Il 24 marzo 1929 si svolgono le elezioni politiche in forma plebiscitaria, i cittadini sono chiamati ad approvare una lista unica di 400 candidati, selezionati dal Gran consiglio del fascismo. Il 29 aprile Giovanni Giuriati è eletto Presidente della Camera, con 348 voti e due schede bianche su 350 votanti. Nel discorso di insediamento si sofferma sul rapporto che intercorre nel regime fascista tra l'apparato corporativo e l'istituto parlamentare: il nuovo criterio di selezione dei deputati «non autorizza la conseguenza che il mandato parlamentare possa essere messo al servizio di privati interessi», anzi, se è vero che i rapporti economici sono la sostanza della politica, non è meno vero che nello Stato fascista la politica li disciplina in modo tale che l'interesse dello Stato medesimo prevalga sull'interesse dei singoli e delle classi sociali.