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Documenti ed Atti

XIV Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00433 presentata da VIOLANTE LUCIANO (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) in data 14/03/2005

Mozione Atto Camera Mozione 1-00433 presentata da LUCIANO VIOLANTE lunedì 14 marzo 2005 nella seduta n. 601 La Camera, premesso che: risulta indispensabile modificare, in termini innovativi, la logica adottata nell'impostare i programmi di intervento nel Mezzogiorno, essendo necessario partire dai punti di forza di cui il Sud è dotato; le produzioni agricole e agroalimentari meridionali, con le loro specificità legate al territorio, alla cultura e alla storia, costituiscono una grande potenzialità da cogliere, anche nella prospettiva della creazione di un'area di libero scambio euromediterranea nel 2010; l'agricoltura meridionale rappresenta oltre il 40 per cento della produzione agricola nazionale, ma è largamente al di sotto di tale percentuale con riferimento all' export , a causa delle perduranti difficoltà di commercializzazione, logistiche e di «sistema»; da più anni, a cominciare dal 1999, si sono verificate con regolarità e non come fenomeni di carattere emergenziale calamità atmosferiche (siccità ed alluvioni) cui la scarsità delle risorse destinate all'applicazione della legge n. 185, il trapasso non «governato» e senza adeguate risorse al decreto-legge n. 102 sulle assicurazioni e la lentezza burocratica delle procedure non hanno consentito un sia pur parziale lenimento ai gravissimi danni subiti dalle colture né tantomeno un diffuso passaggio al regime assicurativo in termini di prevenzione alle calamità; resta irrisolto il problema delle infrastrutture irrigue, nel quadro della sostenibilità ambientale e della tutela del territorio, al fine di garantire la disponibilità dell'acqua per le produzioni meridionali di qualità; il cambiamento delle condizioni del commercio internazionale ha messo in maggiore evidenza le carenze strutturali presenti nel nostro Mezzogiorno, sia sotto il profilo della pubblica amministrazione che sotto quello produttivo, determinando una rilevante caduta del reddito delle imprese agricole meridionali al punto da comprometterne in molti casi la stessa sopravvivenza; i costi di produzione (energia, mezzi tecnici, logistica) aumentano in misura inversamente proporzionale alla diminuzione del reddito, compromettendo la competitività delle imprese; il mercato interno registra una tendenza al ribasso ed un aumento crescente del divario fra il prezzo alla produzione e quello finale, per il dilatarsi delle filiere, aumentando le difficoltà per i consumatori già colpiti dall'inflazione; l'esportazione, soprattutto sui mercati forti del Nord Europa e degli Stati Uniti, evidenzia difficoltà persino delle produzioni agricole tipicamente italiane, storicamente collaudate come il made in Italy agroalimentare conosciuto, apprezzato ed imitato in tutto il mondo; l'interazione negativa dei fenomeni evidenziati comporta l'aumento dell'esposizione debitoria delle imprese, con una crescita preoccupante delle insolvenze; la situazione economica determina allarme sociale, perché in molte zone aumenta sempre più il numero delle famiglie ridotte all'indigenza, come testimonia il monito lanciato delle organizzazioni professionali e dalla stessa magistratura e le ripetute proteste, da ultimo quelle di Taranto, Ragusa, Agrigento e Catania; sotto il profilo fiscale l'attuale sistema risulta caratterizzato da troppi «trattamenti a termine», con disposizioni che vengono rinnovate di volta in volta (aliquota IRAP all'1,9 per cento; forfetizzazione IVA estesa a tutti gli imprenditori agricoli a prescindere dal reddito; riduzione dell'accisa sul gasolio utilizzato nelle serre; agevolazione sull'imposta di registro per gli acquisti di terreni agricoli); l'incertezza determinata dalle proroghe si ripercuote sui progetti aziendali, e i relativi oneri restano alti anche in rapporto ad agricolture strutturalmente più forti; il costo del credito in agricoltura è tra i più alti applicati alle attività produttive: tasso dal 4,49 per cento rispetto al dato medio del 4,19 per cento (operazioni oltre i cinque anni). I tassi di interesse più alti sono quelli applicati alle aziende agricole familiari localizzate nell'Italia insulare e meridionale (rispettivamente 5,52 per cento e 5,64 per cento); nel 2004 le esportazioni dei prodotti dell'agricoltura dall'Italia verso il mondo sono diminuite del 12,2 per cento. Il deficit della bilancia commerciale agricola è aumentato del 7 per cento. Rispetto al 2003 sono diminuite di quasi il 20 per cento le esportazioni di ortaggi, di uve da tavola, del 14 per cento la frutta; il crollo dei prezzi all'origine per alcuni prodotti ortofrutticoli è stato il fenomeno più drammatico della campagna agraria 2004, con punte addirittura catastrofiche in alcune zone del meridione dove non è stato raccolto il prodotto, in quanto i costi di raccolta erano superiori ai prezzi di vendita. Mediamente i prezzi all'origine delle produzioni agricole è calato, nel 2004 rispetto all'anno precedente, del 4,7 per cento. Particolarmente vistosa è stata la diminuzione del prezzo degli ortaggi: -17,7 per cento, con punte del 19 per cento per i pomodori in serra, del 25 per cento per le zucchine in serra, del 41 per cento per i finocchi, del 51 per cento per il radicchio. Solo un terzo del valore al consumo dei prodotti dell'agricoltura consumati allo stato fresco va all'agricoltore. Più precisamente, il 27 per cento per gli ortaggi freschi ed il 34 per cento per la frutta fresca. Ben al di sotto della media si collocano i peperoni, 16 per cento, il radicchio 11 per cento, le carote 9 per cento, i kiwi 17 per cento. Mediamente, fatto =100 il prezzo alconsumo di un ortaggio fresco collocato in un mercato a 200 chilometri dall'origine, il valore si ripartisce per il 27 per cento all'agricoltore, per il 17 per cento ciascuno al costo del trasporto e altri costi logistici, per il 30 per cento agli altri operatori della filiera, per il 9 per cento alle spese di imballaggio. Questo squilibrio si ingrandisce mano mano che aumentano le distanze tra zona di produzione e mercato al consumo. Le cause sono molteplici: troppi passaggi, (mediamente dai 6 agli 8) carenza di infrastrutture, assenza di piattaforme logistiche adeguate, debolezza delle organizzazioni di produttori, assenza o scarsa valorizzazione dei marchi locali; i costi contributivi in Italia (34,5 per cento circa) sono insopportabili sia in rapporto al numero di giornate lavorative necessarie per le colture meridionali (specialmente per l'ortofrutta), sia in rapporto ai paesi concorrenti, Spagna (29,10 per cento), Portogallo (21,50 per cento), Grecia; in questo quadro risulta, peraltro, inderogabile un processo di modernizzazione del sistema contributivo e delle tutele nel settore agricolo, che il tavolo costituito ormai più di due anni fa presso il ministero del Welfare è ben lungi dall'avere affrontato in termini concreti; la Camera dei Deputati ha approvato un ordine del giorno dell'opposizione che impegna il Governo a commisurare il costo contributivo sulla media di quello europeo, abbattendolo del 50 per cento nelle zone ad obiettivo 1); non meno grave è la crisi e la sofferenza dell'agricoltura di montagna e della zootecnia, in un meridione che ha dovuto cedere gran parte delle proprie quote di produzione del latte senza ottenere alcuna attenzione per il rilancio di una zootecnia da carne di qualità (i piani di riconversione previsti dalla legge 119 di riforma di regime delle quote latte non sono mai decollati); la manutenzione del territorio, specialmente nelle zone interne ed in presenza di calamità sempre più frequenti, che avrebbe potuto impegnare le aziende agricole a servizio della collettività e costituire una utile integrazione di reddito non ha avuto alcuna attenzione da parte del Governo; lo spazio rurale e la qualità della vita di chi ci abita hanno subito un ulteriore indebolimento con la soppressione di servizi essenziali quali scuole, uffici postali, servizi sanitari, rendendolo sempre più marginale; gli stessi processi negativi si sono registrati nel settore della pesca a partire dalle Regioni meridionali dove si concentra la maggior parte della flotta del nostro Paese, in cui il numero degli occupati si è ridotto dai 38.237 del 2000 a 29.598 nel 2003; la Commissione Europea ha trasmesso al Consiglio una comunicazione relativa alla gestione dei rischi e delle crisi nel settore agricolo che, alla luce della nuova PAC ed al processo di liberalizzazione degli scambi (che rende gli agricoltori europei sempre più esposti alla concorrenza ed alle fluttuazioni dei prezzi agricoli) propone misure supplementari alla stessa politica agricola comune per sostenere gli agricoltori nella gestione dei rischi e delle crisi; per la pesca si registra una sempre più marcata precarietà delle microeconomie locali, tipiche di tante marinerie meridionali, nonché una crisi legata all'incertezza del quadro legislativo e fiscale di riferimento, appesantito dal vertiginoso aumento del costo del gasolio (lo stesso tentativo di risposta, fornito con la possibilità di proporre in chiave normativa una riconversione degli addetti mediante l'uso della «ferrettara» si è rivelato insufficiente a frenare l'emorragia di reddito ed occupazione); impegna il Governo: a sostenere in sede di Consiglio Europeo l'introduzione di misure supplementari alla PAC tese a sostenere gli agricoltori europei nella gestione dei rischi di crisi; ad adottare urgenti iniziative per valorizzare un patrimonio agricolo italiano come quello del Mezzogiorno non delocalizzabile e quindi l'intero processo della filiera agroalimentare, a partire dal prodotto agricolo e ittico, destinando adeguate risorse finanziarie per lo sviluppo di politiche agricole in grado di dare certezze alle imprese; ad adottare iniziative, anche normative, volte a: a) realizzare una riforma fiscale che possa sostenere la competitività delle imprese, in particolare generalizzando il regime forfetario IVA e razionalizzando la base imponibile IRAP; b) allineare i costi contributivi alla media europea, riducendoli del 50 per cento nelle zone dell'obiettivo 1; c) abbattere i costi di produzione, con particolare riferimento a quelli energetici (anche mediante l'abbattimento delle accise sul gasolio), del credito, assicurativi, e di sistema, derivanti da un eccessivo carico burocratico; d) affrontare il problema della situazione debitoria delle aziende agricole in crisi, anche per il ripetersi delle calamità naturali, con interventi mirati alla ristrutturazione delle imprese in difficoltà, consentendo la sospensione delle rate in scadenza e la concessione di contributi sugli interessi dei mutui contratti per il consolidamento delle passività; e) facilitare la realizzazione di condizioni più sostenibili di indebitamento, passando dal credito a breve a quello a medio-lungo termine, anche attraverso lo sviluppo dei consorzi, fidi e l'utilizzo di fondi pubblici di garanzia; f) prevedere specifici Piani di settore, prioritariamente per l'ortofrutta e la serricoltura, finalizzati all'innovazione produttiva e tecnologica, necessarie per sostenere le produzioni sui mercati nazionali ed internazionali; g) introdurre più efficaci misure di tutela e promozione del made in Italy , per favorire la commercializzazione nel mercato globale dei prodotti agroalimentari italiani; h) prevedere, per le imprese agricole colpite da calamità naturali o emergenze fitosanitarie, una estensione a quindici anni della rateizzazione dei debiti dovuti all'INPS in modo che le somme da restituire non pesino insopportabilmente sui redditi (da tempo esposti a livelli di criticità); prevedere altresì la sospensione dei versamenti tributari e contributivi relativi all'anno 2005 per le imprese colpite dalla crisi di mercato; i) favorire forme di concentrazione dell'offerta, di aggregazione tra produttori agricoli e di organizzazione delle filiere agroalimentari, anche attraverso l'incentivo, all'utilizzo dello strumento cooperativo, al fine di garantire una migliore commercializzazione dei prodotti a partire da una adeguata remunerazione dei prezzi all'origine e la più evidente trasparenza possibile nella formazione del prezzo finale anche attraverso l'indicazione al banco del prezzo all'origine e intermedio e l'obbligo per la GDO di dedicare uno spazio sui banchi dei supermercati all'esposizione di prodotti locali; l) sostenere con decisione ed efficacia progetti di ricerca pubblica e privata sui prodotti e sui mercati, al fine di interpretare gli orientamenti dei consumatori e di indirizzare conseguentemente le produzioni; m) realizzare un piano di infrastrutture logistiche finalizzate a rendere più efficaci e meno costose le modalità di trasporto dei prodotti agroalimentari, in particolare freschi e deperibili, verso i mercati del nord; n) rilanciare i «Quartieri fieristici» del Mezzogiorno, prioritariamente Napoli e Bari, al fine di riposizionare il Sud d'Italia al centro delle iniziative euromediterranee, valorizzando la presenza delle produzioni agricole e agroalimentari; o) individuare adeguate risorse per il miglioramento della qualità delle produzioni meridionali e la loro promozione all'estero; p) attivare i controlli più efficaci e tempestivi sui prodotti agricoli importati al fine di garantire la sicurezza alimentare per tutti i cittadini; q) rilanciare l'agricoltura di montagna con particolare riferimento alla zootecnia appenninica per la produzione di carni di qualità; r) prevedere la predisposizione di un piano di manutenzione delle aree montane e collinari per la prevenzione dei dissesti che prevedano l'impiego delle aziende agricole locali; s) prevedere interventi specifici per combattere l'indebolimento delle aree rurali con speciale riferimento ai servizi civili essenziali e alla lotta alla criminalità; t) rifinanziare la legge per i giovani in agricoltura per destinare risorse specifiche al ricambio generazionale in agricoltura; ad adottare, per il settore della pesca, iniziative, anche normative, volte a: 1) armonizzare la normativa italiana sull'uso della «ferrettara» alla norma comunitaria; 2) stabilizzare il regime di proroghe contenute nella finanziaria 2005 (Legge 309 e regime fiscale cooperativo e consortile) con provvedimenti legislativi poliennali; 3) risolvere in via definitiva il problema dell'applicazione del canone ricognitorio alle attività di pesca acquicoltura e marinocoltura; 4) avviare una riforma fiscale del settore che assuma la tonnag tax come sistema di riferimento del settore; 5) promuovere e rafforzare i sistemi di autogestione e di sviluppo della cooperazione; 6) rafforzare il ruolo della ricerca promuovendo la creazione di un Centro comunitario per la ricerca sull'ambiente marino nel Mediterraneo; 7) operare in sede europea al fine di armonizzare la politica dei prezzi a partite dal gasolio; 8) a rafforzare la cooperazione e l'integrazione delle normative europee e dei paesi rivieraschi per il Mediterraneo; 9) proporre un nuovo piano triennale in grado di far uscire il settore dalla continua incertezza in cui si trova. (1-00433) «Violante, Castagnetti, Boato, Giordano, Sgobio, Cusumano, Intini, Zanella, Mazzuca Poggiolini, Rava, Marcora, Franci, De Mita, Pecoraro Scanio, Mastella, Borrelli, Oliverio, Preda, Rossiello, Sandi, Sedioli, Stramaccioni, Fusillo, Monaco, Ria, Ruggieri, Albertini, Dorina Bianchi, Potenza, Adduce, Annunziata, Roberto Barbieri, Enzo Bianco, Gerardo Bianco, Boccia, Bonito, Bova, Burtone, Cabras, Caldarola, Carboni, Cardinale, Carra, Cennamo, Chiaromonte, Cialente, Crisci, D'Antoni, De Franciscis, De Luca, Alberta De Simone, Titti De Simone, Di Gioia, Diana, Finocchiaro, Fioroni, Folena, Gambale, Iannuccilli, Iannuzzi, Ladu, Lettieri, Santino Adamo Loddo, Tonino Loddo, Loiero, Lolli, Lumia, Luongo, Maccanico, Mancini, Marini, Mariotti, Marone, Mattarella, Maurandi, Meduri, Minniti, Molinari, Oricchio, Ostillio, Pappaterra, Parisi, Luigi Pepe, Petrella, Pettinari, Piglionica, Piscitello, Pisicchio, Ranieri, Nicola Rossi, Rotundo, Russo Spena, Ruta, Sasso, Siniscalchi, Sinisi, Soro, Squeglia, Tanoni, Tuccillo, Vendola, Villari, Camo».

 
Cronologia
giovedì 10 marzo
  • Parlamento e istituzioni
    Piero Alberto Capotosti è eletto Presidente della Corte costituzionale

sabato 2 aprile
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Muore il pontefice Giovanni Paolo II.