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Documenti ed Atti

XVII Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00152 presentata da CARRESCIA PIERGIORGIO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 23/07/2013

Atto Camera Mozione 1-00152 presentato da CARRESCIA Piergiorgio testo presentato Martedì 23 luglio 2013 modificato Lunedì 29 luglio 2013, seduta n. 60 La Camera, premesso che: con circolare n.3646/6096 il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia ha portato all'attenzione dei Provveditori regionali dell'amministrazione penitenziaria il documento recante le proposte elaborate nella sezione relativa agli interventi di carattere extra-normativo dei lavori della Commissione mista per lo studio dei problemi della magistratura di sorveglianza presentati in occasione del Salone sulla giustizia nel novembre 2012; il paragrafo 3.4. del documento allegato alla circolare, testualmente recita: «Affettività. – Oltre ai fondamentali interventi sulla territorialità, vi è ampio margine per favorire ulteriormente i legami con la famiglia e tutelare il diritto alla affettività. Si potrebbe, ad esempio, introdurre una maggiore flessibilità degli orari di accesso al carcere anche utilizzando i giorni festivi e le domeniche per i colloqui con i bambini, altrimenti costretti ad interrompere giornate di scuola, in situazioni tra l'altro spesso di marginalità sociale di una certa consistenza. Si ravvisa, inoltre, l'opportunità di un adeguamento delle strutture penitenziarie rimuovendo quegli ostacoli, di natura logistica o regolamentare, che si frappongono ad una più completa fruizione della genitorialità»; i dati forniti dal servizio statistica del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria aggiornati al 31 dicembre 2012 indicano che su un totale di 65701 detenuti sono coniugati 19746, vedovi 622, divorziati 1707, conviventi 6176 separati legalmente 2838. Il totale dei figli che i ristretti hanno dichiarato di avere è di 24564; si calcola che ogni giorno nell'Unione Europea siano circa 800.000 i minori che vivono una situazione di separazione a causa della detenzione di un genitore, ogni anno in Italia sono circa 100.000 i minori che varcano le soglie dei 207 stabilimenti penali per andare a trovare i loro cari (padri, madri, fratelli, sorelle, nonni, zii). I dati sopra citati sono una stima molto prudente poiché non rilevata nelle statistiche ufficiali ma frutto di un'analisi d'associazioni di volontariato che si occupano dei detenuti e dei loro figli; si tratta di un piccolo segmento della popolazione minorile molto vulnerabile, anche in considerazione delle conseguenze che la detenzione di un genitore porta nella loro vita sono il «lato oscuro del male e del sistema penale»; gli stati membri dell'Unione europea hanno firmato la convenzione UNCRC sui diritti dei bambini. Per i minori con genitori detenuti sono di particolare importanza le sotto elencate disposizioni; articolo 2, il diritto di non essere soggetti a discriminazioni; articolo 3, la protezione dell'interesse superiore del bambino; articolo 9, il diritto ad avere contatti diretti e frequenti con i genitori dai quali il bambino è separato; articolo 12, il diritto ad esprimere la propria opinione su ogni questione che lo riguardano; articolo 16, il diritto del bambino alla protezione della propria famiglia e della propria privacy; articolo 19, il diritto del bambino di essere protetto da ogni forma di violenza o di danno fisico o psicologico; articolo 94, il diritto di essere informato sul luogo dove si trova il familiare o i familiari, a meno che la divulgazione di tali informazioni possa mettere a repentaglio il benessere del fanciullo; altresì nell'articolo 8 della Convenzione Europea dei diritti dell'uomo (CEDU) si garantisce il diritto al rispetto della vita familiare di ogni persona senza interferenze ingiustificate e sproporzionate; da un'indagine realizzata sia in Italia che in altri Paesi europei (Danimarca, Polonia ed Irlanda del Nord) nel 2009 e che per il nostro Paese è stata coordinata dall'Associazione «Bambini senza sbarre» in collaborazione con il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, l'università statale Bocconi di Milano e il coordinamento europeo dell'istituto per i diritti umani di Copenaghen, è emerso che solo il 35 per cento degli istituti penali in Italia è provvisto di un locale idoneo destinato alla visita dei bambini; nel nostro ordinamento penitenziario, tra gli elementi del trattamento, sono inseriti i rapporti affettivi stabili con i familiari e lo specifico articolo 28, legge 26 luglio 1975 n.354, dispone «particolare cura è dedicata a mantenere, migliorare o ristabilire le relazioni dei reclusi con le famiglie»; la legge penitenziaria prevede ed assegna alle «sale colloqui» il ruolo d'accoglienza e condivisione d'affetti; luoghi in cui i bambini, attraverso i giochi, la lettura di favole e la condivisione nel consumo della merenda assieme al loro papà, nonni e zii possano esprimere la loro creatività superando, così, il trauma che il carcere, per sua natura, determina in ogni essere umano che ne supera la soglia d'ingresso; l'Italia ha ratificato con la legge n.176 del 1991 la Convenzione sui diritti dell'infanzia - Convention on the Rights Child, CRC, approvata dall'Assemblea dell'ONU il 20 novembre 1989, impegnandosi a rispettare i diritti in essa proclamati fra i quali, all'articolo 2, quello di «garantirne il godimento ad ogni fanciullo, indipendentemente da ogni differenza di razza, colore, sesso, lingua, religione, origine nazionale, etnica o sociale»; purtroppo l'organizzazione penitenziaria è tale che le «colpe dei padri ricadono sui figli» che sono pesantemente penalizzati nel diritto allo studio dall'amministrazione penitenziaria che non adotta provvedimenti atti a favorire gli incontri al di fuori degli orari scolastici. Per esempio, nella regione Marche, dei circa 400-500 minori figli dei detenuti ristretti negli istituti penali marchigiani solo alcuni riescono nel corso dell'anno scolastico ad avere un colloquio con il proprio padre o con la propria madre senza perdere un giorno di scuola a causa degli orari d'accesso ai penitenziari che sono stabiliti durante l'orario scolastico. Non si tiene pertanto conto del dovere del minore all'istruzione. In altri paesi europei, gli orari dei colloqui rispettano anche il diritto allo studio dei minori con maggiore flessibilità nel concedere l'apertura degli stabilimenti penali anche di domenica; eppure si è di fronte ad un gruppo di minori molto vulnerabile; occorre pertanto che, in Italia, non solo il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ma anche altre amministrazione interessate quali il Ministero della pubblica istruzione e le amministrazioni regionali adottino percorsi condivisi per il rispetto degli articoli 3 e 34 della nostra Costituzione e che gli orari destinati ai colloqui in carcere siano resi accessibili ai minori figli di detenuti, che frequentano con regolarità la scuola garantendo in tutte, come già avviene in alcune strutture, che le visite dei familiari avvengano anche di domenica; la situazione di difficoltà a colloqui che non collidano con il diritto allo studio dei minori è particolarmente avvertita in alcune regioni, come le Marche come rilevabile dai dati disponibili e da alcuni studi di settore (G. Cinti «Diritto alla bigenitorialità e detenzione» – tesi di laurea); l'estensione dei colloqui nei giorni festivi rappresenterebbe un momento di ripresa reale dei rapporti con i propri figli in considerazione che le sale colloqui sarebbero sicuramente meno affollate, ed al tempo stesso la pubblica amministrazione presterebbe più attenzione alle loro condizioni in relazione al valore che viene dato al percorso scolastico; vi è la possibilità di monitorare costantemente questi ragazzi durante il periodo di detenzione dei genitori, tramite la costante presenza d'operatori sociali e pertanto, poter intervenire se del caso con azioni di supporto, impegna il Governo a dare immediate disposizioni affinché sia garantita in tutti gli istituti penitenziari sia un'idonea logistica per gli incontri fra genitori e figli sia l'estensione dei colloqui nei giorni festivi al fine di garantire il diritto allo studio dei ragazzi che frequentano la scuola di ogni ordine e grado. (1-00152) « Carrescia , Vezzali , Ricciatti , Manzi , Luciano Agostini , Lodolini , Marcon , Marazziti , Zampa , Manfredi , Iacono , Carra , Tidei , Iori , Martelli , Gadda , Realacci , Ginoble , Oliaro , Giuseppe Guerini , Coccia , Coppola , Patriarca , Fabbri , Santerini , Bossa , Senaldi , Amoddio , Quartapelle Procopio , Moretti , Lacquaniti , Gasparini , Pellegrino , Pastorelli , Valiante , Campana , Terrosi , Valeria Valente , Scalfarotto , Matarrese , Capone , Gozi , Antezza , Bini , De Micheli , Cinzia Maria Fontana , Mogherini , Narduolo ».

 
Cronologia
venerdì 19 luglio
  • Parlamento e istituzioni

    Il Senato discute la mozione di sfiducia n. 1-00110 sen. Giarrusso (M5S) ed altri nei confronti del Ministro dell'interno Alfano, che è respinta con 55 voti favorevoli, 226 contrari e 13 astenuti.



mercoledì 24 luglio
  • Parlamento e istituzioni

    La Camera approva, con 427 voti favorevoli e 167 contrari, nel testo modificato dalle Commissioni riunite a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea, l'articolo unico del d.d.l. di conversione del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia (C. 1248 A/R), sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.