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Portale storico della Camera dei deputati

Presidenti

Carlo Bon Compagni Di Mombello

V Legislatura del Regno di Sardegna

Tornata del 16 novembre 1855

Presidente. Onorevoli colleghi. Nel ritornare a questo Seggio, due sentimenti occupano l'animo mio. Quello della gratitudine per l'onore che ben tre volte mi conferiste e quello dei gravi doveri che mi sono imposti. Le parole non possono agguagliare la gratitudine che vorrei esprimervi; né, per quanto tutte le forze dell'animo intendano a che l'opera corrisponda alla gravità dell'incarico, mi fo illusione circa l'insufficienza mia, a cui dovrà supplire in molte parti la benignità vostra. Nell'assumere quest'ufficio e nell'esordire dei nostri comuni lavori mi conforta a fiducia la concordia dei pensieri circa i quali sono unanimi questo Consesso, questo Parlamento, questa nazione: amore agli ordini liberi in cui sta raccolto lo spirito del progresso e della civiltà moderna; devozione alla monarchia costituzionale di Savoia, i cui destini sono irrevocabilmente legati con quelli della patria italiana. L'unanimità e la concordia circa questi sentimenti varrà a superare le difficoltà che sono inerenti sempre al Governo degli Stati, che sono maggiori forse in questi momenti; quando tutti i popoli tengono con ansietà gli sguardi rivolti all'avvenire, quando noi dobbiamo sottostare a sacrifizi che il senso delle vostre deliberazioni potrà rendere meno gravi, ma da cui nessuna forza umana potrebbe esimerci. Felici tuttavia di avere, fra così gravi difficoltà, mantenute illese, mercé la lealtà del Principe e la temperanza della nazione, quelle istituzioni parlamentari per cui si assicurano a vicenda e si tengono unite in concordia indissolubile la maestà della Corona e le franchigie dei popoli; felici di avere conservate quel vessillo, simbolo di libertà e di indipendenza, che, mentre sventola sull'aula in cui si raccoglie il Parlamento della nazione, sventola pure sui campi di battaglia dove si combattono le sorti della civiltà europea e dove il valore del nostro esercito lo abbellì di un'aureola che la patria saluta come augurio di grandi, di prosperi, di gloriosi destini. (Applausi) Io credo esprimere il voto di tutta la Camera ringraziando il benemerito presidente dell'ufficio provvisorio ed i nostri colleghi che l'hanno assistito nei suoi lavori. Ora la Camera è in debito di preparare l'indirizzo, in risposta al discorso della Corona. Come la Camera sa, nelle Sessioni scorse si diede il mandato al presidente di scegliere uno dei nostri colleghi, il quale avesse l'incarico di preparare il progetto di indirizzo, da essere poi sottoposto all'approvazione della Camera. Interrogo quindi la Camera se intende che si debba procedere nello stesso modo in quest'anno. (La Camera assente.) Valendomi dell'onorevole incarico affidatomi dalla Camera, io inviterò il deputato Torelli a preparare questo progetto di indirizzo, osservando che dovrebbe essere pronto e deliberato con qualche sollecitudine, al fine di poter venire presentato a Sua Maestà prima della sua partenza. Presidente. Onorevoli colleghi. Nel ritornare a questo Seggio, due sentimenti occupano l'animo mio. Quello della gratitudine per l'onore che ben tre volte mi conferiste e quello dei gravi doveri che mi sono imposti. Le parole non possono agguagliare la gratitudine che vorrei esprimervi; né, per quanto tutte le forze dell'animo intendano a che l'opera corrisponda alla gravità dell'incarico, mi fo illusione circa l'insufficienza mia, a cui dovrà supplire in molte parti la benignità vostra. Nell'assumere quest'ufficio e nell'esordire dei nostri comuni lavori mi conforta a fiducia la concordia dei pensieri circa i quali sono unanimi questo Consesso, questo Parlamento, questa nazione: amore agli ordini liberi in cui sta raccolto lo spirito del progresso e della civiltà moderna; devozione alla monarchia costituzionale di Savoia, i cui destini sono irrevocabilmente legati con quelli della patria italiana. L'unanimità e la concordia circa questi sentimenti varrà a superare le difficoltà che sono inerenti sempre al Governo degli Stati, che sono maggiori forse in questi momenti; quando tutti i popoli tengono con ansietà gli sguardi rivolti all'avvenire, quando noi dobbiamo sottostare a sacrifizi che il senso delle vostre deliberazioni potrà rendere meno gravi, ma da cui nessuna forza umana potrebbe esimerci. Felici tuttavia di avere, fra così gravi difficoltà, mantenute illese, mercé la lealtà del Principe e la temperanza della nazione, quelle istituzioni parlamentari per cui si assicurano