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Ai Ministri del tesoro e dell'agricoltura e foreste. - Per sapere - premesso: che l'articolo 4 del decreto-legge 6 dicembre 1990, n. 367, convertito in legge 30 gennaio 1991, n. 31 (cosiddetta legge Saccomandi), prevede, a favore degli agricoltori che per tre anni consecutivi hanno subito calamita' naturali con una perdita del prodotto superiore al 30 per cento: a) l'abbuono del 60 per cento del credito, purche' il debitore provveda al pagamento immediato del restante 40 per cento; b) oppure, qualora non sia possibile usufruire della prima opzione, a causa anche della limitata copertura finanziaria, la rateizzazione decennale del credito con l'abbuono del 20 per cento del prestito; che dell'abbuono del 60 per cento avrebbe beneficiato una cerchia di privilegiati, le cui graduatorie sono state predisposte dagli Ispettorati Provinciali dell'Agricoltura; che l'agricoltura sta vivendo, nel Meridione e soprattutto in Sicilia, una situazione di grave disagio che potrebbe compromettere definitivamente la sopravvivenza di tanti addetti, impossibilitati a pagare i debiti contratti per far fronte alla gestione della azienda -: se siano a conoscenza che alcune Banche, come, per esempio, la Banca Commerciale Italiana o la COMIT, ma anche il Banco di Sicilia e la Cassa Centrale di Risparmio, non avrebbero inteso recepire la legge Saccomandi e obbligherebbero gli agricoltori al pagamento del debito o alla rateizzazione quinquennale e senza l'abbuono del 20 per cento o li costringerebbero ad accendere collaterali infruttiferi; se non ritengano opportuno, oltre a prevedere la necessaria copertura finanziaria, intervenire nei confronti degli Istituti di credito che dovessero disattendere la legge dello Stato. (4-07090)