Documenti ed Atti
XVIII Legislatura della repubblica italiana
MOZIONE 1/00001 presentata da BORGONZONI LUCIA (LEGA - SALVINI PREMIER) in data 23/03/2018
Atto Senato Mozione 1-00001 presentata da LUCIA BORGONZONI venerdì 23 marzo 2018, seduta n.001 BORGONZONI, CENTINAIO, ARRIGONI, AUGUSSORI, BAGNAI, BARBARO, BERGESIO, BONFRISCO, BONGIORNO, BORGHESI, Simone BOSSI, Umberto BOSSI, BRIZIARELLI, BRUZZONE, CALDEROLI, CAMPARI, CANDIANI, CANDURA, CANTU', CASOLATI, DE VECCHIS, FAGGI, FERRERO, FREGOLENT, FUSCO, IWOBI, MARIN, MARTI, MONTANI, NISINI, OSTELLARI, PAZZAGLINI, Marco PELLEGRINI, PEPE, PERGREFFI, PIANASSO, PILLON, PIROVANO, Pietro PISANI, PITTONI, PIZZOL, PUCCIARELLI, RIPAMONTI, RIVOLTA, ROMEO, RUFA, SALVINI, SAPONARA, SAVIANE, SBRANA, SIRI, SOLINAS, STEFANI, TESEI, TOSATO, VALLARDI, VESCOVI, ZULIANI - Il Senato, premesso che: da diversi anni, nell'ambito delle sedi istituzionali e dei media , si discute sulla necessità del potenziamento del sistema autostradale e tangenziale di Bologna, in considerazione degli ingenti volumi di traffico, autostradale e non, che attraversano la città e rendono inadeguato l'attuale sistema viario, specialmente nelle ore di punta e nei periodi di esodo per le festività; nel tempo sono state avanzate diverse ipotesi di soluzione, tra passante nord, passante sud e passante di mezzo, con sopraelevazioni, interramenti e allargamenti; la soluzione del "passante autostradale nord Bologna, potenziamento tangenziali e opere stradali connesse" è stata anche inserita nel 1° allegato Infrastrutture al Documento di economia e finanza (DEF) 2013, approvato dal CIPE con delibera n. 26/2014, ma il procedimento amministrativo relativo al progetto non ha avuto seguito, anche perché è stato fortemente contestato dalla popolazione; attualmente, risulta in avanzato stato di approvazione il progetto presentato da Autostrade per l'Italia SpA con il titolo "Autostrada A14 - tratto Bologna Borgo Panigale - Bologna San Lazzaro - Potenziamento in sede del sistema autostradale e tangenziale di Bologna", meglio conosciuto come "passante di Bologna" o "passante di mezzo"; tale progetto prevede il potenziamento in sede a tre corsie più emergenza dal chilometro 9+100 al chilometro 22+231 dell'autostrada A14 e l'ampliamento a tre corsie più emergenza e a 4 corsie più emergenza nel tratto dallo svincolo di Castel Maggiore allo svincolo di Bologna Fiera della tangenziale di Bologna; come risulta dal sito del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la commissione VIA e VAS ha emesso il parere n. 2560 del 24 novembre 2017, sulla compatibilità ambientale del progetto definitivo, positivo con una serie di prescrizioni e raccomandazioni, che ha seguito il parere favorevole con prescrizioni e raccomandazioni della Regione Emilia-Romagna espresso con delibera n. 1202 del 2 agosto 2017; dalla stampa si apprende che anche il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha formulato un parere favorevole con prescrizioni e che si è ora in attesa dell'imminente emanazione del decreto di valutazione di impatto ambientale (VIA), congiunto tra i due Ministeri, che darebbe il via libera per l'approvazione definitiva dell'opera in sede di conferenza dei servizi; tuttavia, il progetto risulta fortemente contestato dalla popolazione locale, come evidenziato anche dal numero cospicuo di osservazioni del pubblico inviate in sede di procedimento di VIA; tale progetto sarebbe in contrasto con i vigenti strumenti di pianificazione territoriale, regionale, provinciale e comunale e, per dichiarazione degli stessi enti firmatari dell'accordo preliminare, rappresenta un potenziamento non ritenuto necessario da parte di tutti e da tanti ritenuto inadeguato e inutile ai fini della risoluzione dei problemi della congestione del traffico; i cittadini temono, soprattutto, l'inevitabile ulteriore aumento del traffico veicolare privato transitante nell'agglomerato di Bologna, che incrementerebbe gli impatti ambientali da inquinamento, avvicinandosi ancora di più alle abitazioni, e pregiudicherebbe la già precaria qualità dell'aria nella città con gravi conseguenze negative per la salute pubblica; la popolazione locale ritiene opportuna un'indagine epidemiologica, per conoscere la situazione delle patologie dovute all'inquinamento atmosferico nelle zone adiacenti all'attuale infrastruttura e poter così realmente giudicare eventuali aumenti futuri di tali patologie nello scenario post operam ; inoltre, i cittadini bolognesi lamentano la mancata applicazione della Convenzione di Aarhus, in merito ai diritti di accesso alle informazioni e di partecipazione del pubblico ai processi decisionali e alla giustizia in materia ambientale, denunciando una palese forzatura sul metodo con cui si è pervenuti alla decisione e sui tempi di approvazione del progetto: in particolare, mentre per il progetto del "passante nord" si è discusso giustamente per anni, sviscerando la questione in ogni minimo dettaglio prima di abbandonare il progetto, per il progetto del "passante di mezzo" non sono state date le stesse opportunità, magari contingentando meglio i tempi; anzi, il progetto è stato presentato alla cittadinanza già definito, permettendo limitate discussioni sulle alberature o sulle barriere antirumore; si riporta il comma 4 dell'articolo 4 della Convenzione di Aarhus che recita: "Ciascuna parte provvede affinché la partecipazione del pubblico avvenga in una fase iniziale, quando tutte le alternative sono ancora praticabili e tale partecipazione può avere un'influenza effettiva"; sulla base di tale comma, i comitati dei cittadini interessati hanno chiesto, purtroppo senza effettive risposte da parte delle competenti autorità, la revisione e l'aggiornamento degli atti di pianificazione, la riapertura del processo di partecipazione pubblica sul PRIT 2025 da parte della Regione, la predisposizione di un programma di monitoraggio della qualità dell'aria lungo l'intero asse autostradale e tangenziale, volto a verificare il reale stato dei superamenti giornalieri dei limiti massimi consentiti per gli inquinanti PM10, PM2,5, biossido di azoto e ozono; il comitato dei cittadini bolognesi ha denunciato un'assoluta strumentalità del percorso del "confronto pubblico" svolto, nonché la sua inutilità ai fini partecipativi, poiché tale processo non ha potuto esercitare alcuna influenza significativa sul progetto e sulla valutazione delle alternative progettuali; risulta presentata al Parlamento europeo una petizione (n. 1432/2016) sulla realizzazione del progetto denominato "passante di Bologna"; la petizione è stata discussa presso la Commissione petizioni del Parlamento europeo l'11 luglio 2017; durante la discussione, la Commissione europea ha dichiarato che non intende intraprendere alcuna azione supplementare nel caso, alla luce del fatto che la maggioranza delle questioni sollevate rientrano nelle competenze delle autorità nazionali; contro il parere della Commissione europea sono state depositate controdeduzioni, e la petizione risulta tuttora aperta presso la Commissione petizioni del Parlamento europeo; tra le questioni sollevate rientra quella dei contrasti tra la normativa nazionale su appalti e concessioni e l'accordo politico del 15 aprile 2016, firmato per il potenziamento del nodo tangenziale-A14 di Bologna, tra il Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore , il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il sindaco di Bologna, il presidente della Regione, il consigliere delegato alle infrastrutture, mobilità e viabilità della Città metropolitana di Bologna e la società Autostrade; la petizione evidenzia che, ai sensi dell'accordo del 15 aprile 2016, Autostrade per l'Italia SpA, concessionaria della A14, "affiderà la realizzazione delle corsie supplementari a una delle sue controllate senza indire alcuna gara ad evidenza pubblica per la selezione dei costruttori"; la Commissione europea osserva che la direttiva 2014/23/UE, sulle concessioni, "non contiene alcuna disposizione specifica che sancisce che il concessionario che non è stato selezionato mediante procedura di evidenza pubblica (mancanza di concorrenza a monte) sia obbligato a garantire la concorrenza a valle. Tuttavia, tale obbligo è previsto dalla legislazione italiana (…) Pertanto, se l'accordo del 15 aprile 2016 di cui sopra prevedeva disposizioni in violazione dell'articolo 177 del Codice, tale violazione potrebbe e dovrebbe essere sanata dalle autorità amministrative e giudiziarie competenti in Italia"; infatti, l'articolo 177 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, recante il codice dei contratti pubblici, prevede che i titolari di concessioni autostradali, già in essere alla data di entrata in vigore del codice, non affidate con la formula della finanza di progetto, ovvero con procedure di gara ad evidenza pubblica secondo il diritto dell'Unione europea, sono obbligati ad affidare una quota pari al 60 per cento dei contratti di lavori, servizi e forniture relativi alle concessioni di importo pari o superiore a 150.000 euro e relativi alle concessioni, mediante procedura ad evidenza pubblica; pertanto, in ordine all'eventuale futura realizzazione dell'opera, occorre verificare, da parte delle autorità competenti, l'applicazione della citata disposizione e la legittimità di eventuali accordi dal contenuto diverso; inoltre, i lavori di cantiere per l'ampliamento in sede dell'autostrada e tangenziale creerebbero gravi disagi alla circolazione dei veicoli in autostrada e sulle complanari, per un periodo estremamente lungo inizialmente stimato in 5-8 anni; per tutti questi anni saranno inevitabili i danni alla salute dei residenti, per polveri, sostanze inquinanti e rumore, nonché agli edifici circostanti per vibrazioni da cantiere e per incremento dei fenomeni di subsidenza in una zona già soggetta a questi fenomeni; il sistema autostrada-complanari rappresenta una barriera per le comunicazioni e per lo sviluppo delle aree poste a nord, crea interferenze negative reciproche con la viabilità ordinaria e provoca pericolose interferenze in caso di incidenti, in particolare per la mancanza delle vie di fuga in un'area densamente abitata; urbanisti di valore concordano nel ritenere che la scelta del "passante di mezzo" rappresenti un grave errore urbanistico e costituisca una grave ferita nel tessuto urbano della città di Bologna; si tratta pertanto di un'opera giudicata "inaccettabile" dal territorio, che nasce a giudizio dei proponenti del presente atto di indirizzo con gravi e riconosciuti difetti e sulla base di scelte politiche arbitrarie e imposte senza essere precedute da confronti pubblici effettivi con i cittadini interessati, impegna il Governo, stante l'approssimarsi della fine del proprio mandato, a non procedere all'ulteriore corso del procedimento amministrativo di approvazione del "passante di mezzo", evitando di assumere decisioni di estrema importanza per la città di Bologna, come appunto la realizzazione di una tale opera fortemente contestata dalla popolazione locale. (1-00001)