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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XIII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00941 presentata da CASINI PIER FERDINANDO (CCD-CDU) in data 19960618

Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che: a partire dal 31 maggio 1996 il Governo italiano ha imposto il visto sui passaporti dei cittadini jugoslavi che vogliono entrare in Italia; il porto di Bari e' l'unico scalo nazionale che ha relazioni con il Montenegro e quindi con la federazione jugoslava; tale imposizione finisce col diventare particolarmente penalizzante per Bari e la Puglia, poiche', infatti, oltre a ridurre il traffico in tale porto, riduce drasticamente gli acquisti medio piccoli che i cittadini jugoslavi vengono a fare in Puglia, oggi apprezzati nell'ordine di almeno tre milioni di marchi la settimana; nessun tipo di danno viene recato agli altri scali adriatici, che hanno collegamenti esclusivamente con i porti croati e sloveni, o alla stessa Trieste, che ha un traffico esclusivamente via terra con Slovenia e Croazia, paesi per i quali non esiste il problema del visto -: per quale ragione non si sia proceduto, specie dopo la cessazione delle ostilita' nella vicina ex Jugoslavia, alla rapida e sollecita istituzione in Bar (Jugoslavia), (come per altro gia' previsto dal decreto ministeriale del 2 agosto 1991, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 272 del 20 novembre 1991) di un consolato che faciliti l'apposizione del visto almeno ai cittadini montenegrini, i quali, diversamente, per ottenerlo dovrebbero recarsi a Belgrado con dispendio di soldi e di tempo; se non ritenga di sospendere l'entrata in vigore della citata disciplina sul visto fino all'effettiva istituzione del consolato in Bar. (4-00941)

L'obbligo del visto di ingresso per i cittadini della Repubblica Federale di Jugoslavia (Serbia-Montenegro) e' stato introdotto dalle Autorita' italiane in ottemperanza a quanto disposto dal Regolamento dell'Unione Europea n.2317/95 del 25.9.95, che determina l'elenco di tutti i paesi terzi i cui cittadini debbano essere muniti di un visto per l'attraversamento delle frontiere esterne dell'Unione Europea. Il provvedimento, pertanto, costituisce l'esecuzione di un impegno assunto dall'Italia nell'ambito dell'Unione Europea fin dallo scorso settembre e, al contempo, si inquadra in quel processo di progressiva armonizzazione del nostro Paese agli orientamenti prevalenti in seno ai paesi firmatari dell'Accordo di Schengen, che l'Italia, come noto, si accinge ad applicare. Tuttavia, tenendo presenti gli interessi dell'economia litoranea pugliese, il Ministero degli Affari Esteri, nelle more di un'apertura di un Ufficio Consolare in Montenegro, sta attuando una serie di misure volte a minimizzare gli effetti negativi che l'introduzione dell'obbligo del visto potrebbe avere sull'abituale scambio di flussi, sia turistico che per affari, tra le regioni costiere del Montenegro e l'Italia. Da un lato si e' provveduto a rafforzare l'organico dell'ufficio Visti dell'Ambasciata d'Italia a Belgrado che, al contempo, e' stato dotato di nuovi mezzi informatici atti a velocizzare la trattazione ed il rilascio dei visti richiesti; dall'altro, si sono impartite istruzioni alla predetta rappresentanza di adoperarsi per agevolare, ove le condizioni lo consentano, il rilascio ai residenti nella fascia frontaliera del paese, di visti con ampia validita' e che abilitino i titolari a piu' ingressi nel nostro Paese. Il Ministero sta provvedendo ad attivare in tempi molto ravvicinati il Consolato Generale nella citta' costiera di Bar, allo scopo di contemperare le esigenze degli operatori commerciali e turistici cella zona con il rispetto degli impegni presi con i partners europei. Parimenti si stanno esaminando con il Ministro dell'Interno altre misure transitorie che possano alleviare le condizioni di disagio dei cittadini montenegrini in relazione alla introduzione dell'obbligo del visto. Si tratta, comunque, di provvedimenti che non dovrebbero avvalorare presso partners comunitari la sensazione che il nostro Paese, dopo aver accettato di introdurre l'obbligo del visto per i cittadini della Repubblica Federale di Jugoslavia, tenti di vanificare il provvedimento con misure oltremodo facilitative. Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Fassino.



 
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  • Politica, cultura e società
    Muore a Roma Luciano Lama, leader della Cgil e del Pci.

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    Il Presidente del Consiglio Romano Prodi presenta una manovra da 16 mila miliardi, che prevede 11 mila miliardi di tagli alla spesa pubblica.