Documenti ed Atti
XVIII Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05397 presentata da SANI LUCA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 24/02/2021
Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-05397 presentato da SANI Luca testo di Mercoledì 24 febbraio 2021, seduta n. 462 SANI . — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che: nella prima fase dell'epidemia la reperibilità nel nostro Paese di dispositivi medici e di protezione individuale è risultata molto difficoltosa a causa della improvvisa discrepanza fra domanda ed offerta, con prezzi elevatissimi incrementati notevolmente rispetto alle settimane precedenti; con il decreto-legge n. 18 del 2020 (cosiddetto «Cura Italia») sono stati introdotti una serie di incentivi per la produzione e la fornitura di dispositivi medici e di protezione individuale per il contenimento e il contrasto dell'emergenza epidemiologica; in particolare, Invitalia ha predisposto, con risorse previste nel «Cura Italia», un fondo di 50 milioni di euro destinato alla riconversione industriale finalizzata alla produzione di dispositivi medici o dispositivi di protezione individuale; sono state 102 le imprese in totale ammesse agli incentivi, 65 progetti sono pervenuti da imprese che hanno deciso di riconvertire gli stabilimenti e 37 prevedevano ampliamenti dei siti produttivi; con la ripresa delle importazioni dalla Cina e dai Paesi orientali, da cui provengono dispositivi medici e di protezione individuale a basso prezzo, molte delle imprese italiane che si erano riconvertite con successo hanno cominciato ad avere gravi problemi economici; tra queste, la Dive System di Massa Marittima (provincia di Grosseto) che, da azienda di pregiate mute da sub, ha iniziato a produrre lo scorso anno tute produttive per medici e infermieri. L'impresa ha però recentemente dovuto licenziare tutte le 38 operaie assunte nella prima fase dell'epidemia: si tratta di donne, con una media di età di 45 anni, che erano riuscite a trovare comunque un lavoro in una difficile fase per l'occupazione. «I prezzi del mercato sono diventati aggressivi, le tute adesso arrivano dall'estero, non siamo più stati in grado di reggere il confronto. Per noi è un dispiacere enorme perché siamo consapevoli che quello che produciamo era di alta qualità: medici che hanno usato le nostre tute ci hanno detto più volte che erano le migliori»: ha dichiarato il proprietario dell'azienda; appare quindi paradossale che imprese italiane riconvertite grazie ad incentivi statali per produrre dispositivi medici e di protezione individuale di qualità siano costrette, oggi, a licenziare dipendenti a causa della concorrenza spesso sleale di prodotti di importazione a basso costo e con caratteristiche tecniche non adeguate; sono sempre infatti frequenti i casi di cronaca riferiti a sequestri di dispositivi medici e di protezione individuale non conformi. Secondo quanto riportato recentemente dai media in Italia, sono state sdoganate fino ad oggi 553 milioni di mascherine; secondo una stima, il 10 per cento potrebbe però aver avuto certificazioni fasulle ed, in merito, sono state aperte inchieste in tutta Italia; in questo contesto va poi aggiunto che la struttura commissariale ha annullato almeno tre contratti di fornitura: si tratta di dispositivi difettosi oppure di certificazioni non idonee; molte di queste mascherine sarebbero però ancora sul mercato; alcune delle mascherine autorizzate sono inoltre risultate non idonee: lo sostiene una società di controllo che ha effettuato le analisi sui dispositivi oggetto della maxi inchiesta aperta recentemente dalla procura di Roma; in base a quanto esposto fino ad ora, parrebbe evidente che, dopo il significativo sforzo logistico ed economico per assicurare una produzione nazionale di questi prodotti, il Governo si debba oggi adoperare in modo organico per tutelare sia le imprese del comparto, sia gli altri soggetti operanti sul mercato nazionale nel medesimo ambito; anche per tutelare la salute pubblica –: se il Governo non ritenga opportuno adottare iniziative di competenza, concrete e rapide, nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie sulla concorrenza, al fine di sostenere la continuità produttiva ed occupazionale delle aziende italiane produttrici di mascherine chirurgiche e dispositivi di protezione individuale che hanno investito sul territorio italiano e garantire conseguentemente la salute e la sicurezza pubblica. (5-05397)