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Documenti ed Atti

XVII Legislatura della repubblica italiana

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE CONCLUSIVA DI DIBATTITO 8/00102 presentata da OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 09/04/2015

Atto Camera Risoluzione conclusiva 8-00102 presentato da OLIVERIO Nicodemo Nazzareno testo di Giovedì 9 aprile 2015 in Commissione XIII (Agricoltura) Risoluzioni 7-00588 Oliverio, 7-00606 Rostellato e 7-00607 Gallinella: Iniziative per il sostegno del prezzo del latte. RISOLUZIONE UNITARIA APPROVATA DALLA COMMISSIONE La XIII Commissione, premesso che: la Comunicazione della Commissione UE «Affrontare le pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare tra imprese», COM(2014) 472 del 15 luglio 2014, incoraggia gli Stati membri a combattere tali pratiche in maniera «opportuna e proporzionata», tenendo conto delle circostanze nazionali e delle migliori pratiche; significativa è l'osservazione secondo cui alcuni Stati membri che avevano inizialmente affrontato le pratiche commerciali sleali con iniziative volontarie, hanno successivamente posto in essere strumenti normativi con misure più severe contro le pratiche commerciali sleali; anche alla luce di tale situazione va letta la crisi del settore lattiero-caseario nazionale, è ormai purtroppo nota a tutti: prezzi inferiori agli elevati costi di produzione ed incertezza sulle future quotazioni, anche a fronte dell'imminente cessazione del regime delle quote, costituiscono le criticità più rilevanti di un comparto che offre potenzialità inespresse soprattutto con riferimento alla scarsa presenza commerciale del prodotto italiano sui mercati esteri; il Regolamento (UE) 14 marzo 2012, n.261, sui rapporti contrattuali nel settore del latte, ha rappresentato con ampie motivazioni l'esigenza di una specifica tutela del settore lattiero-caseario, evidenziando l'aumento sensibile dei costi dei mangimi e di altri fattori di produzione e la circostanza che la diminuzione dei prezzi alla produzione non ha comportato la diminuzione dei prezzi ai consumatori; le istituzioni europee hanno evidenziato che per la maggior parte dei prodotti lattiero-caseari è aumentato per i settori a valle il margine lordo e la domanda non è riuscita ad adeguarsi alla diminuzione dei prezzi dei prodotti di base; nello stesso senso il «Gruppo di esperti di alto livello sul latte – GAL», istituito dalla Commissione Unione europea, ha rilevato che lo squilibrio del potere contrattuale induce pratiche commerciali sleali con un problema di trasmissione del prezzo lungo la filiera «in particolare per quanto riguarda i prezzi franco-azienda, il cui livello non evolve generalmente in linea con l'aumento dei costi di produzione»; nella riforma della PAC, il Regolamento (CE) n.1308/2013 recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli, individua quale strumento per ridurre gli squilibri del potere contrattuale tra gli agricoltori e gli altri operatori della filiera nel settore lattiero-caseario, la possibilità per gli Stati membri di imporre l'obbligo del contratto scritto nelle consegne di latte crudo; il citato regolamento CE n.1308 prevede, altresì, un ruolo qualificato delle organizzazioni di produttori per le contrattazioni nel settore lattiero caseario le quali perseguono specifiche finalità tra le quali rientrano quelle di «ottimizzare i costi di produzione» e «stabilizzare i prezzi alla produzione»; l'articolo 62 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n.1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n.27, recante la disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e alimentari, impone la forma scritta per i relativi, contratti, stabilendo che essi «devono essere informati a principi di trasparenza, correttezza, proporzionalità e reciproca corrispettività delle prestazioni, con riferimento ai beni forniti»; il decreto interministeriale n.199 del 2012, di attuazione dell'articolo 62, nel ribadire il divieto di qualsiasi comportamento del contraente che, abusando della propria maggior forza commerciale, imponga condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose, indica alcune fattispecie «tipiche» di pratiche abusive, che rientrano di diritto nella definizione di «condotta commerciale sleale»; particolarmente rilevante risulta la previsione del predetto decreto che all'articolo 4, lettera c), vieta le pratiche che determinino, in contrasto con il principio della buona fede e della correttezza, prezzi palesemente al di sotto dei costi di produzione medi dei prodotti oggetto delle relazioni commerciali e delle cessioni da parte degli imprenditori agricoli, previsione su cui il parere del Consiglio di Stato del 27 settembre 2012 ha condiviso il riferimento al concetto di «costi di produzione medi», rilevato da fonti oggettive e imparziali; i dati della produzione italiana di latte vaccino forniti dal CLAL registrano una produzione di 10.876.191 tonnellate per la campagna 2011-2012, di 10.806.501 per la campagna 2012-2013, di 10.771.343 tonnellate per quella 2013-2014 ed è stimato, per la campagna 2014-2015, un aumento del 3,4 per cento di prodotto, corrispondente ad uno sforamento della quota nazionale (10,923 milioni di tonnellate) di 200 mila tonnellate pari a multe per 55 milioni di euro; la situazione di debolezza contrattuale evidenziata a livello europeo e nazionale per le imprese agricole in generale si riscontra in forma accentuata nel settore lattiero-caseario in quanto il latte viene prodotto giornalmente, non può essere stoccato e va ritirato e destinato immediatamente alla lavorazione e trasformazione. Di conseguenza gli allevatori non sono nella condizione di interrompere le consegne alle imprese di trasformazione e si trovano praticamente costretti ad accettare le condizioni contrattuali, ed in particolare i prezzi, unilateralmente determinati, molto al di sotto dei loro costi di produzione; il settore lattiero-caseario, in un contesto caratterizzato da una situazione finanziaria grave e diffusa, è ulteriormente in crisi per le anomalie del mercato che fanno registrare una diminuzione del prezzo latte alla stalla del 19 per cento mentre il prezzo del latte fresco di alta qualità al consumo è aumentato nell'ultimo trimestre dell'1,2 per cento; la mancanza di informazioni ai consumatori sull'origine del prodotto consente di importare latte dall'estero e trasformarlo in prodotto «italiano», rendendo indistinto anche il 40 per cento della produzione nazionale; in particolare, a fronte di 1.550.000 di tonnellate di latte UHT «prodotto» in Italia, cui si aggiungono 500.000 tonnellate importate già confezionate, solo 500.000 tonnellate provengono da allevamenti italiani; su un totale di materia prima disponibile di circa 12.813.000 tonnellate l'83 per cento è latte italiano mentre il 17 per cento è latte sfuso o semilavorato di importazione, per la maggior parte trasformata e lavorata in Italia; di questo il 20 per cento diventa latte alimentare UHT e fresco, mentre il 40 per cento diventa formaggio DOP, il 23 per cento formaggio non DOP, l'1,5 yogurt, e lo 0,5 per cento altri sottoprodotti. Il 12 per cento di questa produzione è esportato, il 50 per cento viene venduto al dettaglio e il 38 per cento circa consegnato alla grande distribuzione (dati ISMEA); la situazione è altrettanto grave anche per i formaggi, poiché vengono importati prodotti semi-lavorati, quali cagliate, caseine e caseinati, utilizzati per produrre «formaggi senza latte» ma con mere sostanze derivate, traendo in inganno i consumatori; ulteriore fenomeno di crisi deriva dalla concentrazione nelle multinazionali delle attività di lavorazione e trasformazione del latte, con sostituzione del latte locale, proveniente dai territori prossimi al consumo, con prodotto importato, non fresco, fenomeno che accentua la tendenza all'abbandono degli allevamenti zootecnici nelle zone maggiormente vocate del nostro Paese, con il conseguente venir meno del presidio idrogeologico e ambientale che gli agricoltori forniscono; il Piano di sviluppo rurale nazionale presentato dall'Italia in applicazione della PAC prevede una misura destinata a tutelare e valorizzare la biodiversità nel settore zootecnico, per consentire il miglioramento del sistema di gestione dei controlli funzionali e del miglioramento genetico; si ritiene necessario operare una semplificazione delle procedure di cui al decreto 27 maggio 2004 del Ministro delle attività produttive e del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e del successivo decreto 14 gennaio 2005 del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali in materia di rintracciabilità e scadenza del latte fresco e in materia di linee guida per la stesura del manuale aziendale per la rintracciabilità del latte; le difficoltà nelle relazioni contrattuali e nella trasmissione del prezzo ed i conseguenti squilibri nella filiera sono un fenomeno ricorrente e nel giugno 2013 è stato segnalato, con numerosi elementi di fatto e di diritto, dalla federazione regionale Coldiretti Lombardia all'Autorità garante della concorrenza e del mercato; in particolare, la situazione in cui versavano gli allevatori cui veniva ritirato il latte, imponendo sostanzialmente prezzi largamente al di sotto dei costi di produzione, stante l'impossibilità di raggiungere accordi contrattuali caratterizzati dai princìpi di equilibrio contrattuale di cui all'articolo 62; l'Autorità ha esaminato la segnalazione nell'adunanza del 4 dicembre 2014 senza, peraltro, ravvisare nessuno «squilibrio negoziale significativo tra le parti contraenti – presupposto necessario per l'applicazione dell'articolo 62 – posto che al tavolo della contrattazione del prezzo del latte siedono, dal lato dei venditori, tutti i produttori della regione interessati, rappresentati dalle proprie associazioni e organizzazioni di categoria»; l'Autorità è incaricata, ai sensi dell'articolo 62, comma 8, della vigilanza sull'applicazione delle disposizioni, all'accertamento delle violazioni e all'irrogazione delle sanzioni, i cui introiti sono destinati a finanziare, tra l'altro, iniziative di informazione in materia alimentare a vantaggio dei consumatori, impegna il Governo: ad assicurare la effettiva applicazione dell'articolo 62 relativo ai contratti di cessione dei prodotti agricoli e alimentari, prevedendo, tra l'altro, un significativo inasprimento delle sanzioni pecuniarie nei confronti di chi pone in essere condotte tese a sfruttare abusivamente la maggior forza commerciale di cui dispone; a valutare l'opportunità di garantire una durata dei contratti minima di dodici mesi; a valutare l'opportunità di introdurre strumenti tesi a consentire una piena attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 4, comma 2, lettera c), del decreto ministeriale 19 ottobre 2012, n.199, al fine di evitare che il prezzo medio alla stalla sia palesemente inferiore al costo medio di produzione di singole aree produttive omogenee, calcolato sulla base degli indicatori di mercato, del volume consegnato, della qualità e della composizione del latte crudo, i costi delle materie prime e il costo finale di vendita del latte e dei prodotti trasformati ai consumatori, conformemente alle analisi specifiche fornite da ISMEA ed INEA; al riordino delle relazioni commerciali nel settore agroalimentare a partire dal comparto lattiero-caseario, attraverso l'incentivazione ed il rafforzamento delle organizzazioni dei produttori e delle organizzazioni interprofessionali, indirizzando, a tal fine, quota rilevante e delle risorse che saranno attivate, con particolare riguardo agli strumenti finanziari di garanzia, nell'ambito del programma di investimenti nelle zone rurali presentato dalla Commissione europea e dalla Banca europea degli investimenti il 23 marzo nel quadro del Memorandum of Understanding sulla cooperazione in agricoltura; a convocare il tavolo della filiera del settore latte, come strumento previsto dalle norme comunitarie, al fine di: programmare gli interventi che la filiera deve mettere in atto per incrementare la commercializzazione dei prodotti lattiero-caseari in Italia e all'estero; valutare, nel rispetto della normativa europea, interventi per la partecipazione ai programmi che favoriscano il consumo di latte e dei formaggi nelle scuole come previsto dall'articolo 26 del Regolamento sull'OCM unica, così da accedere agli aiuti previsti dall'Unione europea; favorire l'istituzione della Fiera agricola nazionale e internazionale che promuova presso i cittadini la conoscenza dei prodotti tipici locali e le produzioni e sia strumento per mettere a contatto la realtà produttiva lattiero-casearia con i cittadini; ad assumere iniziative di semplificazione delle procedure burocratiche a carico delle aziende agroalimentari; a valutare l'opportunità di introdurre modifiche o integrazioni al decreto 27 maggio 2004 del Ministro delle attività produttive e del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e del successivo decreto 14 gennaio 2005 del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali in materia di rintracciabilità e scadenza del latte fresco e in materia di linee guida per la stesura del manuale aziendale per la rintracciabilità del latte; ad adottare, nel rispetto della normativa europea, previa notifica alla Commissione europea, i decreti relativi all'indicazione obbligatoria nelle etichette del latte sterilizzato a lunga conservazione, del latte UHT, del latte pastorizzato microfiltrato o a elevata temperatura nonché dei formaggi e degli altri prodotti a base di latte, del luogo di origine del latte oggetto di trattamento in modo chiaramente visibile al consumatore per favorire la tracciabilità del prodotto, indicando, inoltre, le caratteristiche del prodotto iniziale e, in particolare, se trattasi di latte fresco o cagliate o cagliate congelate o semilavorati; a rafforzare, nel rispetto della normativa europea, l'azione di controllo sanitario sul latte importato con riferimento soprattutto ai paesi extra Unione europea nonché gli interventi a livello europeo per prevedere che i controlli sanitari minimi siano portati ad un unico adeguato livello in tutti i Paesi dell'Unione europea; a rafforzare, al fine di sostenere il comparto, gli interventi di mercato già previsti e finalizzati all'acquisto di formaggi da destinare agli enti caritativi di assistenza agli indigenti; a valutare l'opportunità di disporre, per l'ultimo periodo di applicazione del regime di contingentamento della produzione di latte, la restituzione dell'eventuale prelievo pagato in eccesso a favore delle aziende in regola con il pagamento dei prelievi relativi alle campagne pregresse e che, nel periodo 2014-2015, superino di percentuali contenute il proprio quantitativo di riferimento. (8-00102) « Oliverio , Gallinella , Franco Bordo , Rostellato , Cova , Carra , Dal Moro , Benedetti , Prina , Tentori , Sani , L'Abbate , Luciano Agostini , Amato , Antezza , Anzaldi , Artini , Barbanti , Baldassarre , Bechis , Berlinghieri , Massimiliano Bernini , Capone , Casati , Catanoso , Cominelli , Falcone , Daniele Farina , Fiorio , Fregolent , Galperti , Gagnarli , Iacono , Lavagno , Lodolini , Lupo , Marrocu , Mongiello , Mucci , Paglia , Palazzotto , Palma , Parentela , Piras , Prodani , Rigoni , Rizzetto , Romanini , Russo , Segoni , Sgambato , Taricco , Turco , Venittelli , Verini , Zaccagnini , Zanin ».

 
Cronologia
giovedì 2 aprile
  • Parlamento e istituzioni
    Presta giuramento il nuovo Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Del Rio.

mercoledì 15 aprile
  • Parlamento e istituzioni

    Il Senato approva, con 161 voti favorevoli, 108 contrari e 1 astenuto, nel testo licenziato dalla Camera il 31 marzo, l'articolo unico del d.d.l. di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 18 febbraio 2015, n. 7, recante misure urgenti per il contrasto del terrorismo, anche di matrice internazionale, nonché proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle Organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione (S. 1854), sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia (legge 17 aprile 2015, n. 43).