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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XI Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00169 presentata da BIANCO GERARDO (DEMOCRATICO CRISTIANO) in data 19930422

La Camera, preso atto: che lo sviluppo della conoscenza scientifica e delle conseguenti risorse tecnologiche e' entrato da qualche decennio in una fase di tale accelerazione da segnare il rischio di un distacco crescente tra incremento delle potenzialita' operative con cui l'uomo e' in grado di intervenire sulla realta' naturale e capacita' di determinarne l'indirizzo secondo criteri di orientamento che si ispirino a valori umani e civili; che tale sviluppo si e' determinato soprattutto in campo biomedico ed in senso biotecnologico, dotando l'uomo della facolta' di intervenire - come testimoniano la nuova genetica, la possibilita' di riprodurre artificialmente la fecondazione umana, la chirurgia sostitutiva - sugli aspetti piu' intimi della sua stessa struttura biologica e ponendolo nella delicata condizione di essere ad un tempo soggetto ed oggetto della sua azione e della sua razionalita'; che scienza e tecnica, incrementando la loro efficacia, modificano radicalmente il rapporto tra uomo e natura, nel senso che quest'ultima tende a non essere piu' avvertita come l'orizzonte scontato e, pertanto, il referente normativo obbligato entro cui si muovono le azioni dell'uomo, ma appare piuttosto come l'occasione ed il presupposto per la costruzione di una realta' artificiale, cioe' generata da una potenzialita' e volonta' umana che si determina secondo un'autonomia fin qui sconosciuta rispetto a vincoli oggettivi derivanti dalla struttura della realta' naturale; evidenziando: che in tal modo scienza e tecnica fuoriescono dall'ambito delimitato del loro linguaggio specifico e sollevano inevitabilmente questioni che toccano il significato profondo della vita umana e come tali vanno ricondotte ad una valutazione di ordine morale; che da un lato va garantita, anche attraverso una appropriata distinzione tra scienza pura e scienza applicata, la liberta' e l'autonomia della ricerca conoscitiva (nella quale pure si ravvisa un valore morale di particolare rilievo cosi' duramente conquistato nel corso della storia del pensiero), dall'altro vanno salvaguardati i valori della persona che sono in gioco per cui e' legittimo interrogarsi in ordine alla regolamentazione della scienza e della tecnica, assumendo che il loro progresso non possa essere svincolato da una presa di posizione in termini di consapevolezza e di responsabilita' da parte della societa' nel suo insieme; che non si possa, cioe', ritenere automaticamente e di per se' legittimo ogni intervento semplicemente in ragione della sua possibilita' tecnica in quanto cio' significherebbe a maggior ragione in un ambito cosi' delicato qual e' quello concernente la vita, accedervi secondo un approccio meramente tecnicistico e, cioe', fondato sulla presunta sufficienza di un'autoregolamentazione interna della scienza; che su questa frontiera probabilmente si combatte oggi la battaglia piu' difficile e cruciale per la liberta' dell'uomo che ha senso solo in relazione ad un contesto organico di valori che disegnino la fisionomia della sua dignita' originaria, laddove, invece se la parzialita' del linguaggio scientifico e tecnologico (di per se' incompetente a fornire una concezione generale del mondo) venisse assunta come unico paradigma della realta' ci consegneremmo alla prospettiva di un sostanziale smarrimento di significato e di senso dell'uomo e della sua vita; che questo accresciuto potere acquisito dall'uomo nei confronti di se' stesso, si configura come una competenza in qualche modo "creativa" che per certi aspetti forza lo stesso concetto classico di "natura" e tende a raccordarlo, al di la' di uno stretto riferimento biologistico, ad elementi storici e culturali cosicche' la stessa "legge naturale" assume forte connotazione personalistica, si apre, cioe', in modo piu' intimo alla realta' complessa della persona; che, conseguentemente, l'esigenza etico-politica prioritaria nel momento presente e' quella di assumere il valore finale e fondante della vita di ogni essere umano, indipendentemente dalle sue condizioni personali e sociali e dallo stato del suo sviluppo quale concreta espressione della dignita' umana e percio' quale limite delle possibilita' tecniche e quale ragione della complessiva organizzazione statuale e sociale; ritenendo: che sia necessario un dialogo proficuo tra culture diverse che, fondato su una riflessione antropologica approfondita, da un lato ravvivi nell'uomo, anche in ragione delle nuove responsabilita' cui e' chiamato dallo sviluppo della scienza e delle potenzialita' fin qui insospettate che oggi la scienza gli rivela e che pur originariamente gli appartengono, il sentimento della sua straordinaria dignita', dall'altro concorra alla definizione di un'autonoma razionalita' morale ed alla ricerca, laddove possibile nella chiarezza dei princi'pi e dei presupposti etici, di convergenze utili e necessarie ad affrontare le problematiche complesse che in campo biomedico sono sollevate dal progresso scientifico e tecnologico; che a maggior ragione, in un'epoca di grave turbamento politico e sociale e di impetuose trasformazioni, sia necessario assumere con rigore punti di riferimento invalicabili e fissare, pertanto, nel rispetto integrale della persona una linea di orientamento sicuro; considerando: che l'atteggiamento assunto nei confronti del diritto alla vita non riguarda soltanto la coscienza personale di ciascuno ma ha rilevanza sociale in quanto costituisce uno dei fattori che incidono sul clima culturale complessivo del Paese e sulle conseguenti scelte legislative politiche ed amministrative in ogni campo; che il diritto alla vita, ed il conseguente rigoroso rispetto che le e' dovuto fin dal concepimento, costituisce il fondamento inalienabile di ogni ulteriore diritto della persona e come cio' valga, prima ancora di ricorrere a concezioni di carattere trascendente e di ordine religioso, in riferimento alla piu' evidente norma di diritto naturale; che anche sul piano della piu' matura riflessione condotta sui dati rilevati dall'osservazione scientifica, e quindi a prescindere da ogni presupposto ideologico, si afferma con crescente convinzione come la fecondazione costituisca l'avvio di un processo biologico che si sviluppa, secondo una sequenza ininterrotta di passaggi, in modo continuo, univocamente ed autonomamente orientato, in tutte le differenziazioni successive, da un'informazione genetica unica ed irripetibile, gia' determinata all'atto della fecondazione, talche' debba ritenersi presente, fin dal concepimento, un'entita' personale che si pone come soggetto di diritti; in merito allo sviluppo delle tecniche di riproduzione artificiale che creano una pluralita' di situazioni-limite di particolare spessore etico, la necessita' di evitare la subalternita' al punto di vista tecnologico, lo smembramento delle funzioni della maternita' (ovulazione, gestazione, allattamento, maternage) che tecnicamente possono essere ricondotte a soggetti diversi con il conseguente smarrimento dell'identita' materna, la separazione della riproduzione dal rapporto fra i sessi, l'affermazione di un presunto "diritto del singolo" che, rispetto alla procreazione, non ha ragion d'essere essendo quest'ultima un evento eminentemente relazionale, i rischi psico-sociali connessi alla frantumazione delle strutture parentali e dei modelli di genitorialita' socialmente consolidati, i rischi biologici relativi all'introduzione di tecniche sempre piu' innovative e di cui non e', ovviamente, possibile una valutazione in ordine agli esiti psicofisici nei figli nati, se non a distanza di anni, la destrutturazione dell'ordine geneaologico e giuridico che compromette l'identita' certa del soggetto; che le considerazioni fin qui svolte trovano un loro importante sostegno culturale e giuridico nell'articolo 2 della Costituzione italiana (che riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo) nella dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (la quale pone a fondamento della liberta' della giustizia e della pace la dignita' di ogni singolo essere appartenente alla famiglia umana) nella Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti e delle liberta' fondamentali (che proclama il diritto alla vita di ogni essere umano) nella Convenzione sui diritti del fanciullo (che impegna gli Stati ad una particolare protezione del diritto del bambino anche prima della nascita) nella raccomandazione 874 del Consiglio d'Europa in data 4 ottobre 1989 (che chiede agli Stati di fare tutto il possibile per proteggere il diritto alla vita del bambino fin dal concepimento) nella risoluzione del Parlamento Europeo sui problemi etici e giuridici della procreazione artificiale (che individua quali criteri per disciplinare la materia il diritto alla vita, il diritto alla famiglia e il diritto alla identita' genetica del figlio concepito in provetta) nelle raccomandazioni 934, 1046 e 1100 del Consiglio d'Europa (secondo le quali l'embrione ed il feto umano si sviluppano senza soluzione di continuita' dal momento della fecondazione e devono sempre beneficare del rispetto dovuto alla dignita' umana) nella risoluzione del Parlamento Europeo sui problemi etici e giuridici della ingegneria genetica (che chiede la protezione anche dello zigote umano); che la tutela dei diritti fondamentali dell'uomo deve essere realizzata risolvendo le questioni eventualmente dubbie nel senso della maggior garanzia dei diritti fondamentali piuttosto che in quello della loro violazione; che la tutela della vita umana nell'arco dell'intera esistenza appare logico sviluppo e compimento della faticosa crescita culturale e sociale che e' pervenuta all'affermazione del principio di eguaglianza e di conseguente non discriminazione, impegna il Governo:





 
Cronologia
domenica 18 aprile
  • Parlamento e istituzioni
    Il corpo elettorale approva a larga maggioranza i referendum sulla modifica del sistema di elezione del Senato (sì: 82,7%), sull'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti (sì: 90,2%), sulla fine dell'intervento governativo nelle nomine dei vertici delle Casse di risparmio (sì: 89,8%), sull'abolizione dei Ministeri delle partecipazioni statali (sì: 90,1%), del turismo e dello spettacolo (sì: 82,3%) e dell'agricoltura (sì: 70,2%), nonché sulla sottrazione alle USL del controllo sull'ambiente sì: 82,6%). Con una percentuale più contenuta passa invece il referendum sull'eliminazione delle pene detentive per i semplici consumatori di droga (sì: 55,4%).

giovedì 22 aprile
  • Parlamento e istituzioni
    Dopo un dibattito parlamentare sulla situazione politica, Giuliano Amato, sottolineando la fine di un periodo politico, rassegna le dimissioni.

venerdì 23 aprile
  • Politica, cultura e società
    Muore Guido Carli, già Governatore della Banca d'Italia, presidente della Confindustria e Ministro del Tesoro.