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Documenti ed Atti

XVII Legislatura della repubblica italiana

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00588 presentata da OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 05/02/2015

Atto Camera Risoluzione in commissione 7-00588 presentato da OLIVERIO Nicodemo Nazzareno testo di Giovedì 26 febbraio 2015, seduta n. 382 La XIII Commissione, premesso che: la Comunicazione della Commissione UE «Affrontare le pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare tra imprese», COM(2014) 472 del 15 luglio 2014, incoraggia gli Stati membri a combattere tali pratiche in maniera «opportuna e proporzionata», tenendo conto delle circostanze nazionali e delle migliori pratiche; significativa è l'osservazione secondo cui, alcuni Stati membri che avevano inizialmente affrontato le pratiche commerciali sleali con iniziative volontarie, hanno successivamente posto in essere strumenti normativi con misure più severe contro le pratiche commerciali sleali; il Regolamento (UE) 14 marzo 2012, n.261, sui rapporti contrattuali nel settore del latte, ha rappresentato con ampie motivazioni l'esigenza di una specifica tutela del settore lattiero-caseario, evidenziando l'aumento sensibile dei costi dei mangimi e di altri fattori di produzione e la circostanza che la diminuzione dei prezzi alla produzione non ha comportato la diminuzione dei prezzi ai consumatori; le istituzioni europee hanno evidenziato che per la maggior parte dei prodotti lattiero-caseari è aumentato per i settori a valle il margine lordo e la domanda non è riuscita ad adeguarsi alla diminuzione dei prezzi dei prodotti di base; nello stesso senso il «Gruppo di esperti di alto livello sul latte – GAL», istituito dalla Commissione Unione europea, ha rilevato che lo squilibrio del potere contrattuale induce pratiche commerciali sleali con un problema di trasmissione del prezzo lungo la filiera «in particolare per quanto riguarda i prezzi franco-azienda, il cui livello non evolve generalmente in linea con l'aumento dei costi di produzione»; nella riforma della PAC, il Regolamento (CE) n.1308/2013 recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli, individua quale strumento per ridurre gli squilibri del potere contrattuale tra gli agricoltori e gli altri operatori della filiera nel settore lattiero-caseario, la possibilità per gli Stati membri di imporre l'obbligo del contratto scritto nelle consegne di latte crudo; il citato regolamento CE n.1308 prevede, altresì, un ruolo qualificato delle organizzazioni di produttori per le contrattazioni nel settore lattiero caseario le quali perseguono specifiche finalità tra le quali rientrano quelle di «ottimizzare i costi di produzione» e «stabilizzare i prezzi alla produzione»; l'articolo 62 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n.1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n.27, recante la disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e alimentari, impone la forma scritta per i relativi, contratti, stabilendo che essi «devono essere informati a principi di trasparenza, correttezza, proporzionalità e reciproca corrispettività delle prestazioni, con riferimento ai beni forniti»; il decreto interministeriale n.199 del 2012, di attuazione dell'articolo 62, nel ribadire il divieto di qualsiasi comportamento del contraente che, abusando della propria maggior forza commerciale, imponga condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose, indica alcune fattispecie «tipiche» di pratiche abusive, che rientrano di diritto nella definizione di «condotta commerciale sleale»; particolarmente rilevante risulta la previsione del predetto decreto che all'articolo 4, lettera c) , vieta le pratiche che determinino, in contrasto con il principio della buona fede e della correttezza, prezzi palesemente al di sotto dei costi di produzione medi dei prodotti oggetto delle relazioni commerciali e delle cessioni da parte degli imprenditori agricoli, previsione su cui il parere del Consiglio di Stato del 27 settembre 2012 ha condiviso il riferimento al concetto di «costi di produzione medi», rilevato da fonti oggettive e imparziali; la situazione di debolezza contrattuale evidenziata a livello europeo e nazionale per le imprese agricole in generale si riscontra in forma accentuata nel settore lattiero-caseario in quanto il latte viene prodotto giornalmente, non può essere stoccato e va ritirato e destinato immediatamente alla lavorazione e trasformazione. Di conseguenza gli allevatori non sono nella condizione di interrompere le consegne alle imprese di trasformazione e si trovano praticamente costretti ad accettare le condizioni contrattuali, ed in particolare i prezzi, unilateralmente determinati, molto al di sotto dei loro costi di produzione; il settore lattiero-caseario, in un contesto caratterizzato da una situazione finanziaria grave e diffusa, è ulteriormente in crisi per le anomalie del mercato che fanno registrare una diminuzione del prezzo latte alla stalla del 19 per cento mentre il prezzo del latte fresco di alta qualità al consumo è aumentato nell'ultimo trimestre dell'1,2 per cento; la mancanza di informazioni ai consumatori sull'origine del prodotto consente di importare latte dall'estero e trasformarlo in prodotto «italiano», rendendo indistinto anche il 40 per cento della produzione nazionale; in particolare, a fronte di 1.550.000 di tonnellate di latte UHT «prodotto» in Italia, cui si aggiungono 500.000 tonnellate importate già confezionate, solo 500.000 tonnellate provengono da allevamenti italiani; la situazione è altrettanto grave anche per i formaggi, poiché vengono importati prodotti semi-lavorati, quali cagliate, caseine e caseinati, utilizzati per produrre «formaggi senza latte» ma con mere sostanze derivate, traendo in inganno i consumatori; ulteriore fenomeno di crisi deriva dalla concentrazione nelle multinazionali delle attività di lavorazione e trasformazione del latte, con sostituzione del latte locale, proveniente dai territori prossimi al consumo, con prodotto importato, non fresco, fenomeno che accentua la tendenza all'abbandono degli allevamenti zootecnici nelle zone maggiormente vocate del nostro Paese, con il conseguente venir meno del presidio idrogeologico e ambientale che gli agricoltori forniscono; il Piano di sviluppo rurale nazionale presentato dall'Italia in applicazione della PAC prevede una misura destinata a tutelare e valorizzare la biodiversità nel settore zootecnico, per consentire il miglioramento del sistema di gestione dei controlli funzionali e del miglioramento genetico; le difficoltà nelle relazioni contrattuali e nella trasmissione del prezzo ed i conseguenti squilibri nella filiera è un fenomeno ricorrente e nel giugno 2013 è stato segnalato, con numerosi elementi di fatto e di diritto, dalla federazione regionale Coldiretti Lombardia all'Autorità garante della concorrenza e del mercato; in particolare, è stata segnalata la situazione in cui versavano gli allevatori cui veniva ritirato il latte imponendo sostanzialmente prezzi largamente al di sotto dei costi di produzione stante l'impossibilità di raggiungere accordi contrattuali caratterizzati dai princìpi di equilibrio contrattuale di cui all'articolo 62; l'Autorità ha esaminato la segnalazione nell'adunanza del 4 dicembre 2014 senza peraltro ravvisare nessuno «squilibrio negoziale significativo tra le parti contraenti – presupposto necessario per l'applicazione dell'articolo 62 – posto che al tavolo della contrattazione del prezzo del latte siedono, dal lato dei venditori, tutti i produttori della regione interessati, rappresentati dalle proprie associazioni e organizzazioni di categoria»; l'Autorità è incaricata, ai sensi dell'articolo 62, comma 8, della vigilanza sull'applicazione delle disposizioni, all'accertamento delle violazioni e all'irrogazione delle sanzioni, i cui introiti sono destinati a finanziare, tra l'altro, iniziative di informazione in materia alimentare a vantaggio dei consumatori, impegna il Governo: ad assicurare per quanto di competenza la effettiva applicazione dell'articolo 62 relativo ai contratti di cessione dei prodotti agricoli e alimentari; a predisporre le norme di attuazione delle regole contrattuali comunitarie di cui al Regolamento (CE) n.1308/2013 prestando particolare attenzione ai criteri, ivi previsti, per calcolare il prezzo delle consegne del latte sulla base degli indicatori di mercato, del volume consegnato, della qualità e della composizione del latte crudo; a prevedere la realizzazione da parte di ISMEA di analisi specifiche relative ai costi di produzione delle imprese di allevamento ed alla ripartizione del valore aggiunto nella filiera del settore lattiero caseario; ad adottare, previa notifica alla Commissione europea, i decreti relativi all'indicazione obbligatoria nelle etichette del latte sterilizzato a lunga conservazione, del latte UHT, del latte pastorizzato microfiltrato o a elevata temperatura nonché dei formaggi e degli altri prodotti a base di latte, del luogo di origine del latte oggetto di trattamento; a sostenere in sede comunitaria la posizione secondo la quale l'obbligo dell'indicazione dell'origine sui prodotti in questione rappresenta una informazione necessaria ai fini della tutela dei consumatori e della prevenzione e della repressione delle frodi alimentari, superando il parere negativo di cui alla decisione della Commissione Unione europea del 22 aprile 2010 espresso su di un precedente decreto, parere basato sulle disposizioni della Direttiva 2000/13/CE, risalenti per la maggior parte al 1978, e che sono state abrogate dal Regolamento (CE) n.1169/2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori; a sostenere il sistema allevatoriale attraverso l'immediata attuazione dell'apposita misura prevista dal Piano nazionale di sviluppo rurale e la sua implementazione con le altre misure dei piani di sviluppo rurale, anche nel settore della ricerca e del trasferimento dell'innovazione tecnologica; a prevedere un piano organico per la promozione dei prodotti di qualità del settore zootecnico e lattiero caseario, anche nell'ambito dell'Expo di Milano; a promuovere iniziative nazionali per il consumo del latte e dei formaggi di qualità, soprattutto nelle scuole e nelle mense pubbliche; a sostenere attraverso le società pubbliche la realizzazione di iniziative specificamente destinate ai prodotti di qualità provenienti dagli allevamenti e dalle imprese di trasformazione che si impegnino all'acquisto dei prodotti nel pieno rispetto delle regole e dei princìpi di corretto equilibrio contrattuale sanciti dalle norme comunitarie e nazionali; a rendere pubblici i dati relativi alle importazioni di latte fresco e di prodotti semilavorati a base di derivati del latte anche attraverso la realizzazione di sistemi di tracciabilità delle sostanze utilizzate nella fabbricazione dei formaggi in modo chiaramente percepibile dai consumatori. (7-00588) « Oliverio , Sani , Franco Bordo , Fiorio , Mongiello , Luciano Agostini , Antezza , Anzaldi , Capone , Carra , Casati , Cominelli , Cova , Dal Moro , Galperti , Iacono , Lavagno , Lodolini , Marrocu , Palma , Prina , Rigoni , Romanini , Sgambato , Taricco , Tentori , Venittelli , Verini , Zanin , Fregolent , Amato , Zaccagnini , Paglia , Piras , Daniele Farina , Palazzotto , Berlinghieri , Falcone ».

 
Cronologia
martedì 3 febbraio
  • Parlamento e istituzioni
    Il Presidente della Repubblica Mattarella, davanti al Parlamento in seduta comune, presta giuramento e pronuncia il suo primo messaggio.

lunedì 9 febbraio
  • Politica, cultura e società
    Un nuovo naufragio di imbarcazioni che trasportano migranti a cento miglia da Lampedusa. Si stimano oltre trecento vittime.