Portale storico della Camera dei deputati

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle poste e delle telecomunicazioni, per sapere - premesso che: sabato 23 marzo 1991 la prima rete TV trasmetteva dalle 23,30 in poi uno Speciale TG1 a cura di Romano Tamberlich, dal titolo "Cosa c'e' nell'uovo di Andreotti: crisi o rimpasto?"; durante la trasmissione, condotta da Vittorio Orefice e Margherita Ghinassi sono stati intervistati numerosi politici, ed in particolare, i segretari del pentapartito, i presidenti di Camera e Senato, i DC Gava, Martinazzoli e Goria, il Ministro Scotti e il Vice Presidente della Camera Sarti (entrambi DC); Orefice affermava essere stato "affidato ad Occhetto il pensiero delle opposizioni"; la trasmissione assumeva toni e valenze di tribuna elettorale soprattutto per l'intervento del Capo dello Stato che sosteneva "di fronte ad una legislatura che aumenti il divario fra il cittadino e le istituzioni preferisco elezioni anticipate"; e' palese la faziosita' con cui e' stata costruita la trasmissione (uno "speciale" di un telegiornale e, come tale, regolamentato dall'articolo 10 della legge 223 del 1990); a fronte di un massiccio quanto variegato schieramento di forze (e correnti) di maggioranza, si eliminava ogni voce di opposizione all'infuori del PDS; e' evidente la forzatura con cui i conduttori hanno voluto indicare ai milioni di spettatori nel "nuovo" PCI l'unica forza di opposizione, affidandogli una improponibile rappresentanza di altre voci di opposizione quantomai tra loro differenziate; la discriminazione ha operato in maniera piu' forte nei riguardi del MSI-DN, quarta forza politica presente nel Parlamento italiano; l'articolo 6 lettera d) del testo del decreto-legge 6 dicembre 1984 n. 807 coordinato con la legge di conversione 4 febbraio 1985 n. 10, attribuisce al consiglio di amministrazione della RAI la verifica dell'imparzialita' e della correttezza dell'informazione; lo stesso articolo 6 alla lettera H bis) attribuisce al consiglio d'amministrazione la possibilita' di proporre all'assemblea degli azionisti la revoca del direttore generale; in virtu' dell'articolo 8 del citato decreto-legge il direttore generale "secondo le direttive fornite dal consiglio di amministrazione, assicura altresi' il pluralismo della programmazione"; l'articolo 1 comma 2 della legge 223 del 1990 ribadisce che "il pluralismo, l'obiettivita', la completezza e l'imparzialita' dell'informazione, l'apertura alle diverse opinioni, tendenze politiche ....." rappresentano princi'pi fondamentali del sistema radiotelevisivo; ove ancora non fosse chiaro, occorre ribadire che la RAI e' societa' concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo (legge 223/90 articolo 2 comma 1) e che questo "e' affidato.... ad una societa' per azioni a totale partecipazione pubblica (legge 223 articolo 2 comma 2); due milioni di cittadini italiani che votano MSI-DN e pagano il canone alla RAI reclamano il diritto a conoscere l'opinione del partito in cui si riconoscono attraverso l'imparzialita' dell'informazione che deve essere offerta dalla concessionaria pubblica radiotelevisiva -: se non intenda definitivamente intervenire per garantire l'imparzialita' dell'informazione attraverso la concessionaria pubblica; se non intenda, altresi', intervenire presso il consiglio di amministrazione della RAI per sollecitarlo all'adempimento di quanto previsto dagli articoli 6 ed 8 del decreto-legge 6 dicembre 1984 n. 807, allontanando un direttore generale che non sa o deliberatamente non vuole garantire l'imparzialita' dell'informazione; se non intenda, infine, intervenire con tutte le possibilita' anche sanzionatorie previste dalla legge, nei riguardi di chi ha "confezionato" la trasmissione Speciale TG1 del 23 marzo 1991. (2-00008)