Enrico De Nicola viene eletto alla Presidenza della Camera il 26 giugno 1920, con 236 voti su 374 votanti, succedendo al dimissionario Vittorio Emanuele Orlando. Dopo l'omaggio al predecessore, nel suo breve discorso De Nicola si sofferma sulle «tumultuarie manifestazioni» che hanno accompagnato le discussioni parlamentari, che egli giudica inevitabili dopo le elezioni del 1919, che hanno visto per la prima volta contrapposti non candidati, ma partiti «ben delineati e agguerriti». Auspica tuttavia la possibilità della libera espressione di tendenze e di opinioni. Egli quindi sottolinea il proposito comune di adempiere al «difficile mandato, di cui siamo orgogliosi di essere stati investiti in questa ora decisiva della storia d'Italia», rivendicando infine il proprio ruolo di «arbitro inflessibile e imparziale».