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Interrogazione a risposta orale Atto Camera Interrogazione a risposta orale 3-00174 presentata da OLGA DI SERIO D'ANTONA giovedì 2 agosto 2001 nella seduta n. 029 DI SERIO D'ANTONA, MONTECCHI, MAGNOLFI, MASCIA, PAOLA MARIANI, ABBONDANZIERI, MOTTA, PISA, GRANDI, PINOTTI, RANIERI, ZANOTTI, SPINI, BELLILLO, PIGLIONICA, OTTONE, QUARTIANI, NIGRA, DUCA, PANATTONI, CAPITELLI, TRUPIA, SERENI, SASSO, SEDIOLI, GAMBINI, FOLENA, MAURA COSSUTTA, LABATE, RAFFALDINI, BUGLIO, BUFFO, CIALENTE, COLUCCINI, CRISCI, CALDAROLA, CHIANALE e CHIAROMONTE. - Al Ministro della sanità, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che: molte donne nel mondo vivono ancora una condizione di subalternità molto penosa che in alcuni casi assume caratteristiche particolarmente disumane; nel Bangladesh, così come nel Pakistan o in alcune zone dell'India, un numero rilevante di donne, si parla di circa duecento casi all'anno, restano vittime di brutali aggressioni attraverso l'uso di potenti acidi che lanciati sui loro corpi e, con particolare accanimento, sui loro volti, le rendono deturpate per sempre e devastate nel corpo e nello spirito; le donne colpite dall'acido, oltre al danno estetico, nella maggior parte dei casi presentano difficoltà in alcune funzioni importanti come la respirazione, la deglutizione, la masticazione, la vista e l'udito e per recuperare buona parte delle funzioni perdute debbono sottoporsi a numerosi interventi chirurgici altamente specializzati; l'associazione «Smile again» fondata nel 1983, lavora attivamente per offrire assistenza legale e psicologica a queste donne e ha individuato, come strutture pubbliche sanitarie, l'ospedale S. Eugenio di Roma per la cura delle ustioni e l'ospedale S. Carlo di Nancy di Roma specializzato in interventi alla vista; il Ministro della Sanità e il Ministro degli Affari Esteri, attraverso l'applicazione della normativa vigente in materia di interventi per scopi umanitari (articolo 36 del decreto legislativo 286 del 1998 e articolo 12, comma 2 lettera C decreto legislativo 502 del 1992), possono autorizzare l'ingresso di cittadini extracomunitari che provengono da Paesi nei quali non esistono o non sono facilmente accessibili competenze medico specialistiche idonee a trattare i suddetti casi -: se i Ministri interrogati intendano attivarsi affinché venga prodotto un protocollo d'intesa, che autorizzi il ricovero e gli interventi specialistici nei vari campi, quali chirurgia plastica, chirurgia oculistica e fisioterapia, nelle strutture pubbliche sanitarie del nostro Paese; se nello stesso protocollo d'intesa, non sia possibile consentire ai medici chirurghi dei paesi interessati, una specializzazione in chirurgia plastica presso le nostre strutture in Italia, affinché i medici siano in grado di intervenire, nei paesi di origine, in aiuto di queste donne, vittime di brutale violenza, per farle tornare a sorridere alla vita. (3-00174)