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Documenti ed Atti

XIV Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00042 presentata da VOLONTE' LUCA (CCD-CDU BIANCOFIORE) in data 14/01/2002

Mozione Atto Camera Mozione 1-00042 presentata da LUCA VOLONTE' lunedì 14 gennaio 2002 nella seduta n. 082 La Camera, premesso che: il programma terapeutico-riabilitativo introdotto dalla legge n. 162 del 1990, modificata dal referendum del 1993 che ha depenalizzato l'uso personale delle sostanze stupefacenti, non ha risposto in maniera adeguata ai bisogni dei tossicodipendenti, sia per ciò che attiene gli aspetti giuridici che sociali e sanitari, caratterizzandosi piuttosto come intervento di prevenzione secondaria nei confronti di soggetti a rischio; le multinazionali del narcotraffico stanno espandendo il loro mercato, in Italia e nel mondo, proponendo una vasta gamma di sostanza psicoattive in relazione ai bisogni dei giovani, alle loro attitudini ed al contesto sociale e culturale; gli ultimi dati relativi all'andamento del consumo di sostanze stupefacenti e psicotrope non mostrano una riduzione del fenomeno, ma rilevano un'evoluzione preoccupante verso un uso sempre più diffuso tra i giovani e i giovanissimi delle cosiddette nuove droghe, parallelamente all'uso di vecchie droghe come cannabinoidi, cocaina, alcool e verso la poliassunzione in cui l'uso di una determinata droga è finalizzato a sedare gli effetti negativi di quella usata precedentemente; in particolare, si assiste ai pericoloso diffondersi tra i giovani dell'uso di eroina fumata in sintonia con la tendenza a considerare l'uso non endovena delle droghe come «non rischioso» (pensando alla trasmissione del virus HIV) e comunque reversibile; tale evoluzione rappresenta la conseguenza di una politica sulla tossicodipendenza, che non ha tenuto conto di fenomeni emergenti e ha continuato a focalizzare l'attenzione esclusivamente su vecchi dibattiti, continuando a identificare il problema nell'assuntore di eroina per via endovenosa. Tale politica è stata portata avanti attraverso campagne di «prevenzione» e strategie di intervento (riduzione del danno) che hanno diffuso il messaggio implicito che è negativo bucarsi o al limite fare un uso sbagliato di sostanze psicoattive. Abbiamo assistito ad un processo di normalizzazione del fenomeno che ha proposto un modo sicuro, socialmente tranquillizzante di «dipendenza» che non si deve combattere, ma a cui è necessario abituarsi e con cui conviene convivere nella maniera più salutare possibile; si registra, una anomala distribuzione dei fondi per la lotta alla droga, con una malcelata preferenza a favorire l'impiego della maggior parte delle risorse economiche, sia a livello nazionale che regionale e locale, in progetti di «unità di strada» a scapito di comunità terapeutiche ed associazioni che non utilizzano quel tipo di approccio; sono fallite le esperienze di liberalizzazione e somministrazione controllata di droghe portate avanti in alcuni paesi europei; l'articolo 152 del trattato di Amsterdam, nella sua riformulazione, esige che la sanità pubblica, nel cui campo di applicazione rientra la prevenzione della tossicodipendenza, venga presa in considerazione in tutte le azioni e le politiche della Comunità; il Piano di azione comunitario 2000/2004, rappresentando una linea guida per l'azione dei singoli governi, ha individuato nell'innalzamento dell'allarme sociale sulle droghe, nella lotta all'offerta di droghe illecite e nelle strategie di reinserimento sociale dei tossicodipendenti, gli strumenti idonei per una efficace politica anti-droga; appare in netta crescita il fenomeno della «doppia diagnosi», ovvero della concomitante presenza di disturbi psichici e di dipendenza da sostanze stupefacenti; il 14 per cento dei tossicodipendenti è rappresentato da donne, circa un terzo delle quali ha figli minori, e per le quali si pone il problema, particolarmente delicato, della maternità in condizioni di rischio, anche in relazione alla diffusione del virus HIV; impegna il Governo: a ridefinire la strategia della riduzione del danno, verificandone i risultati non solo in termini qualitativi, ma anche in termini quantitativi, come opzione che può riguardare una parte limitata degli assuntori di eroina e che non è una terapia ma ha l'obiettivo di contenere il problema; a valorizzare l'attività dei SERT verificando, attraverso uno studio serio, l'impiego del metadone e degli altri farmaci sostitutivi, vigilando che il loro uso rientri nei termini prescritti dalla legge, avendo come obiettivo la loro diminuzione al minimo necessario (non possono superare i tre mesi, senza l' escamotage di brevi interruzioni, devono essere collegati ad un progetto di recupero e usati in dosi contenute), onde privilegiare il recupero della persona sul contenimento del disagio e delle devianze, secondo lo spirito e le indicazioni della medesima normativa; a favorire e sviluppare il rapporto con le esperienze offerte dalle comunità terapeutiche, il cui scopo primario è quello della costruzione delle basi e delle capacità della persona ad autopromuovere il proprio reinserimento sociale e lavorativo, nonché il controllo e la verifica di questo processo; ad ampliare la collaborazione con tali strutture per facilitare l'attuazione delle misure alternative alla detenzione già previste dalla legge, allargando la possibilità di ricorrere a tali misure anche per pene edittali superiori a quelle in vigore; a sperimentare forme innovative di detenzione per i tossicodipendenti anche tramite la collaborazione tra strutture carcerarie e comunità terapeutiche; a realizzare nuove strutture residenziali e valorizzare quelle esistenti, in quanto strumenti indispensabili per realizzare per i tossicodipendenti non solo un progetto di vita lontano dall'uso delle droghe, ma mettere a loro disposizione dei luoghi in cui viene intensificata l'educazione all'aver cura di sé e alla responsabilità sociale, agevolata da una formazione globale alla partecipazione e al senso del lavoro; a sviluppare progetti di prevenzione delle dipendenze tra le giovani generazioni che promuovano piani educativi più impegnativi ed efficaci che forniscano elementi di identificazione, socializzazione e aggregazione alternativi; a porre la massima attenzione alle interferenze e sovrapposizioni tra sofferenza psichiatrica e tossicodipendenza, attivando in rete i servizi territoriali psichiatrici e favorendo una reale presa in carico istituzionale di questi casi cosi difficili da gestire; a pianificare interventi capaci di sostenere e tutelare i familiari ed in particolare i minori, pur salvaguardando il diritto alla genitorialità; a creare una formazione stabile degli operatori del settore che preveda una attività diretta all'aggiornamento ma anche alla prevenzione del burn-out ; a rafforzare la cooperazione con i partner europei sostenendone l'azione e promuovendo il coordinamento della loro politica e dei loro programmi; a sollecitare il coordinamento tra organi di polizia e giudiziari dei paesi europei e l'armonizzazione delle norme degli Stati membri in campo penale. (1-00042) «Volontè, Ciro Alfano, Emerenzio Barbieri, Dorina Bianchi, Brusco, Riccardo Conti, Cozzi, D'Agrò, D'Alia, Degennaro, De Laurentiis, Di Giandomenico, Filippo Maria Drago, Giuseppe Drago, Follini, Giuseppe Gianni, Grillo, Anna Maria Leone, Liotta, Lucchese, Maninetti, Mazzoni, Mereu, Mongiello, Montecuollo, Naro, Peretti, Ranieli, Romano, Rotondi, Tabacci, Tanzilli, Tucci».

 
Cronologia
domenica 6 gennaio
  • Parlamento e istituzioni
    Il Ministro degli esteri Ruggiero si dimette per divergenze con le critiche espresse dai ministri Bossi, Martino e Tremonti all'euro. Il Presidente del Consiglio Berlusconi, dopo aver tentato una mediazione, assume l'interim del dicastero.