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Documenti ed Atti

XIV Legislatura della repubblica italiana

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00585 presentata da LULLI ANDREA (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) in data 09/03/2005

Risoluzione in Commissione Atto Camera Risoluzione in Commissione 7-00585 presentata da ANDREA LULLI mercoledì 9 marzo 2005 nella seduta n. 599 La X Commissione, premesso che: il 31 dicembre 2004 è scaduto l'Accordo Multifibre (AMF) che stabiliva dei limiti quantitativi alle importazioni nel settore tessile, attraverso l'individuazione di «quote tessili», cioè dei tetti all'importazione di tali prodotti nel mercato globale; si va progressivamente verso la completa liberalizzazione dell'industria europea tessile e dell'abbigliamento; ad un sistema più libero devono corrispondere regole più certe e più eque in materia di etichettatura e di marchi di origine, nonché adeguate misure di sostegno alle imprese che hanno il compito di investire maggiormente in ricerca, innovazione e formazione dei dipendenti e quello di integrarsi nei mercati esteri; le imprese italiane per la loro dimensione medio/piccola e per la loro specializzazione - alta moda e tessile di qualità - sono a forte rischio competitività e anche contraffazione; al fine di difendere questi punti di eccellenza è necessario che siano stabilite regole chiare sul made in Italy che permettano di riconoscere i prodotti fatti in Italia da quelli fatti altrove e soprattutto i prodotti originali da quelli contraffatti, questo anche a tutela dei consumatori che hanno diritto ad informazione trasparenti e precise sulla qualità e origine dei prodotti; tali questioni sono state altresì sollevate da, Peter Mandelson, Commissario europeo al commercio che in un articolo - pubblicato dal Corriere della sera del 23 febbraio 2005 - esprime la necessità di difendere il made in Italy e i prodotti di qualità europei dalla contraffazione e falsificazione; quanto sopra esposto è prioritario per l'Italia, che conta numerose imprese nel settore tessile-abbigliamento e calzaturiero che occupano circa 650.000 lavoratori e che tali imprese con la fine dell'accordo Multifibre e con l'aumento dell' import di tessile possono essere danneggiate dalla concorrenza dei prodotti a basso costo, in particolare da quelli provenienti dalla Cina; lunedì 21 febbraio le imprese del settore tessile/abbigliamento hanno presentato una petizione con oltre 100.000 firme in cui si chiedono provvedimenti a tutela del made in Italy ; impegna il Governo: a sostenere con determinazione la tutela del marchio made in Italy , come proposto anche dal Commissario europeo al commercio, differenziando nel marchio le merci prodotte nel nostro paese da quelle che invece sono prodotte, anche in parte, all'estero; a proteggere, con opportuni strumenti, dalla falsificazione e contraffazione le merci italiane predisponendo innanzitutto controlli adeguati delle merci in arrivo alle dogane e predisponendo misure repressive in grado di dissuadere tali pratiche contraffattive; a prendere iniziative adeguate a sostenere le imprese italiane, che date le dimensioni medio-piccole, necessitano di supporti adeguati a penetrare i mercati esteri e quello cinese che, in particolare, sta erodendo quote di mercato nel settore tessile e dell'abbigliamento ma anche in quello agro-alimentare. (7-00585) «Lulli, Paola Mariani, Bova, Ottone, Buglio, Pettinari, Alberta De Simone, Di Serio D'Antona».

 
Cronologia
lunedì 7 marzo
  • Politica, cultura e società
    Il cardinale Camillo Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana, invita i cattolici a non recarsi alle urne in occasione del referendum sulla procreazione medicalmente assistita.

giovedì 10 marzo
  • Parlamento e istituzioni
    Piero Alberto Capotosti è eletto Presidente della Corte costituzionale