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Portale storico della Camera dei deputati

I palazzi della Camera

Palazzo Montecitorio

Palazzo Montecitorio, che ospita l'Aula in cui si riunisce l'Assemblea, è l'immagine più nota della Camera dei deputati.
Il nome
La storia di Palazzo Montecitorio è alquanto travagliata e anche il suo nome è di origine incerta. Vi è chi ritiene che esso discenda dal fatto che in epoca romana vi si svolgessero le assemblee elettorali (da cui «mons citatorius»). Per altri il nome del luogo si deve al fatto che vi venivano scaricati i materiali di risulta della bonifica del vicino Campo Marzio («mons acceptorius»).
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L'edificazione.
L'attuale palazzo, che prese il posto di un preesistente gruppo di casupole, fu commissionato da papa Innocenzo X a Gian Lorenzo Bernini come futura dimora della famiglia Ludovisi. Morto il papa Innocenzo X, nel 1655, i lavori furono interrotti per essere ripresi oltre trent'anni dopo per volontà di un altro pontefice dallo stesso nome (Innocenzo XII), che dapprima intendeva destinare il palazzo a ospizio per i poveri e poi decise di installarvi la Curia apostolica (i tribunali pontifici).
Intanto Bernini era morto e il nuovo architetto Carlo Fontana modificò profondamente il progetto originario, conservando la caratteristica facciata convessa e aggiungendovi l'arioso campanile a vela. Fontana dovette invece rinunciare, per volontà del pontefice (per mancanza di fondi), a creare un'unica grande piazza al posto delle attuali piazza Colonna e piazza Montecitorio. La Curia innocenziana fu inaugurata nel 1696 dando acqua alla grande fontana collocata in fondo al grande cortile semicircolare. Oltre che dei tribunali, il palazzo fu poi anche sede del Governatorato di Roma e della direzione di polizia, divenendo così il centro della vita amministrativa e giudiziaria del governo pontificio.

Il trasferimento della sede della Camera a Montecitorio.
Dopo il compimento dell'Unità d'Italia e l'annessione nel 1870 dello Stato pontificio, il trasferimento della capitale a Roma comportò la scelta di sedi adeguate per i massimi organi del Regno. Per la Camera dei deputati, scartate altre soluzioni - fra le quali il Campidoglio e palazzo Venezia - la scelta cadde su Montecitorio e furono avviati con grande rapidità i lavori per adattare il vecchio palazzo alle nuove esigenze.

La costruzione dell'aula per l'Assemblea.
Il compito di edificare l'aula dell'Assemblea fu affidato a un poco noto ingegnere dei lavori pubblici, Paolo Comotto, che vi provvide in tempi molto rapidi (l'inaugurazione avvenne il 27 novembre 1871), costruendo nel grande cortile una sala semicircolare a gradinate su un'intelaiatura di ferro interamente ricoperta di legno. Per quanto inizialmente lodata, la nuova aula si dimostrò tuttavia presto inadeguata, dotata di una pessima acustica, caldissima d'estate e freddissima d'inverno, tanto che i deputati vennero autorizzati dal Presidente nelle giornate particolarmente rigide anche a tenere in testa il cappello.

L'intervento dell'architetto Basile
Fallito un tentativo di costruire in Via Nazionale un nuovo palazzo del Parlamento (destinato a ospitare anche il Senato), nel 1900 i Questori della Camera decisero di chiudere l'aula Comotto e di trasferire i lavori dell'Assemblea in un'auletta provvisoria che rimarrà in funzione fino al 1918. Il Governo aveva intanto affidato all'architetto Ernesto Basile il compito di ampliare la sede della Camera secondo un progetto che fu realizzato costruendo un nuovo edificio alle spalle dell'antico.