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Documenti ed Atti

XIV Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00485 presentata da CRUCIANELLI FAMIANO (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) in data 28/09/2005

Mozione Atto Camera Mozione 1-00485 presentata da FAMIANO CRUCIANELLI mercoledì 28 settembre 2005 nella seduta n. 679 La Camera, premesso che: dal 13 al 17 dicembre 2005 è previsto lo svolgimento della VI Conferenza Ministeriale dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) ad Hong Kong; la stessa Conferenza Ministeriale è stata preceduta dal General Council della stessa OMC che si è svolto a fine luglio e al quale seguiranno ulteriori appuntamenti internazionali; l'Unione europea (UE) è uno dei più importanti soggetti che parteciperanno a questi incontri cruciali per il futuro dell'organizzazione, per dimensione economica e ruolo politico nei negoziati sul commercio internazionale; le conseguenze dell'esito dei diversi negoziati attualmente in discussione nell'OMC saranno fondamentali tanto per i paesi in via di sviluppo quanto per quelli industrializzati; in tutti questi negoziati sul commercio l'UE ha dato ampio mandato per negoziare alla Commissione Europea, ed al Commissario Europeo al Commercio in particolare; e che tale mandato negoziale risale al 1999, prima della Conferenza Ministeriale dell'OMC di Seattle, e non ha subito da allora alcuna modifica; dalla data di conferimento dell'attuale mandato si sono svolte tre Conferenze Ministeriali, e due di queste si sono risolte in un completo fallimento; questo mandato risale a prima dell'ingresso di dieci nuovi paesi membri all'interno dell'UE ed il contesto geopolitico globale dal 1999 ad oggi è cambiato radicalmente; l'UE aveva già avanzato prima della Conferenza Ministeriale di Cancun richieste di liberalizzazione anche ai paesi più poveri del mondo ed in materia di servizi essenziali, in particolare per quanto riguarda l'acqua, la sua gestione e depurazione, settori che hanno visto proteste diffuse in numerosi paesi in seguito alla liberalizzazione e conseguente privatizzazione della gestione di questi servizi; il 1 o gennaio del 2005 è scaduto l'accordo internazionale che regolava il sistema delle quote nel settore del tessile e abbigliamento; in seguito alla fine di questo accordo sia alcuni dei paesi più ricchi al mondo, quali Usa o Italia, sia alcuni dei più poveri, quali Bangladesh o Sri Lanka, hanno denunciato le conseguenze a breve termine molto pesanti per l'occupazione e per l'indotto del settore, a causa dei bassi costi di produzione in mancanza di standard sociali minimi riconosciuti internazionalmente e delle massicce esportazioni di alcuni paesi emergenti, ed in particolare della Cina ed in misura minore dell'India; in Italia il settore tessile sta attraversando una grave crisi, legata alla grande difficoltà del sistema economico italiano, per motivi intrinseci alla sua storia e struttura, ad adattarsi ad un regime di competizione globale promossa dagli accordi di liberalizzazione in ambito OMC, che non considera affatto la promozione di standard minimi sui diritti dei lavoratori, i diritti sociali, umani, e la protezione dell'ambiente, generando così un fenomeno di dumping socio-ambientale verso alcuni paesi maggiormente sviluppati. Gli accordi recentemente stipulati tra l'UE e la Cina in ambito di importazione di prodotti tessili verso l'Europa, e le difficoltà di applicazione nel concreto, pur fornendo un periodo utile di assestamento per le nostre aziende, non sembrano fornire soluzioni valide nel lungo periodo e testimoniano la necessità di elaborare proposte di carattere strutturale di ristrutturazione del nostro tessuto industriale; in sede OMC riveste particolare importanza, anche per quanto riguarda il settore tessile, il negoziato sull'accesso al mercato per i prodotti non agricoli (NAMA), che prevede la liberalizzazione del commercio dei prodotti industriali, estrattivi, forestali e della pesca ed una diminuzione e progressiva eliminazione tanto delle barriere tariffarie quanto delle barriere non tariffarie al commercio di questi prodotti; nel negoziato NAMA qualunque legge o normativa adottata da un paese per tutelare l'ambiente, la salute pubblica, i diritti umani e sociali fondamentali ma anche per lo sviluppo economico, l'occupazione, la certificazione e l'etichettatura dei prodotti rischia di venire considerata una barriera non tariffaria ed una limitazione al libero commercio, per tanto da ridurre e progressivamente eliminare in ambito OMC; oggi oltre duecento legislazioni nazionali esistenti nel mondo, ed in particolare nell'UE, in materia di standard ambientali, sociali e diritto del lavoro ed in settori quali il tessile, la pesca, la produzione e commercializzazione del cibo, il legname, il petrolio, l'efficienza energetica, i prodotti chimici, l'elettronica, l'industria automobilistica, la salute e la tutela degli animali, i medicinali, il riciclaggio dei rifiuti e molti altri sono gravemente minacciate dalle proposte avanzate nell'ambito del negoziato NAMA; considerato che: al di là dei negoziati in ambito OMC, la stessa UE sta portando avanti altri negoziati su base bilaterale e regionale, quali in particolare gli Accordi di Partenariato Economico (EPAs) con i 77 paesi di Africa, Caraibi e Pacifico (paesi ACP); questi EPAs sono essenzialmente degli accordi di libero commercio che prevedono una liberalizzazione ancora più spinta ed un numero ancora maggiore di temi negoziali rispetto a quelli in ambito OMC che vedono già pressanti richieste avanzate ai paesi ACP dall'UE; le conseguenze di tali negoziati rischiano di essere molto pesanti per lo sviluppo di lungo termine ed i diritti fondamentali degli abitanti dei paesi ACP; osservato che: l'OMC tramite il suo Organo di Risoluzione delle Dispute che può comminare sanzioni a chi non rispetta le proprie decisioni, ha un potere ed un'autorità enormemente superiori a quelli delle Agenzie specializzate dell'ONU che dovrebbero tutelare i diritti dei lavoratori quali l'OIL, l'ambiente (UNEP), il rapporto tra commercio e sviluppo (UNCTAD), la salute pubblica (OMS) e molte altre tematiche fondamentali che dovrebbero essere nettamente prevalenti su quelle meramente commerciali o economiche; nonostante l'attuale agenda negoziale sia stata denominata un'agenda per lo sviluppo, il sistema WTO non ha considerato affatto il suo contributo o meno al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio definiti dall'intera comunità internazionale nel 2000 in ambito Nazioni Unite; impegna il Governo: ad attivarsi in sede europea affinché si pervenga ad una revisione della politica commerciale europea e del mandato del Commissario Europeo al Commercio, che preveda in primo luogo un maggiore coinvolgimento dei Parlamenti dei paesi membri e del Parlamento europeo; adoperarsi in sede europea, affinché la Conferenza Ministeriale di Hong Kong venga principalmente dedicata ad una valutazione degli impatti di dieci anni di liberalizzazioni commerciali promosse in ambito OMC in termini di sviluppo, economico ma anche sociale e soprattutto di rispetto dei diritti fondamentali delle persone e dell'ambiente nel Nord come nel Sud del mondo; adoperarsi in sede europea, affinché sia elaborata una valutazione degli impatti sociali ed ambientali dei negoziati nel settore industriale (NAMA), in particolare quelli nel settore del tessile e dell'abbigliamento e per quel che concerne le normative vigenti per la tutela dell'ambiente o dei diritti sociali ed umani; adoperarsi in sede europea perché siano ritirate le richieste europee di liberalizzazione dell'acqua e di altri servizi essenziali per le popolazioni dei paesi in via di sviluppo nell'ambito del negoziato GATS, al fine di favorire il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio in questi paesi; discutere e valutare con gli altri paesi europei le alternative possibili all'attuale approccio negoziale degli EPAs, nello spirito dell'accordo di Cotonou tra UE e paesi ACP all'interno del quale questi accordi di liberalizzazione sono proposti, proponendo modalità negoziali alternative che rispettino i diritti dei paesi ACP a perseguire un proprio percorso di sviluppo sostenibile senza ingerenze economiche o pressioni indebite da parte europea; intensificare l'azione a tutti i livelli per la piena rapida attuazione del Protocollo di Kyoto e delle convenzioni globali ambientali (siccità, biodiversità, eccetera); adoperarsi per una profonda riforma della governance economica internazionale che riequilibri il ruolo ed il potere delle organizzazioni finanziarie e commerciali internazionali, ed in particolare riporti l'OMC all'interno del sistema ONU e stabilisca la priorità e la centralità dei diritti umani, sociali e del lavoro e delle Convenzioni internazionali sull'ambiente rispetto agli accordi commerciali; ad adoperarsi in tale direzione per affermare la prevalenza delle decisioni prese dalle agenzie specializzate dell'ONU deputate alla tutela di questi diritti e degli Accordi Multilaterali sull'Ambiente rispetto alle decisioni prese in sede OMC o nei negoziati commerciali bilaterali e regionali. (1-00485) «Crucianelli, Spini, Fioroni, Cima, Michele Ventura, Marcora, Folena, Calzolaio, Innocenti, Realacci, Ranieri, Sciacca, Benvenuto, Pistone, Pisa, Ruzzante, Galante, Grandi, Trupia, Zanotti, Vertone, Vigni, Emerenzio Barbieri, Lolli, Pettinari, Tedeschi, Angioni, Buffo, Di Serio D'Antona, Annunziata, Soda, Bellini, Tidei, Fumagalli, Cennamo, Panattoni, Bolognesi, Bielli, Duca, Carli, Rossiello, Borrelli, Ceremigna, Carboni, De Brasi, Giacco, Iannuccilli, Lulli, Mariotti».

 
Cronologia
venerdì 23 settembre
  • Parlamento e istituzioni
    Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nomina Sergio Pininfarina, industriale, senatore a vita per altissimi meriti in campo sociale.

mercoledì 5 ottobre
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva, con 310 voti favorevoli e 226 contrari, la questione di fiducia sull'approvazione, senza subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'emendamento Dis. 1.1. del Governo, interamente sostitutivo dell'articolo unico del disegno di legge AC 6053, di conversione del D.L. 17 agosto 2005, n. 162, recante Ulteriori misure per contrastare i fenomeni di violenza in occasione di competizioni sportive.