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Documenti ed Atti

XIV Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00858 presentata da GIULIETTI GIUSEPPE (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) in data 08/10/2001

Interrogazione a risposta scritta Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-00858 presentata da GIUSEPPE GIULIETTI lunedì 8 ottobre 2001 nella seduta n. 040 GIULIETTI e BELLILLO. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che: le Poste italiane SpA, Direzione Provinciale di Terni, con nota pervenuta il 20 settembre 2001, hanno comunicato la chiusura dell'Ufficio Postale di Prodo e l'accorpamento del medesimo a quello d'Orvieto Stazione, e di Morrano a quello di Ciconia; detto provvedimento è devastante per la collettività residente nelle frazioni e ha destato un profondo allarme sociale resosi concreto, in questa prima fase: nella raccolta di firme, e nelle vibrate proteste dei cittadini; in particolare, detto allarme sociale deriva dalla peculiarità delle frazioni medesime caratterizzate da una popolazione composta in massima parte da anziani, dalle carenze: di trasporto pubblico, di servizi fondamentali e dalla distanza dal più vicino Ufficio Postale, quantificabile in circa 20 Km. per Prodo e 10 Km. per Morrano; le motivazioni addotte dalle Poste italiane SpA per la chiusura degli Uffici sono solo di carattere economico-produttivo, anche se non è ben chiaro se si sia valutata la redditività derivante dai depositi postali; seppure Poste italiane siano ormai una SpA, esiste tuttavia vigente un rapporto d'interdipendenza tra lo Stato e Poste italiane, proprio per il carattere generalista del servizio e per il suo alto valore economico-sociale; anche se dovesse trattare solo in termini privatistici, va sottolineato il fatto che Poste italiane si trova ad operare in un territorio che presenta livelli di maggiore redditività rappresentati dalle zone più popolate, per questo si rende necessaria l'apertura di una trattativa globale tra le istituzioni e le poste, con riferimento al servizio da intendersi in maniera integrata, in ambito più vasto e complessivo -: se s'intende intervenire affinché sia sospeso il provvedimento, già operativo per Proto e annunciato per Morrano, sull'accorpamento degli uffici postali; se non ritenga opportuno che le Poste italiane SpA come sarebbe stato doveroso, nelle scelte future, coinvolgano prima che siano assunti ulteriori e penalizzanti provvedimenti, le Istituzioni locali, uniche istanze rappresentative delle esigenze dei cittadini; se infine, il ministro interrogato sia stato messo al corrente del «piano di risanamento» che Poste italiane SpA intende portare avanti dal momento che segnali preoccupanti pervengono alle segreterie degli interroganti su altre analoghe operazioni che sarebbero state avviate sull'intero territorio nazionale. (4-00858)

Risposta scritta Atto Camera Risposta scritta pubblicata lunedì 14 gennaio 2002 nell'allegato B della seduta n. 082 all'Interrogazione 4-00858 presentata da GIULIETTI Risposta. - Al riguardo si ritiene necessario significare che, a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni, il Governo non ha il potere di sindacarne l'operato per la parte riguardante la gestione aziendale che, com'è noto, rientra nella competenza propria degli organi statutari della società. Ciò premesso, si ritiene, altresì, opportuno rammentare che il processo di liberalizzazione del servizio postale attuato in adesione alle indicazioni della direttiva 97/67/CE (recepita con decreto legislativo 22 luglio 1999, n. 261) pur se in maniera graduale e controllata ha imposto ai gestori privati ed al fornitore del servizio universale l'adozione di misure idonee al conseguimento dell'equilibrio gestionale. Del resto la nuova direttiva comunitaria, il cui testo è stato discusso il 15 ottobre 2001 a Lussemburgo, va nella direzione di una maggiore liberalizzazione e, anche se tiene conto dell'opportunità rappresentata dall'Italia e da altri Paesi, di avere attenzione alle esigenze della collettività, obbliga tutti i gestori del servizio ad interventi che permettano di conseguire una gestione economicamente sostenibile. Fanno parte del generale programma di risanamento previsto, ed in parte attuato, la riorganizzazione aziendale e il ridimensionamento della rete degli uffici postali. Al riguardo il vigente contratto di programma - stipulato fra il ministero delle comunicazioni e la società - prevede, all'articolo 5, comma 3, che la predetta società indichi una serie di uffici non in grado di garantire condizioni di operatività compatibili con il raggiungimento dell'equilibrio economico di gestione; da parte della società devono, altresì, essere rappresentate le iniziative e gli interventi adottati per il miglioramento della gestione di tali uffici, al fine di arrivare ad una progressiva riduzione delle relative perdite. Nonostante gli sforzi compiuti dalla società al fine di riorganizzare le modalità gestionali ed operative in modo da garantire il conseguimento di risultati accettabili in termini di efficienza ed economicità, per un certo numero di uffici non è stato possibile trovare soluzioni commerciali e/o organizzative capaci di ottenere risultati soddisfacenti. Come detto le innovazioni apportate a livello organizzativo e la diversificazione dell'attività societaria hanno consentito di recuperare molte realtà, esistono tuttavia alcune situazioni in cui condizioni oggettive quali una richiesta di servizi rigida e poco espandibile (per scarsa densità demografica e/o per tipo di clientela non interessata a nuovi servizi), particolari condizioni territoriali nonché la presenza di costi fissi (affitto, climatizzazione, pulizia locali, costo del personale, eccetera) non consentono, non solo per il presente ma anche in prospettiva, di ipotizzare il potenziamento dei volumi di traffico. Secondo uno studio effettuato da Poste Italiane, infatti, al di sotto della soglia di una clientela composta da circa 500 famiglie gli uffici debbono essere considerati «marginali», ovvero non in grado di coprire neppure i costi fissi (di personale e di funzionamento) fra i quali, tra l'altro, non vengono nemmeno considerati i costi riguardanti le fasi successive di lavorazione: trasporto, ripartizione nei centri di lavorazione postale, consegna, eccetera. Ammonta a circa 4000 il numero degli uffici che non coprono i loro costi ma, atteso il carattere «sociale» della presenza di sportelli postali in alcune realtà territoriali, prima di arrivare alla chiusura vengono poste in essere modalità operative alternative allo scopo di contenere le spese: apertura degli uffici part-time (verticale, cioè con la riduzione delle giornate settimanali di apertura, ed orizzontale, cioè con la riduzione delle ore lavorative giornaliere), operatore polivalente o unico (con mansioni di sportelleria e recapito), sperimentazione di uffici mobili. La chiusura è quindi una misura estrema che viene effettuata solo se l'ufficio «marginale» sia ubicato in un comune dove esistono altri uffici, se esista un altro sportello a distanza ragionevole ed in presenza di un esiguo numero di operazioni giornaliere svolte: tale tipo di intervento dovrebbe riguardare infatti solo un numero molto ridotto di uffici che presentano un consistente deficit di cassa, mentre altri uffici marginali potrebbero essere interessati da part-time verticale o orizzontale. Poste Italiane sta anche valutando l'opportunità di sperimentare l'utilizzazione di unità mobili che possano assicurare agli utenti residenti in zone remote la fornitura di tutti i servizi. Da quanto sopra si evince che è intendimento dell'azienda assicurare il più possibile la capillarità della propria presenza sul territorio, consapevole del fatto che il mantenimento o l'eliminazione di un determinato ufficio è una circostanza non scevra di effetti economici e sociali; d'altra parte gli impegni assunti nel contratto di programma, che prevedono l'adozione di interventi volti al raggiungimento dell'equilibrio economico nonché del contenimento e della progressiva riduzione delle perdite, non possono essere disattesi. Si precisa, inoltre, che la medesima società Poste in alcuni casi ha sospeso la decisione di chiusura per valutare proposte sostitutive avanzate dalle autorità locali, come l'opportunità di attivare i presidi polifunzionali, o per effettuare un monitoraggio sul volume di affari allo scopo di verificare la possibilità di mantenere aperto l'ufficio. Occorre sottolineare che in molti casi la chiusura ha riguardato uffici che, sulla base dei dati statistici di traffico rilevati, avevano fatto registrare la presenza di un numero di operazioni giornaliere variabili da 6 a 15-16. Per quanto concerne il caso sollevato dall'interrogante con l'atto parlamentare in esame si è provveduto ad interessare la società Poste Italiane che ha precisato che nel comune di Orvieto sono presenti oltre agli uffici di Prodo e Morrano altri sei uffici: Orvieto Centro, Orvieto Stazione, Ciconia, Sferracavallo, Sugano e Canale. In particolare, presso l'ufficio di Prodo è stata registrata una media di 6 contatti giornalieri mentre in quello di Morrano ne sono stati registrati 7. La realtà territoriale, almeno allo stato attuale, non sembra prospettare alcun reale incremento della domanda. Non è quindi ipotizzabile conseguire né condizioni di equilibrio gestionale né la semplice copertura dei costi diretti. Poste Italiane spa ha infine voluto evidenziare che tutti gli interventi realizzati o in corso di realizzazione sull'intero territorio nazionale sono naturalmente reversibili, ove si modifichino realmente le condizioni di squilibrio economico nella gestione che li hanno determinati. Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.



 
Cronologia
domenica 7 ottobre
  • Politica estera ed eventi internazionali
    In risposta agli attentati dell'11 settembre 2001, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna bombardano l'Afghanistan, per rovesciare il regime islamico integralista dei talebani, accusati di sostenere la rete terroristica internazionale al-Qaeda di Osama Bin Laden ideatore degli attentati. L'intervento militare prende il nome di Enduring Freedom.

lunedì 8 ottobre
  • Politica, cultura e società
    Sulla pista dell'aeroporto di Linate, a Milano, un aeromobile della compagnia aerea SAS entra in collisione con un aereo Cessna entrato erroneamente in pista a causa della fitta nebbia e si schianta contro l'edificio adibito allo smistamento dei bagagli situato sul prolungamento della pista. Nel grave incidente perdono la vita 118 persone.

martedì 9 ottobre
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Il Presidente del Consiglio Berlusconi esprime - alla Camera - apprezzamento per la volontà del Presidente degli Stati Uniti di creare un'ampia coalizione internazionale per contrastare il terrorismo. Camera e Senato approvano le mozioni di maggioranza e quella di DS, Margherita e SDI di appoggio all'intervento militare in Afghanistan. Verdi, Pdci e Prc votano contro.