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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XI Legislatura della repubblica italiana

INTERPELLANZA 2/00206 presentata da GARAVINI ANDREA SERGIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA) in data 19920803

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che: venerdi' 31 luglio 1992 e' stato firmato dal Governo, dalla Confindustria e dalle segreterie Confederali CGIL, CISL, UIL, un "Protocollo sulla politica dei redditi, la lotta all'inflazione e il costo del lavoro"; in tale protocollo si sancisce la fine del sistema di indicizzazione dei salari (scala mobile); si afferma altresi' il blocco della contrattazione a livello di impresa, fatte salve (non a caso) le sole procedure relative a crisi o a ristrutturazioni aziendali, il blocco, dunque, di quella contrattazione che, oltre a rappresentare la specificita' del sindacalismo italiano, e' stata ed e' una grande risorsa di partecipazione e una premessa indispensabile della democrazia economica; in tale documento ci sono solo cenni assai generici e poco credibili a parere degli interroganti (anche alla luce delle esperienze del passato) al controllo sui prezzi e sulle tariffe; altrettanto vaghi sono nel protocollo gli impegni per l'equita' fiscale. Nessun cenno viene fatto alla necessaria estensione della base imponibile a tutte le rendite finanziarie e non e' prevista una reale imposta patrimoniale; non vi e' nessun cenno ad una politica per la riduzione dei tassi di interesse dei titoli di Stato, fonte primaria del deficit del bilancio statale e strumento di una formidabile redistribuzione del reddito alla rovescia, dal basso verso l'alto negli ultimi vent'anni; e' assente ogni misura a favore dell'occupazione mentre si parla di "piena attuazione della legge 223/1991", che andrebbe viceversa profondamente riformata per garantire realmente i posti di lavoro ed i salari di centinaia di migliaia di lavoratori dell'industria; si prendono impegni per favorire nuovi strumenti di rastrellamento del risparmio da parte dei grandi gruppi finanziari con facilitazioni per la borsa e riducendo le erogazioni previdenziali dell'INPS al fine di indurre i lavoratori dipendenti (quelli che saranno in grado di farlo)a convogliare i loro risparmi verso i fondi pensionistici privati; si e' giunti ad un tale accordo anche grazie all'indebita pressione esercitata dal Presidente del Consiglio il quale, minacciando le proprie dimissioni, ha cosi' scorrettamente riversato sulle organizzazioni sindacali la responsabilita' della tenuta del quadro politico e contemporaneamente esautorato il Parlamento di una delle proprie specifiche funzioni, instaurando di conseguenza una prassi di rapporto con le forze sociali corporativa ed incostituzionale in quanto tesa a ledere ed a limitare la liberta' negoziale delle stesse organizzazioni sindacali; l'accordo e' stato firmato dalle segreterie delle Confederazioni senza un preciso mandato ed anzi - come nel caso della CGIL - contravvenendo al mandato ricevuto dai propri organismi dirigenti, fatto quest'ultimo che inficia, per quanto concerne la piu' rappresentativa confederazione sindacale del nostro paese, l'adesione al protocollo; l'accordo e' stato firmato senza che i lavoratori siano stati consultati in nessuna delle fasi della trattativa come d'altronde anche in seguito all'accordo del 10 dicembre 1991 a cui l'attuale protocollo si rifa'; tale protocollo tende non a combattere l'inflazione e ad attuare una politica di tutti i redditi, ma viceversa a scaricare sulla parte socialmente piu' debole, quella dei lavoratori dipendenti, i costi della crisi economica e del bilancio dello Stato, a decurtare le retribuzioni reali, e non avvia, neanche parzialmente, una redistribuzione della ricchezza nazionale che - come confermano i dati prodotti dalla Banca d'Italia - e' stata accaparrata, in particolare nell'ultimo decennio, da fasce minoritarie della popolazione; si tratta comunque di una operazione illusoria anche ai fini di fermare la spirale perversa del debito pubblico determinata piu' che dal deficit primario, dagli alti tassi di interesse sul debito accumulato -: se non intenda il Governo dichiarare la non validita' di tale accordo, riconvocare le parti sociali entro la fine del mese di settembre 1992 per dare il tempo alle organizzazioni sindacali di promuovere una vasta consultazione tra tutti i lavoratori dipendenti e definire proposte nuove nell'ambito di una politica di rilancio occupazionale ed economica e di risanamento delle finanze pubbliche, socialmente eque. (2-00206)

 
Cronologia
sabato 1° agosto
  • Politica, cultura e società
    Bruno Trentin, contestato da una parte dell'organizzazione, rassegna le dimissioni da segretario generale della CGIL. Le ritirerà il 4 settembre.

venerdì 7 agosto
  • Politica, cultura e società
    Riassetto dell'industria pubblica: IRI, ENI, ed ENEL divengono società per azioni.