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Documenti ed Atti

XIV Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00096 presentata da VERNETTI GIANNI (MARGHERITA, DL-L'ULIVO) in data 10/07/2002

Mozione Atto Camera Mozione 1-00096 presentata da GIANNI VERNETTI mercoledì 10 luglio 2002 nella seduta n. 173 La Camera, viste le risoluzioni sul Tibet del Parlamento europeo del 14 ottobre 1987, 15 marzo 1989, 15 settembre 1993, 17 maggio 1995, 13 luglio 1995, 14 dicembre 1995, 18 aprile 1996, 23 maggio 1996, 13 marzo 1997, 16 gennaio 1998, 13 maggio 1998, 15 aprile 2000; viste le risoluzioni sulle violazioni dei diritti fondamentali in Tibet adottate dal Bundestag tedesco (15 ottobre 1987, 20 giugno 1996 e 18 aprile 2002), dalla Commissione affari esteri della Camera dei deputati italiana (12 aprile 1989), dalla Camera dei deputati belga (20 giugno 1990), dalla Commissione affari esteri del Parlamento irlandese (21 luglio 1998); vista la risoluzione adottata il 23 agosto 1991 dalla Sotto-Commissione delle Nazioni Unite per la prevenzione delle discriminazioni e la protezione dei diritti delle minoranze; vista la risoluzione dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa (D.E. 173, 5 ottobre 1988); viste le risoluzioni adottate dal Congresso degli Stati Uniti d'America, dal Senato e dalla Camera dei Rappresentanti australiani e dal Parlamento Ceco; visto l'atto costitutivo dell'«Associazione dei Comuni, delle Province e delle Regioni Italiane per il Tibet», Associazione alla quale hanno già aderito decine di Enti Locali; ricordando che: il Tibet fu invaso e occupato nel 1949 e 1950 dalle forze armate del regime di Pechino e che è tuttora occupato; i rapporti del 1959 e del 1960 della Commissione Internazionale dei Giuristi sulla questione del Tibet; la lotta di resistenza del popolo tibetano negli anni '50 e '60 provocò la morte di oltre un milione di tibetani, cioè di oltre un quinto della popolazione di allora; la distruzione di oltre 6.000 monasteri tibetani, l'incendio di centinaia di biblioteche, il saccheggio di templi, la razzia di tesori religiosi e culturali, le esecuzioni sommarie di decine di migliaia di tibetani eseguite dalle guardie rosse durante la cosiddetta rivoluzione culturale; le manifestazioni di protesta del 1987-88 contro l'occupazione cinese e la violenta repressione scatenata dalle autorità di Pechino; la legge marziale imposta dalle autorità di Pechino in Tibet nel 1989 e 1990; la trasformazione nel 1992 del Tibet in «Zona Economica Speciale» e il conseguente trasferimento massiccio di coloni cinesi in Tibet, che, in pochi anni, ha reso i tibetani minoranza nel loro stesso Paese, anche a causa della pratica, mai cessata, delle sterilizzazioni e degli aborti forzati delle donne tibetane; ricordando in particolare che: l'«accordo in 17 punti» firmato sotto costrizione a Pechino dalle autorità tibetane, pur sancendo l'annessione del Tibet alla Repubblica Popolare, garantiva anche la piena autonomia del Tibet e, in particolare, il riconoscimento del suo sistema politico e il pieno rispetto della libertà religiosa; le risoluzioni delle Nazioni Unite 1353 del 1959, 1723 del 1961 e 2079 del 1965 chiedono la cessazione di qualsiasi pratica che privi il popolo tibetano dei suoi fondamentali diritti umani, compreso quello dell'autodeterminazione; i tentativi reiterati di rilanciare il dialogo con le autorità di Pechino fatti dal Dalai Lama con il «Piano in 5 punti», presentato davanti al Congresso americano nel 1987, e con la «proposta di Strasburgo», presentata davanti al Parlamento europeo nel 1988; il conferimento nel 1989 del Premio Nobel per la Pace al Dalai Lama; accoglie favorevolmente la ferma posizione del Dalai Lama per quanto riguarda la realizzazione di un autentico governo autonomo per il Tibet in seno alla Repubblica Popolare Cinese attraverso il negoziato; condivide la sua profonda preoccupazione per la distruzione sistematica dell'ambiente, delle tradizioni della cultura e della religione tibetane, per il costante peggioramento della situazione politica del popolo tibetano e per il deterioramento della situazione riguardante i diritti dell'uomo nel Tibet; sostiene l'appello lanciato nel suo discorso al Parlamento Europeo, il 24 ottobre 2001, affinché su Pechino vengano esercitate con urgenza pressioni internazionali; sollecita, a questo riguardo, la Cina a porre immediatamente fine al piano controverso di una immigrazione su vasta scala nel Tibet, con particolare riferimento alle 20.000 persone che dovrebbero trasferirsi nella regione di Dulan nella Provincia di Quinghai; invita il Governo cinese a riprendere negoziati diretti con il Dalai Lama o i suoi rappresentanti senza condizioni preliminari, al fine di definire un autentico nuovo statuto di piena autonomia per il Tibet, con le sole eccezioni della politica estera e della difesa; facendo propria la risoluzione del Parlamento europeo del 6 luglio 2000 e del 14 aprile 2002; impegna il Governo a dare immediata attuazione alle Risoluzioni sopra richiamate del Parlamento Europeo; ad adottare tutte le iniziative possibili nei confronti della Repubblica Popolare cinese affinché, attraverso il dialogo, si creino le condizioni per l'apertura, sotto l'egida delle Nazioni Unite, di negoziati finalizzati alla realizzazione di un nuovo Statuto per il Tibet che garantisca una piena autonomia dei tibetani in tutti i Settori della vita politica, economica, sociale e culturale, con le sole eccezioni della difesa e della politica estera; ad invitare il Governo cinese a riconoscere e rispettare pienamente i fondamentali diritti politici, sociali e culturali delle minoranze religiose, etniche e di altro genere nonché le loro specificità culturali compresa la libertà di culto; ad invitare la Cina a cogliere l'opportunità delle Olimpiadi del 2008 per seguire le norme internazionali in materia di diritti dell'uomo ed intensificare la cooperazione generale in materia; a esaminare attentamente la possibilità di riconoscere il Governo Tibetano in Esilio quale rappresentante legittimo del popolo tibetano qualora le autorità di Pechino e il Governo Tibetano in Esilio non dovessero firmare, al termine di negoziati sotto l'egida del Segretario Generale delle Nazioni Unite, un accordo su un nuovo statuto per il Tibet; ad adoperarsi presso la Commissione Europea affinché nomini un osservatore della U.E. per la questione tibetana; a trasmettere la presente risoluzione al Primo Ministro della Repubblica Popolare di Cina, al Dalai Lama, al Governo e al Parlamento tibetano in esilio, al Presidente del Parlamento Europeo e al Segretario Generale delle Nazioni Unite. (1-00096) «Vernetti, Folena, Zacchera, Osvaldo Napoli, Boato, Villetti, Detomas, Brugger, D'Agrò, Vendola, Abbondanzieri, Adduce, Amici, Anedda, Angioni, Annunziata, Arnoldi, Bandoli, Banti, Antonio Barbieri, Roberto Barbieri, Bellini, Benvenuto, Bettini, Bianchi Clerici, Giovanni Bianchi, Bielli, Bimbi, Blasi, Boccia, Bogi, Bolognesi, Bonito, Bornacin, Borrelli, Bottino, Bova, Bressa, Buemi, Buffo, Buglio, Bulgarelli, Buontempo, Burlando, Burtone, Caldarola, Calzolaio, Campa, Capitelli, Carbonella, Carboni, Carli, Carra, Carrara, Caruso, Catanoso, Cazzaro, Cennamo, Cento, Ceremigna, Cesaro, Chianale, Chiaromonte, Chiti, Cialente, Ciani, Cima, Colasio, Collavini, Collè, Giulio Conti, Crisci, Crosetto, Cusumano, D'Alia, De Brasi, De Luca, Delbono, Di Serio D'Antona, Diana, Duca, Fanfani, Fatuzzo, Finocchiaro, Fioroni, Fluvi, Fumagalli, Galeazzi, Daniele Galli, Gallo, Galvagno, Gamba, Gambini, Gasperoni, Gazzara, Gentiloni Silveri, Germanà, Ghiglia, Giacco, Giachetti, Giudice, Giulietti, Grandi, Grignaffini, Grillini, Guerzoni, Innocenti, Kessler, Lamorte, Ladu, Landi di Chiavenna, Lavagnini, Leoni, Lettieri, Licastro Scardino, Lisi, Santino Adamo Loddo, Lolli, Losurdo, Lucà, Lucidi, Luongo, Lusetti, Magnolfi, Malgieri, Mancini, Gianni Mancuso, Maran, Marcora, Paola Mariani, Raffaella Mariani, Mariotti, Marras, Martella, Maurandi, Mazzarello, Meduri, Melandri, Menia, Merlo, Milana, Mondello, Montecchi, Morgando, Mosella, Muratori, Mussi, Nannicini, Nieddu, Nigra, Nuvoli, Oliverio, Olivieri, Ottone, Panattoni, Paolone, Pennacchi, Mario Pepe, Petrella, Piglionica, Pinotti, Pinto, Pisa, Piscitello, Pisicchio, Preda, Raisi, Ramponi, Rava, Realacci, Rocchi, Rognoni, Nicola Rossi, Rossiello, Rosso, Rotundo, Rugghia, Ruta, Ruzzante, Sandi, Sandri, Sasso, Scherini, Sciacca, Sedioli, Selva, Serena, Sereni, Siniscalchi, Sinisi, Soda, Spini, Squeglia, Stradiotto, Stramaccioni, Susini, Tanoni, Tarantino, Tidei, Tocci, Tolotti, Tuccillo, Turco, Michele Ventura, Vigni, Villani Miglietta, Villari, Vitali, Volpini, Widmann, Zanella, Zanetta, Zanotti, Zeller, Zorzato, Zunino, Biondi».

 
Cronologia
giovedì 4 luglio
  • Politica, cultura e società
    Si chiude la trattativa tra il Governo e le parti sociali, con l'esclusione della CGIL, che siglano il “Patto per l'Italia”.

giovedì 11 luglio
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva in seconda lettura la proposta di legge: Legge costituzionale per la cessazione degli effetti dei commi primo e secondo della XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione (AC 2288-B), approvata in seconda lettura dal Senato il 15 maggio 2002. La legge consente il rientro in Italia dei discendenti maschi di casa Savoia e delle loro consorti (legge costituzionale 23 ottobre 2002, n. 1).