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Portale storico della Camera dei deputati

Il Regolamento del 1° luglio 1900

testo integrale del regolamento

Il Regolamento della Camera del 1° luglio 1900 rappresenta uno dei passaggi fondamentali nella storia dei Regolamenti parlamentari sia per il contesto nel quale esso viene approvato sia per l'importanza che esso rivestirà nell'ordinamento parlamentare.
Infatti il Regolamento del 1900, con le successive modifiche approvate nel 1920 e nel 1922 e con gli adattamenti imposti dalla Costituzione repubblicana, sarà sostanzialmente il Regolamento della Camera dei deputati anche dopo la nascita della Repubblica fino al 1971; e anche lo stesso Regolamento del 1971 (e cioè il primo testo regolamentare approvato integralmente ed organicamente in epoca repubblicana) riprende in più parti il testo del Regolamento del 1900.
Le trasformazioni istituzionali e politiche che il Regno aveva conosciuto dopo l'Unità d'Italia, in particolare con l'avvento della Sinistra al governo ed una progressiva parlamentarizzazione della stessa forma di governo, cui erano corrisposte anche una serie di riforme nei regolamenti parlamentari, non misero al riparo il sistema da una grave crisi esplosa sul finire del secolo anche in relazione alle profonde novità che sul piano economico e sociale in quel momento andavano caratterizzando l'evoluzione della Nazione. A fronte di questi segnali di novità si fecero più forti sul piano istituzionale le pulsioni a favore di un rafforzamento del Governo e delle prerogative regie, al fine dunque di riportare nella monarchia l'asse portante del sistema che invece si era, col tempo, spostato sul Parlamento e specificamente sulla Camera dei deputati.
I moti popolari scoppiati nel paese furono fronteggiati in modo autoritario dal governo Di Rudinì che nel giugno 1898 presentò una serie di misure che confermavano tale impostazione; i provvedimenti non furono, tuttavia, approvati e il governo Di Rudinì si dimise nel giugno 1898.
Seguì quindi la formazione del governo Pelloux, che inizialmente si limitò in una prima fase a proporre solo una parte delle misure avanzate dal precedente Governo; all'inizio del 1899, alla riapertura dei lavori parlamentari (2^ sessione della XX legislatura), il Governo Pelloux riproponeva, invece, una serie di misure restrittive in tema di pubblica sicurezza e libertà di stampa, per il cui esame parlamentare fu richiesta l'applicazione del metodo (seguito di rado) delle tre letture. Si scatenò quindi, per la prima volta nel Parlamento statutario, l'ostruzionismo.
Allo scopo di superare l'ostruzionismo furono presentate alcune proposte di modifica del Regolamento che miravano ad accelerare l'iter di approvazione delle leggi; in particolare l'on. Sonnino proponeva di aggiungere al Regolamento un articolo (l'art. 89-bis) con il quale si stabiliva che, allorchè la discussione di un progetto si fosse prolungata in modo da turbare il regolare andamento dei lavori parlamentari, il Presidente avrebbe potuto chiedere alla Camera di deliberare il tempo massimo da consentire ai singoli oratori e il giorno e l'ora in cui la discussione avrebbe avuto termine, procedendosi senz'altro alla votazione. Si trattava della prima forma di contingentamento e della prima apparizione di uno strumento parzialmente assimilabile a quello noto, successivamente, con il termine di "ghigliottina", entrambi strumenti che nei Regolamenti e nelle prassi delle Camere dei nostri giorni sono appositamente disciplinati ed applicati, e non comunque lasciati all'esclusiva deliberazione della maggioranza. Ulteriori modifiche regolamentari furono avanzate dall'on. Brunialti; con esse, oltre a disporre l'aumento dei quorum previsti per la verifica del numero legale e per lo svolgimento di votazioni qualificate (votazioni nominali e segrete), si stabiliva che: nella seconda lettura nessun oratore potesse parlare più di venti minuti su ciascun articolo, nessun deputato potesse firmare più di un ordine del giorno, la deliberazione della Camera sull'interdizione della parola inflitta dal Presidente fosse presa con votazione per alzata e seduta.
Le proposte furono quindi discusse in seno alla Commissione per il Regolamento della Camera, all'interno della quale vi fu quindi una netta spaccatura tra la maggioranza e la minoranza della Commissione. La prima affermava sostanzialmente il principio per il quale la tutela dei diritti delle minoranze non può risolversi nella lesione del diritto della maggioranza di non vedere procrastinata all'infinito la discussione sulle questioni sulle quali la Camera è chiamata a pronunciarsi; la minoranza della Commissione - di cui faceva parte anche il presidente Lazzaro - sosteneva, invece, il principio che le forme abbreviate non potessero applicarsi alle discussioni in corso e che in ogni caso non sarebbero state comunque applicabili ai disegni di leggi "che riguardano l'esercizio dei diritti statutari".
La proposta di modifica formulata dalla maggioranza della Giunta al termine della discussione (rel. on. Cambray-Digny) non recava la previsione della ghigliottina, ma prescriveva comunque l'imposizione di limiti di tempo per gli oratori e la votazione subito dopo la chiusura della discussione di ordini del giorno, articoli aggiuntivi o emendamenti e la limitazione della possibilità di ricorrere alla votazione per appello nominale; l'applicazione di tale procedura era rimessa alla deliberazione dell'Assemblea, sentito un oratore a favore ed uno contro.
Il Presidente del consiglio Pelloux richiese quindi la discussione della suddetta proposta di modifica regolamentare che fu avviata in un clima di violenta contrapposizione parlamentare, senza tuttavia giungere a conclusione; nel frattempo le misure oggetto di contestazione, relative all'ordine pubblico e alla libertà di stampa, furono adottate con decreto-legge presentato alla Camera per la conversione il 28 giugno 1899. Parallelamente alla presentazione del decreto-legge l'on. Sonnino presentava un'ulteriore proposta di modificazione del Regolamento per la nomina di una Commissione di nove membri incaricata di "introdurre nel Regolamento della Camera quelle modificazioni che l'esperienza abbia dimostrato opportune" con la previsione che il relativo testo doveva essere provvisoriamente applicato senza discussione o votazione due giorni dopo la sua presentazione alla Camera. L'on. Franchetti proponeva, invece, che, con riferimento al disegno di legge oggetto del contendere, la Camera deliberasse che avrebbe votato a scrutinio segreto alle ore 17 del 15° giorno successivo alla presentazione della relazione. Entrambe le proposte, assegnate alla Giunta per il Regolamento, furono quindi rinviate alla Camera per le deliberazioni opportune. La proposta Franchetti fu quindi portata alla discussione della Camera senza che tuttavia si giungesse alla sua approvazione in ragione della prosecuzione dell'ostruzionismo. Fu quindi chiusa la 2^ sessione della legislatura.
All'apertura della 3^ sessione fu nominata quindi la Giunta per il Regolamento, presieduta dall'on. Sonnino, che diede un forte impulso ai suoi lavori procedendo all'elaborazione di un complessivo progetto di riforma, che pur ispirato ad intenti antiostruzionistici, recava innumerevoli disposizioni e principi procedurali destinati ad imprimersi nel diritto parlamentare.
Nel frattempo tuttavia si riproponeva l'ostruzionismo sul disegno di legge, ripresentato nella nuova sessione, per la conversione del decreto-legge 22 giugno 1899, n.227, ostruzionismo destinato a toccare punte ancora più estreme di quelle sperimentate nella precedente sessione. Nell'ambito della discussione fu presentata dall'on. Cambray-Digny una mozione, che riprendendo il contenuto della proposta Sonnino della precedente sessione, proponeva di affidare alla Commissione del Regolamento della Camera la presentazione di quelle modifiche regolamentari che l'esperienza suggeriva per assicurare il buon andamento dei lavori parlamentari, modifiche che sarebbero state applicate nel secondo giorno successivo alla loro presentazione: la discussione della mozione, nelle giornate del 22 e 23 marzo 1900, si svolse in un clima di violenta contestazione, fino a quando nella seduta del 29 marzo il Presidente del Consiglio Pelloux propose di sospendere la discussione dando mandato alla Giunta per il Regolamento di presentare subito le modificazioni, di cui la Camera avrebbe stabilito il giorno di votazione. La proposta Pelloux fu approvata in un clima di acceso tumulto, e il giorno successivo la Presidenza della Camera fu violentemente contestata, impedendosi anche lo svolgimento della seduta. Il 31 marzo 1900 seguirono quindi le dimissioni del presidente Colombo e dell'intero Ufficio di presidenza che fu rieletto il 2 aprile, quando fu deliberato dalla Camera, nel permanere di un clima di viva agitazione, che le modificazioni al Regolamento sarebbero state poste in votazione il giorno successivo.
Il 3 aprile quindi l'opposizione rinnovò il giudizio circa l'illegittimità delle deliberazioni assunte nei giorni precedenti (si veda in particolare l'intervento dell'on. Zanardelli), cui seguì l'abbandono dell'Aula da parte di tutti i deputati dell'estrema sinistra e della sinistra: le proposte di modificazione del Regolamento furono quindi approvate per alzata e seduta. Nella successiva seduta del 15 maggio, in sede di approvazione del processo verbale, fu avanzata la proposta dall'on. Giolitti e dall'on. Lazzaro di sospendere l'approvazione del processo verbale, al fine di evitare il consolidamento delle modifiche approvate il 3 aprile, e di nominare una Commissione incaricata di proporre le modificazioni al Regolamento ritenute opportune. Ma tale proposta non fu accettata dal Governo e quindi si passò all'approvazione del processo verbale nell'ambito della quale si rinnovarono disordini che costrinsero la Presidenza a togliere la seduta. Seguì quindi la conclusione della XX legislatura.

Le modifiche regolamentari approvate il 3 aprile 1900 recavano una serie di previsioni di impianto antiostruzionistico, alcune delle quali come quella relativa alle modalità di approvazione del processo verbale si conserveranno nel testo regolamentare. Era poi stabilita la possibilità che la Camera, all'inizio della discussione, fissasse il tempo massimo per ciascun oratore, nonché la facoltà per il Presidente di negare l'accettazione e lo svolgimento di ordini del giorno o di emendamenti sconvenienti, estranei alla discussione e con solo scopo ostruzionistico, e nei casi in cui la discussione fosse prolungata in modo da turbare il regolare andamento dei lavori, quella di proporre alla Camera di deliberare il tempo massimo (non inferiore a dieci minuti)per ciascun oratore, la soppressione delle votazioni nominali o a scrutinio segreto, il giorno e l'ora in cui la discussione sarebbe terminata e si sarebbe proceduti alla votazione. Si stabiliva, inoltre, la regola per la quale i richiedenti una votazione qualificata si sarebbero considerati presenti ai fini del numero legale.

All'apertura della nuova legislatura, dopo le elezioni che avevano segnato la sconfitta di Pelloux e la formazione del Governo Saracco, il nuovo Presidente della Camera Tommaso Villa, all'atto dell'insediamento, riaffermava il principio che ogni legislatura ha il diritto di stabilire il suo regolamento in quanto "costituisce un periodo di attività parlamentare del tutto separato e distinto, nel quale tutti gli atti….. vengono meno se la volontà della nuova Assemblea non li faccia rivivere" Nelle legislature precedenti si era avuta un'applicazione tacita di questa teoria dal momento che l'Assemblea aveva proceduto all'applicazione del Regolamento della legislatura precedente, salve le specifiche modifiche approvate e i casi nei quali si era proceduto ad una riscrittura complessiva del testo regolamentare. Nelle circostanze di quel momento l'applicazione del suddetto principio consentiva, invece, alla Camera e al suo Presidente di ritornare su quelle riforme regolamentari che così tanto avevano lacerato la vita parlamentare nella precedente legislatura. Il Presidente della Camera propose quindi l'istituzione di una Commissione con l'incarico di predisporre un nuovo Regolamento nel termine di due giorni. Approvata la proposta dalla Camera, la Commissione fu nominata e presieduta dallo stesso Presidente della Camera (e di lì in avanti l'organo competente sul Regolamento della Camera sarà sempre presieduto dal Presidente della Camera). Nella tornata del 1° luglio 1900 il Presidente, in qualità di relatore, illustrò quindi all'Assemblea i contenuti qualificanti del nuovo testo regolamentare, riaffermando il principio secondo il quale ciascuna legislatura ha il diritto di darsi un nuovo Regolamento. Fu quindi approvato il nuovo testo destinato a regolare le attitivà della Camera, salve alcune limitate modifiche, fino al 1920 e al 1922, quando furono apportare modifiche conseguenti al mutamento del sistema elettorale. Come già detto il Regolamento del 1° luglio 1900, con le modifiche del 1920 e del 1922 - dopo il ventennio fascista -tornò a regolare il funzionamento della Camera democratica (compresa l'Assemblea Costituente), con le modifiche rese necessarie dall'entrata in vigore della Costituzione repubblicana, e, ancora oggi il Regolamento vigente, approvato nel 1971 e successivamente più volte modificato, riprende in più parti il testo del 1900.
Il nuovo testo regolamentare del 1° luglio 1900 certamente non rinnegava integralmente il testo approvato il 3 aprile di cui venivano, invece, riprodotte molte disposizioni, ma di quel testo non riproponeva le norme più marcatamente antiostruzionistiche e che erano state all'origine delle profonde divisioni parlamentari verificatesi in quel periodo (in particolare il testo non riproponeva la norma che consentiva all'Assemblea di fissare il tempo massimo da accordare a ciascun oratore e quella relativa alla c.d. ghigliottina, e cioè la possibilità per l'Assemblea di stabilire, a maggioranza, il giorno e l'ora della votazione finale, nonchè quella che attribuiva al Presidente il potere di dichiarare inammissibili gli emendamenti o gli ordini del giorno "evidentemente intesi al solo scopo di ostruzione").
Tra le principali innovazioni regolamentari si ricorda l'introduzione del voto limitato per l'elezione dell'Ufficio di presidenza e degli altri collegi di nomina della Camera; la composizione della Giunta per il Regolamento fu portata a 10 deputati e la sua Presidenza, come detto, fu attribuita allo stesso Presidente della Camera. Si stabilì, inoltre, la possibilità di fissare un termine entro il quale la Commissione deve riferire all'Assemblea; trascorso questo termine vi era la facoltà di discutere e di deliberare comunque sul progetto di legge.
Il nuovo testo regolamentare manteneva comunque misure antiostruzionistiche: si precisavano, ad es., le attribuzioni della Presidenza con riferimento ad aspetti disciplinari (si prevedeva l'esclusione dall'aula ovvero la censura con interdizione a partecipare ai lavori parlamentari per un periodo da 2 a 8 giorni, provvedimenti irrogati dalla Camera, su proposta del Presidente). Analogamente si disciplinavano le modalità di votazione, prescrivendo che in alcuni casi in vi era l'obbligo della votazione per alzata e seduta senza possibilità di richiedere la verifica del numero legale (arttt. 32, 37, 40, 41, 80, 82, 85 94 e 98).

Il testo del 1° luglio 1900 fu poi successivamente modificato, in alcune limitate parti, nelle sedute del 17 dicembre 1900, 25 gennaio 1901, con riferimento all'esame dei decreti registrati con riserva dalla Corte dei conti e all'esame delle petizioni, il 29 giugno 1904, l'8 febbraio 1905, il 12 dicembre 1907, ed il 13 dicembre 1910. Nell'ambito di queste ultime si segnala, in particolare, la modifica della disciplina delle interrogazioni, con l'introduzione della risposta scritta e il divieto di svolgimento nella stessa seduta di più di due interrogazioni o interpellanze presentate dallo stesso deputato.
Sul versante politico-istituzionale l'approvazione nel 1912 della nuova legge elettorale che introduceva il suffragio universale maschile, con la successiva modifica del 1919, che introduceva il collegio plurinominale con scrutinio proporzionale di lista, avrebbero imposto di lì a poco un nuovo importante adeguamento del testo regolamentare.
 
 
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