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Documenti ed Atti

XVII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00226 presentata da PIRAS MICHELE (SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA') in data 16/04/2013

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-00226 presentato da PIRAS Michele testo di Martedì 16 aprile 2013, seduta n. 9 PIRAS , MIGLIORE , NARDI , NICCHI , DANIELE FARINA , LAVAGNO , MELILLA , PELLEGRINO e ZAN . — Al Ministro della giustizia, al Ministro della difesa . — Per sapere – premesso che: la sera del 10 aprile 1991, in seguito alla collisione fra la petroliera «Agip Abruzzo» e la motonave «Moby Prince» (tratta Livorno-Olbia) della compagnia di navigazione Moby Lines, perdevano la vita, arse vive, 140 persone; a distanza di 22 anni la memoria delle vittime e i loro familiari non trovano giustizia né verità circa i reali accadimenti di una tragedia che ha progressivamente assunto i contorni di un giallo, che è stato già definito la «Ustica del mare»; gli eventi di contesto che hanno portato alla collisione fra le due imbarcazioni, inizialmente archiviata come frutto di errore umano, in realtà – anche in ragione dei supplementi di inchiesta condotti dai legali dei familiari delle vittime (in particolare dai figli del comandante Ugo Chessa) – lasciano emergere un quadro decisamente differente; un recente articolo del giornalista Piero Mannironi, comparso sul quotidiano «La Nuova Sardegna» del 9 aprile 2013, ha avuto il merito di riaccendere i riflettori su detta tragedia; le ulteriori inchieste e perizie condotte sul caso in questione – anche attraverso l'uso di materiali audiovisivi – avrebbero fatto emergere almeno due elementi che impongono una revisione della ricostruzione degli eventi: a) la posizione della Moby Prince e quella della petroliera Agip Abruzzo dimostrano che lo speronamento della petroliera avvenne nella rotta verso il porto di Livorno, invece che verso Olbia dove la nave passeggeri avrebbe dovuto essere diretta; b) la voce proveniente dalla misteriosa nave «Theresa II», allontanatasi a tutta velocità dal luogo di collisione, registrata dagli strumenti radio, che comunicò con la «Nave uno» la sera dell'incidente – in base alle comparazioni compiute dall'esperto di ingegneria forense Gabriele Bardazza – risulterebbe essere quella del comandante greco della nave militarizzata statunitense «Gallant 2» Theodossiou; non risulta chiara la ragione per cui il comandante Theodossiou abbia ritenuto di non utilizzare via radio il proprio nominativo; non risultano chiare le ragioni per le quali la Moby Prince avrebbe cambiato la rotta prevista facendo ritorno al porto di Livorno, invece che proseguire la crociera verso Olbia; la nave militare statunitense «Gallant 2» – insieme ad altre della medesima Marina militare – erano impegnate nel trasporto di armi verso la base Usa di Camp Darby, in una fase storica che coincide con l'ultimo giorno della missione «Desert Storm»; in seguito alle vicende ricordate la Gallant 2 scomparve e le armi di cui sopra non giunsero mai alla base Usa, come dimostra il tracciato dell'attività del ponte mobile di Calabrone, che fornisce accesso al canale di Navicello, rimasto chiuso dal pomeriggio del 10 aprile al mattino del giorno successivo; su istanza dell'avvocato Carlo Palermo, legale dei figli del comandante della Moby Prince Chessa, si è aperta una seconda inchiesta sul caso; l'ipotesi sulla quale si fonda l'inchiesta – acquisiti e rivisitati atti o addirittura documenti misteriosamente scomparsi – è che la nave civile sia finita in mezzo a un frenetico traffico d'armi segreto, organizzato dalle autorità militari statunitensi ed autorizzato da quelle italiane, che avrebbe animato in quelle ore il porto di Livorno; vanno ricordate le denunce dell'associazione ambientalista Legambiente e – successivamente – dello scrittore Roberto Saviano, circa l'avvenuto illegale smaltimento del relitto della Moby Prince presso la discarica So.ge.ri. di Castelvolturno, adiacente a quella di Bortolotto, gestita per anni dal clan camorristico dei Casalesi–: in che misura siano informati sui fatti citati ed ormai resi di dominio pubblico, ed in particolare, dell'istanza di riapertura dell'inchiesta depositata dall'avvocato Palermo per conto dei figli del Comandante Chessa; quali iniziative di competenza intenderebbero porre in essere per far emergere la verità sul caso in questione e per consentire che venga resa piena giustizia alla memoria del Paese ed ai familiari delle vittime. (4-00226)





 
Cronologia
martedì 9 aprile
  • Politica estera ed eventi internazionali

    In Siria viene rapito Domenico Quirico, giornalista del quotidiano La Stampa. Sarà liberato l'8 settembre.



giovedì 18 aprile
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