chiede di conoscere: a) le ragioni dei ritardi nell'applicazione di questo nuovo istituto; b) le ragioni per cui l'imponibile fiscale, ai fini del parallelo recupero contributivo, era stato stabilito in misura del 100 per cento; c) se il Ministro delle finanze non ritenga che tali ritardi ed "esosita'" non siano tali da causare l'insuccesso dell'operazione. Come e' noto, il decreto-legge 30 settembre 1994, n. 564, istitutivo del "concordato di massa", e' stato convertito, con modificazioni, dalla legge 30 novembre 1994, n. 656. L'attuazione del nuovo istituto veniva demandata poi ad apposito regolamento da emanarsi ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400. A seguito dell'insediamento dell'attuale Governo, avvenuto in data 17 gennaio 1995, si e' posto a mano con priorita' assoluta alla normativa per l'attuazione del concordato di massa, la cui formulazione in tale data non risultava ancora iniziata, essendo disponibili soltanto le elaborazioni effettuate dalla Societa' concessionaria incaricata. Inoltre, con l'approvazione della c.d. "manovra Dini" (decreto legge 23 febbraio 1995, n. 41, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 marzo 1995, n. 85) sono state apportate talune correzioni migliorative al testo originario del decreto-legge introduttivo del nuovo istituto. Provveduto alla materiale stesura del testo da parte degli uffici competenti, gia' il 25 febbraio 1995 veniva trasmesso al Consiglio di Stato lo schema di regolamento per il relativo parere. Il Supremo Organo consultivo ha emanato il parere, suggerendo correzioni al testo, in data 16 marzo 1995, pervenuto a questa Amministrazione in data 23 marzo 1995; il 5 aprile 1995 lo schema di regolamento e' stato trasmesso alla presidenza del Consiglio dei Ministri. L'adozione del regolamento e' stata deliberata dal Consiglio dei Ministri in data 6 aprile 1995. Successivamente, il regolamento di che trattasi e' stato emanato dal Presidente della Repubblica (13 aprile 1995) e l'iter successivo (visto del Guardasigilli, registrazione della Corte di conti, ecc.) ha consentito la sua pubblicazione solo in data 19 maggio 1995 (Gazzetta ufficiale n. 115). Questa Amministrazione, peraltro, ha utilizzato il tempo intermedio identificando i potenziali soggetti beneficiari dell'operazione e preavvisando i propri uffici periferici sugli adempimenti da effettuare in ordine alle esclusioni stabilite dalla legge e dalle istruzioni ministeriali emanate in proposito. Inoltre, e' stato dato inizio alla procedura della predisposizione della stampa automatizzata delle "proposte di accertamento con adesione". Il 26 giugno 1995 - dopo i necessari collaudi delle procedure automatizzate eseguiti presso due uffici pilota - questa Amministrazione era gia' in condizione di emettere, per il tramite del servizio postale, circa sei milioni di proposte alle varie categorie di contribuenti (nell'ordine: societa' di persone, persone fisiche e societa' di capitali). Da ultimo, con il decreto legge 9 agosto 1995, n. 345, convertito, con modificazioni dalla legge 18 ottobre 1995, n. 427, al fine di incentivare una maggiore percentuale di adesione allo stesso da parte dei contribuenti interessati, il Governo ha introdotto talune modifiche migliorative all'impianto originario del cosiddetto concordato di massa per anni pregressi. A tali iniziali modificazioni si sono aggiunte, in sede di esame da parte del Parlamento, quelle sollecitate da numerose forze politiche, dalle organizzazioni sindacali e di categoria. Come e' noto, le modifiche apportate sono finalizzate al duplice aspetto della sensibile riduzione dei costi dell'adesione da parte dei contribuenti interessati e dell'allargamento della platea dei soggetti ammessi al concordato. In tale sede il Parlamento ha altresi' ridotto dal 100 per cento al 60 per cento la misura in cui l'imponibile concordato ai fini fiscali rileva ai fini dei contributi previdenziali. Va rilevato, inoltre, che dal punto di vista operativo il Ministero delle finanze, oltre alle istruzioni a suo tempo fornite, ha emanato tempestivamente, in data 19 ottobre 1995, le necessarie disposizioni agli uffici dipendenti (circolare 272/E) alla luce delle modificazioni apportate con la nuova normativa. Sulla base di tali considerazioni si ritiene di poter concludere che il Governo e, in particolare, l'Amministrazione finanziaria hanno operato con il massimo impegno sia per portare a conclusione le procedure necessarie, sia per realizzare, sul piano sostanziale gli obiettivi economici che il precedente Governo aveva fissato con la legge finanziaria per il 1995. Il Ministro delle finanze: Fantozzi.



 
Cronologia
giovedì 13 luglio
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Il Presidente del Consiglio Dini invia una nota al Presidente francese Chirac contro la decisione della Francia di riprendere i test nucleari nell'atollo di Mururoa.

venerdì 14 luglio
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva con due distinte votazioni, gli emendamenti 12.91 e 23.9 del Governo al disegno di legge A.C. 2549 recante riforma del sistema pensionistico, su cui il Governo ha posto la questione di fiducia.

venerdì 21 luglio
  • Politica, cultura e società
    I popolari di Rocco Buttiglione, ribadiscono la scelta di allearsi al centrodestra e danno vita a una nuova formazione: i Cristiano Democratici Uniti (CDU).