Il 22 marzo 1862, con 129 voti su 238 votanti, la Camera elegge al primo scrutinio Sebastiano Tecchio Presidente dell'Assemblea. Tecchio succede a Urbano Rattazzi nominato Presidente del Consiglio. La destra più conservatrice vota, invece, per Giovanni Lanza che riporta 89 voti. L'elezione di Tecchio risulta favorita dalla sua vicinanza politica a Rattazzi, ma soprattutto dalla capacità, già dimostrata in qualità di Vicepresidente della Camera nella precedente legislatura, di condurre i lavori parlamentari «con rara maestrìa, con costante imparzialità, con grande e meritata autorità e con la più illimitata fiducia de' suoi colleghi», come ricorderà il Presidente Giuseppe Biancheri nel commemorarlo alla Camera il 24 gennaio 1886. Nel suo breve discorso di insediamento, pronunciato nella tornata del 26 marzo, Tecchio si sofferma in particolare sulla necessità di portare a compimento il processo di unificazione nazionale e vede nella elezione di un Presidente proveniente da una terra ancora non unita al Regno, l'espressione della volontà del Parlamento di non venire meno a tale impegno.