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Documenti ed Atti

XIV Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00846 presentata da BOTTINO ANGELO (MARGHERITA, DL-L'ULIVO) in data 28/09/2001

Interrogazione a risposta scritta Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-00846 presentata da ANGELO BOTTINO venerdì 28 settembre 2001 nella seduta n. 039 BOTTINO e BANTI. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che: l'amministrazione del comune di Rezzoaglio è venuta a conoscenza dell'intenzione delle Poste italiane di procedere alla definitiva chiusura degli uffici postali di Magnasco e Cabanne entro la fine del corrente mese; a tali uffici postali fanno capo ben altre dieci frazioni; le motivazioni addotte appaiono inaccettabili in quanto gli uffici postali costituiscono un servizio indispensabile per un territorio caratterizzato da una notevolissima estensione territoriale (105 kmq), con numerose località e frazioni situate in posizione estremamente eccentrica e con una popolazione avente età nettamente superiore alla media nazionale; l'evidenziata situazione di disagio risulta altresì aggravata dalla quasi inesistenza del servizio di trasporto pubblico unitamente alle condizioni meteo-climatiche estremamente sfavorevoli; un'eventuale drastica riduzione del servizio postale sul territorio del comune di Rezzoaglio, che per le motivazioni esposte riveste una primaria importanza per la popolazione, imporrebbe la necessità di attivare comunque servizi di supporto per le fasce meno protette della popolazione; l'iniziativa avviata dall'ente Poste italiane, inoltre, appare in palese contrasto con le norme previste dalla legge n. 97 del 1994 e dalle successive leggi regionali applicative finalizzate a favorire lo sviluppo delle zone montane e disagiate; il servizio postale articolato su sei giorni settimanali rappresenta un elevato costo per l'Ente Poste pertanto l'amministrazione comunale, in passato, ha accettato la riduzione del citato servizio a soli tre giorni settimanali; gli amministratori locali, ritengono che eventuali altre soluzioni, quali, per esempio, la polivalenza degli uffici, siano accettabili al fine di evitare un provvedimento di chiusura destinata a creare notevole malcontento -: se non ritenga il Ministro interrogato di intervenire affinché si giunga al riesame della decisione di chiusura degli uffici postali di Magnasco e Cabanne o, in subordine, se non ritenga di promuovere iniziative dirette a trovare una soluzione alternativa diversa dalla soppressione. (4-00846)

Risposta scritta Atto Camera Risposta scritta pubblicata lunedì 14 gennaio 2002 nell'allegato B della seduta n. 082 all'Interrogazione 4-00846 presentata da BOTTINO Risposta. - Al riguardo si ritiene necessario significare che, a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni, il Governo non ha il potere di sindacarne l'operato per la parte riguardante la gestione aziendale che, com'è noto, rientra nella competenza propria degli organi statutari della società. Ciò premesso, si ritiene, altresì, opportuno rammentare che il processo di liberalizzazione del servizio postale attuato in adesione alle indicazioni della direttiva 97/67/CE (recepita con decreto legislativo 22 luglio 1999, n. 261) pur se in maniera graduale e controllata ha imposto ai gestori privati ed al fornitore del servizio universale l'adozione di misure idonee al conseguimento dell'equilibrio gestionale. Del resto la nuova direttiva comunitaria, il cui testo è stato discusso il 15 ottobre 2001 a Lussemburgo, va nella direzione di una maggiore liberalizzazione e, anche se tiene conto dell'opportunità rappresentata dall'Italia e da altri Paesi, di avere attenzione alle esigenze della collettività, obbliga tutti i gestori del servizio ad interventi che permettano di conseguire una gestione economicamente sostenibile. Del generale programma di risanamento previsto, ed in parte attuato, fanno parte la riorganizzazione aziendale e il ridimensionamento della rete degli uffici postali. Al riguardo il vigente contratto di programma - stipulato fra il Ministero delle comunicazioni e la società - prevede, all'articolo 5, comma 3, che la predetta società indichi una serie di uffici non in grado di garantire condizioni di operatività compatibili con il raggiungimento dell'equilibrio economico di gestione; da parte della società devono, altresì, essere rappresentate le iniziative e gli interventi adottati per il miglioramento della gestione di tali uffici, al fine di arrivare ad una progressiva riduzione delle relative perdite. Nonostante gli sforzi compiuti dall'azienda al fine di riorganizzare le modalità gestionali ed operative in modo da garantire il conseguimento di risultati accettabili in termini di efficienza ed economicità, per un certo numero di uffici non è stato possibile trovare soluzioni commerciali e/o organizzative capaci di ottenere risultati soddisfacenti. Come detto le innovazioni apportate a livello organizzativo e la diversificazione dell'attività societaria hanno consentito di recuperare molte realtà; esistono tuttavia alcune situazioni in cui condizioni oggettive quali una richiesta di servizi rigida e poco espandibile (per scarsa densità demografica e/o per tipo di clientela non interessata a nuovi servizi), particolari condizioni territoriali nonché la presenza di costi fissi (affitto, climatizzazione, pulizia locali, costo del personale, eccetera) non consentono, non solo per il presente ma anche in prospettiva, di ipotizzare il potenziamento dei volumi di traffico. Secondo uno studio effettuato dalla medesima società Poste, infatti, al di sotto della soglia di una clientela composta da circa 500 famiglie gli uffici debbono essere considerati «marginali», ovvero non in grado di coprire neppure i costi fissi (di personale e di funzionamento) fra i quali, tra l'altro, non vengono nemmeno considerati i costi riguardanti le fasi successive di lavorazione: trasporto, ripartizione nei centri di lavorazione postale, consegna, eccetera. Ammonta a circa 4000 il numero degli uffici che non coprono i loro costi ma, atteso il carattere «sociale» della presenza di sportelli postali in alcune realtà territoriali, prima di arrivare alla chiusura vengono poste in essere modalità operative alternative allo scopo di contenere le spese: apertura degli uffici part-time (verticale, cioè con la riduzione del numero delle giornate lavorative, e orizzontale, cioè con la riduzione delle ore lavorative giornaliere), operatore polivalente o unico (con mansioni di sportelleria e recapito), sperimentazione di uffici mobili. La chiusura è quindi una misura estrema che viene effettuata solo se l'ufficio «marginale» sia ubicato in un comune dove esistono altri uffici, se esista un altro sportello a distanza ragionevole ed in presenza di un esiguo numero di operazioni giornaliere svolte: tale tipo di intervento dovrebbe riguardare infatti solo un numero molto ridotto di uffici che presentano un consistente deficit di cassa, mentre altri uffici marginali potrebbero essere interessati dal part-time verticale o orizzontale. La società sta anche valutando l'opportunità di sperimentare l'utilizzazione di unità mobili che possano assicurare agli utenti residenti in zone remote la fornitura di tutti i servizi. Da quanto sopra si evince che è intendimento di Poste Italiane assicurare il più possibile la capillarità della propria presenza sul territorio, consapevole del fatto che il mantenimento o l'eliminazione di un determinato ufficio è una circostanza non scevra di effetti economici e sociali; d'altra parte gli impegni assunti nel contratto di programma, che prevedono l'adozione di interventi volti al raggiungimento dell'equilibrio economico nonché del contenimento e della progressiva riduzione delle perdite, non possono essere disattesi. Si ricorda, inoltre, che la società in alcuni casi ha sospeso la decisione di chiusura per valutare proposte sostitutive avanzate dalle autorità locali come l'opportunità di attivare i presidi polifunzionali; in altri casi ha sospeso la chiusura per effettuare un monitoraggio sul volume di affari allo scopo di verificare la possibilità di mantenere aperto l'ufficio, ma occorre sottolineare che in molti casi la chiusura ha riguardato uffici, che sulla base dei dati statistici di traffico rilevati, avevano fatto registrare la presenza di un numero di operazioni giornaliere variabili da 6 a 15-16. Per quanto concerne in particolare il caso sollevato con l'atto parlamentare in esame Poste Italiane, opportunamente interpellata, ha precisato che in alcuni ambiti territoriali dei 64 comuni della provincia di Genova vi è una presenza di uffici (187, dei quali 68 «marginali») sicuramente sovradimensionata rispetto alle effettive esigenze della clientela. Sulla base del principio secondo il quale in ciascun comune almeno un ufficio postale deve garantire l'apertura giornaliera, sono stati individuati gli uffici la cui chiusura, in relazione allo specifico contesto socio territoriale e grazie alla reale vicinanza di altri uffici, non comporta gravi disagi per la clientela. Nel contempo la società ha attivato nuovi sportelli, ha informatizzato quelli esistenti e ha potenziato alcuni uffici attraverso un prolungamento dell'orario di apertura al pubblico. Nel comune di Rezzoaglio sono presenti 5 uffici dei quali solo due (Cabanne e Magnasco) sono stati chiusi il 24 ottobre 2001. Poste Italiane ha infine comunicato che con il comune di Rezzoaglio ha stipulato apposita convenzione per il recapito dei bollettini Ici e delle tessere elettorali. Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.



 
Cronologia
giovedì 20 settembre
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Si riunisce a Berlino, in Germania, il Consiglio europeo straordinario per analizzare la situazione internazionale dopo gli attentati negli Stati Uniti dell'11 settembre.

mercoledì 3 ottobre
  • Politica estera ed eventi internazionali
    A seguito degli attentati dell'11 settembre, il Consiglio atlantico riconosce, per la prima volta nella storia dell'Alleanza, l'esistenza delle condizioni per l'applicazione dell'articolo 5 del Trattato, ai sensi del quale un attacco armato contro un membro dell'Alleanza deve essere considerato come un attacco contro tutti i membri dell'Alleanza stessa.