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Documenti ed Atti

XIV Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00422 presentata da MONDELLO GABRIELLA (FORZA ITALIA) in data 26/07/2001

Interrogazione a risposta scritta Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-00422 presentata da GABRIELLA MONDELLO giovedì 26 luglio 2001 nella seduta n. 024 MONDELLO. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che: sono pervenute ai Sindaci dei comuni di Borzonasca, Mezzanego e Rezzoaglio ed al Presidente della Comunità Montana Valli Aveto Graveglia Sturla a cui appartengono, preoccupanti notizie concernenti l'intenzione dell'Azienda Poste italiane di ridimensionare il servizio postale in tali comuni, riducendo l'orario di apertura degli sportelli al pubblico, diminuendo il personale ivi addetto e sopprimendo gli uffici di Cabanne e Magnasco, nel comune di Rezzoaglio e Brizzolara in quello di Borzonasca; pur nella consapevolezza della ridotta clientela che in tali comuni fruisce dei servizi resi dall'Azienda Poste italiane, anche se recentemente sono state stipulate convenzioni per la riscossione dei tributi comunali e la distribuzione delle tessere elettorali, al fine di migliorare il servizio alla cittadinanza ed incrementare il budget degli uffici postali dislocati sul territorio, si ritiene opportuno evidenziare alcuni aspetti che sottendono alla necessità del permanere almeno dell'attuate servizio postale, già oggetto di recenti riduzioni; i comuni di Borzonasca, Mezzanego e Rezzoaglio, sono posti all'interno dell'Appennino Ligure, di notevole estensione territoriale, ma con scarsa densità di popolazione, suddivisi in numerosi centri frazionali che distano molti chilometri dai rispettivi capoluoghi, hanno una popolazione residente, in tali località, ridotta con un età media molto avanzata; la difesa del territorio dell'entroterra, il mantenimento del presidio dell'uomo, con un minimo di servizi che consentano di far rimanere sulla soglia della civiltà le nostre comunità, sono elementi a favore dei quali le amministrazioni locali si adoperano con un impegno che spesso va oltre le proprie possibilità e la prospettiva della riduzione delle prestazioni rese dall'Azienda Poste italiane vanificherebbe, cagionando un ulteriore impoverimento di tali centri montani, dove spesso l'Ufficio postale è rimasto l'ultimo simbolo di uno Stato sempre più lontano e di servizi che non esistono più, in realtà dove il comune non può sopperirvi perché esso stesso al limite della sopravvivenza; se la paventata riduzione fosse attuata, saranno minate le già scarse prospettive sviluppo che la collettività nazionale dovrebbe invece favorire, perché realtà come le nostre, senza solidarietà, sono destinate ad un irreversibile spopolamento e degrado -: se sia al corrente di quanto esposto in premessa e quali provvedimenti di propria competenza intenda adottare; più in generale, nell'ambito dei propri poteri di vigilanza sul settore postale quali iniziative intenda porre in essere affinché sia assicurato un più adeguato ed efficiente servizio postale nei territori delle comunità montane. (4-00422)

Risposta scritta Atto Camera Risposta scritta pubblicata mercoledì 19 dicembre 2001 nell'allegato B della seduta n. 081 all'Interrogazione 4-00422 presentata da MONDELLO Risposta. - Al riguardo si ritiene necessario significare che, a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni, il Governo non ha il potere di sindacarne l'operato per la parte riguardante la gestione aziendale che, com'è noto, rientra nella competenza propria degli organi statutari della società. Ciò premesso, si ritiene, altresì, opportuno rammentare che il processo di liberalizzazione del servizio postale attuato in adesione alle indicazioni della direttiva 97/67/CE (recepita con decreto legislativo 22 luglio 1999, n. 261) pur se in maniera graduale e controllata ha imposto ai gestori privati ed al fornitore del servizio universale l'adozione di misure idonee al conseguimento dell'equilibrio gestionale. Del resto la nuova direttiva comunitaria, il cui testo è stato discusso il 15 ottobre 2001 a Lussemburgo, va nella direzione di una maggiore liberalizzazione e, anche se tiene conto dell'opportunità rappresentata dall'Italia e da altri Paesi, di avere attenzione alle esigenze della collettività, obbliga tutti i gestori del servizio ad interventi che permettano di conseguire una gestione economicamente sostenibile. Fanno parte del generale programma di risanamento previsto, ed in parte attuato, la riorganizzazione aziendale e il ridimensionamento della rete degli uffici postali. Al riguardo il vigente contratto di programma - stipulato fra il ministero delle comunicazioni e la società - prevede, all'articolo 5, comma 3, che la predetta società indichi una serie di uffici non in grado di garantire condizioni di operatività compatibili con il raggiungimento dell'equilibrio economico di gestione; da parte della società devono, altresì, essere rappresentate le iniziative e gli interventi adottati per il miglioramento della gestione di tali uffici, al fine di arrivare ad una progressiva riduzione delle relative perdite. Nonostante gli sforzi compiuti dalla società al fine di riorganizzare le modalità gestionali ed operative in modo da garantire il conseguimento di risultati accettabili in termini di efficienza ed economicità, per un certo numero di uffici non è stato possibile trovare soluzioni commerciali e/o organizzative capaci di ottenere risultati soddisfacenti. Come detto le innovazioni apportate a livello organizzativo e la diversificazione dell'attività societaria hanno consentito di recuperare molte realtà; esistono tuttavia alcune situazioni in cui condizioni oggettive quali una richiesta di servizi rigida e poco espandibile (per scarsa densità demografica e/o per tipo di clientela non interessata a nuovi servizi), particolari condizioni territoriali nonché la presenza di costi fissi (affitto, climatizzazione, pulizia locali, costo del personale, ed altri) non consentono, non solo per il presente ma anche in prospettiva, di ipotizzare il potenziamento dei volumi di traffico. Secondo uno studio effettuato da Poste Italiane, infatti, al di sotto della soglia di una clientela composta da circa 500 famiglie gli uffici debbono essere considerati «marginali», ovvero non in grado di coprire neppure i costi fissi (di personale e di funzionamento) fra i quali, tra l'altro, non vengono nemmeno considerati i costi riguardanti le fasi successive di lavorazione: trasporto, ripartizione nei centri di lavorazione postale, consegna, ed altre attività. Ammonta a circa 4000 il numero degli uffici che non coprono i loro costi ma, atteso il carattere «sociale» della presenza di sportelli postali in alcune realtà territoriali, prima di arrivare alla chiusura vengono poste in essere modalità operative alternative, allo scopo di contenere le spese: apertura degli uffici part-time (verticale, cioè con la riduzione delle giornate settimanali di apertura, ed orizzontale, cioè con la riduzione delle ore lavorative giornaliere), operatore polivalente o unico (con mansioni di sportelleria e recapito), sperimentazione di uffici mobili. La chiusura è quindi una misura estrema che viene effettuata solo qualora l'ufficio «marginale» sia ubicato in un comune dove esistono altri uffici, o qualora esista un altro sportello a distanza ragionevole ed in presenza di un esiguo numero di operazioni giornaliere svolte: tale tipo di intervento dovrebbe riguardare infatti solo un numero molto ridotto di uffici che presentano un consistente deficit di cassa, mentre altri uffici marginali potrebbero essere interessati dal part-time verticale-orizzontale. Poste Italiane sta anche valutando l'opportunità di sperimentare l'utilizzazione di unità mobili che possano assicurare agli utenti residenti in zone remote la fornitura di tutti i servizi. Da quanto sopra si evince che è intendimento dell'azienda assicurare il più possibile la capillarità della propria presenza sul territorio, consapevole del fatto che il mantenimento o l'eliminazione di un determinato ufficio è una circostanza non scevra di effetti economici e sociali; d'altra parte gli impegni assunti nel contratto di programma, che prevedono l'adozione di interventi volti al raggiungimento dell'equilibrio economico nonché del contenimento e della progressiva riduzione delle perdite, non possono essere disattesi. Si precisa, inoltre, che la medesima società Poste in alcuni casi ha sospeso la decisione di chiusura per valutare proposte sostitutive avanzate dalle autorità locali, come l'opportunità di attivare i presidi polifunzionali, o per effettuare un monitoraggio sul volume di affari allo scopo di verificare la possibilità di mantenere aperto l'ufficio. Occorre sottolineare che in molti casi la chiusura ha riguardato uffici che, sulla base dei dati statistici di traffico rilevati, avevano fatto registrare la presenza di un numero di operazioni giornaliere variabili da 6 a 15-16. Per quanto concerne il caso sollevato dall'interrogante con l'atto parlamentare in esame si è provveduto ad interessare la società Poste Italiane che ha precisato che in alcuni ambiti territoriali dei 64 comuni della provincia di Genova vi è una presenza di uffici (187, dei quali 68 «marginali») sicuramente sovradimensionata rispetto alle effettive esigenze della clientela. Sulla base del principio secondo il quale in ciascun comune almeno un ufficio postale deve garantire l'apertura giornaliera, sono stati individuati gli uffici la cui chiusura, in relazione allo specifico contesto socio territoriale e grazie alla reale vicinanza di altri uffici, non comporta gravi disagi per la clientela. Nel contempo per riequilibrare tale situazione la società ha attivato nuovi sportelli, informatizzato quelli esistenti e potenziato alcuni uffici attraverso un prolungamento dell'orario di apertura al pubblico. Per quanto riguarda gli uffici postali operanti nei comuni di Borgonasca, Mezzanego e Rezzoaglio la società Poste ha precisato che, per l'anno in corso, sono programmate alcune variazioni organizzative. Nel comune di Borgonasca, in cui sono presenti 4 uffici postali, l'unico ufficio interessato dalla chiusura è Brizzolara, mentre nell'ufficio di Prato sopra la Croce è stata introdotta la figura dell'operatore polivalente; nel comune di Rezzoaglio sono presenti cinque uffici dei quali solo quelli di Cabanne e Magnasco sono interessati dalla chiusura; nel comune di Mezzanego infine, presso l'ufficio di Borgonove Ligure è stato introdotto l'operatore polivalente. Poste Italiane, nel precisare che tutte le località sopra menzionate sono collegate tra loro da mezzi di trasporto pubblici, ha informato che sono state stipulate le seguenti convenzioni con i comuni di: a) Rezzoaglio: recapito bollettini ICI e recapito tessere elettorali b) Borgonasca: recapito bollettini ICI, recapito tessere elettorali e recapito bollettini TARSU. Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.



 
Cronologia
mercoledì 25 luglio
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva la proposta di legge: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull' affare Telekom-Serbia (AC 437), che sarà approvata dal Senato l'8 maggio 2002 (legge 21 maggio 2002, n. 99). La Commissione approva la relazione finale nella seduta del 28 aprile 2004.

sabato 28 luglio
  • Politica, cultura e società
    La Pirelli SpA di Marco Tronchetti Provera, insieme a Edizione holding di proprietà della famiglia Benetton, acquista il 22,5% dell'Olivetti dalla lussemburghese Bell, che a sua volta possiede la maggioranza di Telecom Italia SpA.