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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XVI Legislatura della repubblica italiana

INTERPELLANZA URGENTE 2/00093 presentata da FIANO EMANUELE (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20080715

Atto Camera Interpellanza urgente 2-00093 presentata da EMANUELE FIANO martedi' 15 luglio 2008 nella seduta n.035 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, il Ministro della giustizia, il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che: Abou Elkassim Britel, nato il 18 aprile del 1967 a Casablanca, a ventidue anni e' emigrato in Italia, a Bergamo, dove ha lavorato come operaio, dal 1995 e' sposato con Khadija Anna Lucia Pighizzini, residente a Bergamo, e dal 1999 e' cittadino italiano; la Questura di Bergamo, nel 2000, ha aperto su Britel un fascicolo, avviando indagini su presunte finalita' terroristiche, in base al fatto che in casa del fratello di Elkassim sarebbe passato un sospetto responsabile di una cellula terroristica in Italia; il 3 luglio del 2001, la casa di Elkassim viene perquisita dalla polizia; lo stesso anno il Corriere della sera ha pubblicato la notizia del ritrovamento del numero telefonico di casa di Britel a Kabul, in un campo di addestramento talebano, denunciando che lo stesso Britel aveva fatto perdere le sue tracce; Elkassim Britel viene indagato dalla magistratura per presunta partecipazione all'organizzazione terroristica islamica Al Qaeda avente come scopo il compimento di atti di violenza, alcuni dei quali commessi, presumibilmente, a Bergamo; durante il procedimento in Italia, Britel e' rimasto a piede libero, non sono state, infatti, messe in atto misure cautelari personali; l'avvocato di Britel, Francesca Longhi, successivamente, ha presentato una denuncia contro la stampa per la pubblicazione di alcune notizie ritenute false; nel giugno del 2001, con regolare passaporto italiano, Britel si reca in Pakistan, per ragioni di studio e di lavoro, viene fermato, il 10 marzo del 2002, a Lahore per un controllo e gli viene contestato il possesso di un passaporto italiano falso nonche' l'appartenenza a gruppi terroristici, accuse formulate anche in base alle segnalazioni della polizia italiana; Britel viene trasferito, il 5 maggio del 2002, ad Islamabad dove, per quattro volte, viene portato in una villa dove degli americani lo avrebbero minacciato e fatto domande sulla sua appartenenza a gruppi terroristici, ma, soprattutto, gli avrebbero chiesto, collaborazione per una supposta guerra al terrorismo in Italia; nella notte tra il 24 e il 25 maggio del 2002 Britel con un aereo della Cia targato N379P, come risulta dalle indagini del Parlamento europeo sulle extraordinary renditions, viene trasportato insieme ad altri dal Pakistan in Marocco dove viene prelevato dalla Dst, i segreti marocchini, e trasferito nel carcere di Temara; per otto mesi e mezzo Britel viene tenuto recluso in un luogo dove non vengono garantiti i diritti piu' elementari e fondamentali della persona, viene torturato, gli viene assolutamente impedito di parlare con qualunque avvocato e non viene comunicato ai famigliari l'avvenuto arresto; un rapporto dalla Federazione internazionale dei diritti umani sulle torture nelle carceri marocchine, ha denunciato, gia' nel 2004, il caso Britel, ricordando che e' cittadino italiano, che e' stato trasferito in segreto e torturato fino all'11 febbraio del 2003 quando, senza alcuna spiegazione e senza che nel frattempo gli sia stata mossa alcuna accusa formale, e' stato improvvisamente liberato; a maggio del 2003 Britel e la moglie, che nel frattempo lo aveva raggiunto in Marocco, si preparano a lasciare il paese con un documento provvisorio rilasciato dall'Ambasciata italiana, in quanto il passaporto ritenuto falso era stato sequestrato dai pakistani; il 15 maggio 2003 Britel si appresta a varcare la frontiera terrestre tra il Marocco e la citta' spagnola di Melilla, ma viene arrestato al momento del passaggio del confine. È opportuno a questo proposito notare che in uno scambio di e-mail con l'Ambasciata italiana, Britel aveva invano chiesto protezione e aiuto nel rientro in Italia; in seguito all'arresto del 15 maggio, invano la moglie e il suo avvocato, Francesca Longhi, cercano notizie tramite la polizia, che risulta essere a conoscenza dei fatti: risulta, infatti, che l'ufficio della Digos di Bergamo abbia ricevuto il 22 maggio una comunicazione dalla Direzione centrale di polizia di prevenzione, nella quale i servizi segreti marocchini segnalavano che il signor Elkassim Britel era stato fermato al confine con Melilla «perche' in passato indicato quale frequentatore di un campo militare in Afghanistan. Inoltre nonostante non ci fossero elementi tali da sostenere il coinvolgimento del Britel nell'attentato di Casablanca, si starebbe comunque sottoponendo il medesimo ad interrogatorio»; solo il 10 di settembre 2003 giunge alla moglie e all'avvocato la notizia che Elkassim Britel e' stato arrestato; il 16 settembre del 2003, Britel, rinchiuso nella prigione di Sale', viene sottoposto a processo per banda armata e terrorismo, i quattro mesi nel carcere di Te'mara e i duri interrogatori lo hanno portato ad una confessione, il processo si svolge molto velocemente: il 3 ottobre 2003 Elkassim Britel viene condannato a 15 anni di carcere, in appello, il 7 gennaio 2004, la pena e' ridotta a nove anni; secondo il suo avvocato difensore, Britel e' stato giudicato e condannato dalla magistratura marocchina, sostanzialmente, per reati di opinione e reati associativi, non ci sono contestazioni precise che vengono mosse ai danni di Britel, l'avvocato marocchino che lo assiste non ha potuto avere copia di nessun atto di indagine ne' comprovare sia la prima e sia la seconda carcerazione segreta; il 29 settembre 2006 il Gip presso il tribunale di Brescia, Francesca Morelli, accogliendo la richiesta del Pubblico ministero Francesco Piantoni, per «totale insussistenza di elementi di accusa processualmente utilizzabili, che consentano di affermare che gli indagati abbiano partecipato ad un'organizzazione terroristica islamica», ha archiviato il caso; Elkassim Britel si trova tuttora detenuto nella prigione di Oukasha, a Casablanca, Marocco, dove sta scontando la sentenza a nove anni di carcere; durante la sua lunga prigionia, Britel ha attuato diversi scioperi della fame - gli ultimi dei quali dal 16 novembre 2007 al 7 gennaio 2008 e dal 31 marzo al 22 giugno 2008 - allo scopo di sollecitare la propria liberazione, e oggi le sue condizioni di salute, gia' minate dalla lunga detenzione, dalle privazioni e torture fisiche e morali subite, destano preoccupazione; il giorno 30 maggio 2007 l'organizzazione statunitense per i diritti civili American Civil Liberties Union (Aclu) annunciava la propria intenzione di far causa a una sussidiaria della Boeing, di nome Jeppesen Data Planning, per aver partecipato, al sequestro di cinque persone, compreso il cittadino italiano Elkassim Britel, nell'ambito delle cosiddette extraordinary renditions, cioe' i veri e propri rapimenti attuati in nome della lotta al terrorismo e con la collaborazione illegale delle polizie di vari Paesi; la denuncia della Aclu ha avuto ampia risonanza nei mass media statunitensi, nonche' nella stampa internazionale (El Pais, per esempio), ed e' stata ribadita il 30 maggio 2007 da il Sole 24 Ore, in un'ampia inchiesta a firma di Claudio Gatti (pubblicata in simultanea con l'International Herald Tribune), che cerca di far luce sull'intera vicenda delle extraordinary renditions; in particolare si afferma che il signor Elkassim Britel «...e' stato sequestrato e trasportato a bordo di un Gulfstream V e di un Boeing 737 che operavano con il supporto della Jeppensen Data Planning», nonche' con quello di un'altra societa', di nome Air Routing International, con sede a Houston; tali dettagli, inquietanti, confermano la gravita' del caso Elkassim Britel, cittadino italiano, attualmente detenuto presso le carceri marocchine, e per il quale il Governo italiano precedente, in risposta ad una interpellanza urgente (2-00259) presentata dall'onorevole Locatelli affermava che «...un ulteriore appoggio verra' assicurato con il massimo impegno in occasione della prossima concessione del provvedimento di clemenza prevista per il prossimo 31 dicembre...»; una delegazione di parlamentari italiani ed europei, composta dagli onorevoli Locatelli, Khalil e Poletti, si e' recata in Marocco per perorare, presso il Governo locale, l'istanza di grazia a favore del signor Elkassim Britel; purtroppo tale grazia non e' stata concessa ed il signor Elkassim Britel continua ad essere detenuto in Marocco; un'altra interpellanza e' stata presentata il 18 dicembre 2007 dall'onorevole Marco Boato; il 14 febbraio 2007 il Parlamento europeo ha votato la propria «Risoluzione sul presunto uso dei paesi europei da parte della CIA per il trasporto e la detenzione illegali di prigionieri» nella quale: «condanna la consegna straordinaria del cittadino italiano Abou Elkassim Britel, che era stato arrestato in Pakistan nel marzo 2002 dalla polizia pakistana ed interrogato da funzionari USA e pakistani e successivamente consegnato alle autorita' marocchine e imprigionato nella prigione «Temara», dove e' ancora detenuto; sottolinea che le indagini penali in Italia contro Abou Elkassim Britel erano state chiuse senza che egli fosse incriminato; si rammarica che secondo la documentazione trasmessa alla commissione temporanea dall'avvocato di Abou Elkassim Britel, il Ministero dell'interno italiano all'epoca fosse in «costante cooperazione» con servizi segreti stranieri in merito al caso di Abou Elkassim Britel dopo il suo arresto in Pakistan; invita il Governo italiano a prendere misure concrete per ottenere l'immediato rilascio di Abou Elkassim Britel e a fare in modo che Abu Omar possa essere processato dal tribunale di Milano»; il 6 giugno 2008, una nuova missiva di denuncia del caso Britel, sottoscritta da svariati parlamentari europei, e' stata inviata al Ministro degli esteri onorevole Franco Frattini; va considerato che altri Governi si sono attivati per ottenere la liberazione di loro cittadini. Specificatamente il Governo inglese ha chiesto a quello degli Stati Uniti la liberazione di cinque suoi cittadini, incluso Binyam Mohamed, persona la cui vicenda appare speculare a quella di Britel. Anche lui e' un cittadino europeo naturalizzato e anche lui e' stato apparentemente vittima di una extraordinary rendition che si ritiene avvenuta col supporto logistico della Jeppesen -: quali iniziative intendano intraprendere per verificare e perseguire le responsabilita' di Jeppesen Planning e Air Routing International, nel rapimento di un cittadino italiano; come intenda procedere, attivando i canali bilaterali con il Regno del Marocco, perche' il cittadino italiano Elkassim Britel venga immediatamente rilasciato ovvero riceva grazia reale dal sovrano del Marocco, Mohammed VI; poiche' Elkassim Britel e' un cittadino italiano vittima con ogni probabilita' di una extraordinary rendition e dal 2002 sta vivendo secondo quanto si apprende, una vicenda al di fuori di ogni parvenza di legalita' e di rispetto dei diritti umani, cosa intendano fare i Ministri interpellati in relazione alla situazione del signor Elkassim Britel fine di ottenere la sua definitiva liberazione. (2-00093) «Fiano, Bachelet, Barbi, Bellanova, Boccuzzi, Braga, Calvisi, Marco Carra, Codurelli, Corsini, Gianni Farina, Ferrari, La Forgia, Maran, Meta, Misiani, Morassut, Murer, Naccarato, Pistelli, Pizzetti, Rampi, Recchia, Rossa, Schirru, Tempestini, Tocci, Touadi, Velo, Vico, Zaccaria».





 
Cronologia
giovedì 10 luglio
  • Parlamento e istituzioni

    La Camera approva il disegno di legge recante disposizioni in materia di sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato (C. 1442), che sarà approvato definitivamente dal Senato il 22 luglio (legge 23 luglio 2008, n. 124 - c.d. lodo Alfano).



martedì 15 luglio
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva, con 322 voti favorevoli, 267 contrari e 8 astenuti, l'emendamento Dis. 1.1 del Governo, interamente sostitutivo dell'articolo unico del d.d.l. di conversione del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica (C. 1366), sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

mercoledì 16 luglio
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva, con modificazioni, il ddl di conversione del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica (C. 1366), che sarà approvato definitivamente dal Senato il 23 luglio (Legge 24 luglio 2008, n. 125).