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Documenti ed Atti

XIV Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04505 presentata da MOTTA CARMEN (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) in data 23/06/2005

Interrogazione a risposta in Commissione Atto Camera Interrogazione a risposta in Commissione 5-04505 presentata da CARMEN MOTTA giovedì 23 giugno 2005 nella seduta n. 644 MOTTA, INNOCENTI, GUERZONI, CORDONI, GASPERONI, BELLINI, TRUPIA, RAINISIO e DIANA. - Al Ministro delle politiche comunitarie e al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che: già dal 27 novembre del 2000, il Consiglio dell'Unione europea ha adottato un'importante direttiva, la 2000/78/CE, che determina il quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni del lavoro, vietando non solo le discriminazioni fondate sulla religione o sulle convinzioni personali, quelle fondate sugli handicap o sulle tendenze sessuali, ma altresì quelle fondate sull'età; la direttiva in questione fissa unicamente i requisiti minimi, lasciando liberi gli Stati di introdurre o mantenere disposizioni più favorevoli, stabilendo altresì che «il divieto di discriminazione basata sull'età costituisce un elemento essenziale per il perseguimento degli obiettivi definiti negli orientamenti in materia di occupazione e per la promozione delle diversità nell'occupazione», e che se in talune circostanze disparità di trattamento in funzione dell'età possono anche essere giustificate all'interno degli Stati membri, resta «essenziale distinguere tra le disparità di trattamento che sono giustificate, in particolare, da legittimi obiettivi di politica dell'occupazione, mercato del lavoro e formazione professionale, e le discriminazioni che devono essere vietate»; coerentemente con questa impostazione, il decreto legislativo del 9 luglio 2003, n. 216, è intervenuto per dare attuazione alla direttiva 2000/78/CE, disponendo le misure necessarie affinché i fattori indicati dalla direttiva medesima non siano causa di discriminazione; il comma 3 dell'articolo 3 del sopracitato decreto stabilisce in particolare che «nel rispetto dei principi di proporzionalità e ragionevolezza, nell'ambito del rapporto di lavoro o dell'esercizio dell'attività di impresa, non costituiscono atti di discriminazione ai sensi dell'articolo 2 quelle discriminazioni di trattamento dovute a caratteristiche connesse alla religione, alle convinzioni personali, all' handicap, all'età o all'orientamento sessuale di una persona, qualora, per la natura dell'attività lavorativa o per il contesto in cui essa viene espletata, si tratti di caratteristiche che costituiscono requisito essenziale e determinante ai fini dello svolgimento dell'attività medesima»; a dispetto delle suddette previsioni normative, è sufficiente scorgere gli annunci relativi alle richieste di lavoro pubblicati su giornali specifici o normalmente sui grandi quotidiani, dove sono costantemente richiesti specifici limiti di età, senza che venga fornita alcuna prova né indicazione circa il loro carattere di requisito essenziale e determinante ai fini dell'attività svolta o per il contesto in cui essa verrà espletata, così come le stesse procedure concorsuali per l'accesso al pubblico impiego non sempre appaiono del tutto coerenti con i principi espressi dalla normativa nazionale e comunitaria relativamente all'età -: se non ritengano che tale pratica diffusa da parte delle imprese non costituisca atto di discriminazione in violazione della normativa nazionale e comunitaria e, in ogni caso, quali iniziative, anche di carattere normativo, intendano adottare al fine di garantire che l'accesso ai posti di lavoro non venga discriminato in funzione dell'età con particolare riferimento al settore del pubblico impiego. (5-04505)

 
Cronologia
mercoledì 22 giugno
  • Parlamento e istituzioni
    Il Parlamento in seduta comune elegge, al sesto scrutinio, Gaetano Silvestri giudice della Corte costituzionale.

venerdì 1° luglio
  • Politica, cultura e società
    Al congresso dell'UDC Follini boccia l'idea di un partito unico del centro-destra, mette in discussione la leadership di Silvio Berlusconi e critica il bilancio del governo. Follini è rieletto segretario del partito.