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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XII Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00026 presentata da BERLINGUER LUIGI (PROG.FEDER.) in data 19940923

La Camera, premesso che: la Costituzione della Repubblica italiana riconosce a tutti i cittadini pari dignita' sociale e uguaglianza davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali (princi'pi fondamentali, articolo 3) e pertanto spetta alle persone la titolarita' dei diritti sociali di cittadinanza; la famiglia e' oggi largamente intesa come luogo di affetti e di responsabilita' liberamente assunte, di autodeterminazione e pari dignita' dei suoi componenti e di reciproca solidarieta'; la famiglia svolge un ruolo fondamentale nella crescita e nella formazione delle persone e contribuisce in modo determinante a definire i valori e le forme delle relazioni sociali; attenzione, rispetto culturale e risposte concrete devono essere date a bisogni e diritti propri anche di cittadini singoli e di altre forme di comunita'; il riconoscimento della funzione primaria della famiglia comporta la riaffermazione della responsabilita' dello Stato, a livello centrale e locale, in ordine sia all'offerta diretta di prestazioni e servizi di carattere universalistico - come, ad esempio, la scuola e la sanita' - sia all'integrazione e al sostegno dell'opera della famiglia; la famiglia non deve essere costretta a svolgere ruoli di supplenza delle funzioni e dei compiti sociali propri delle istituzioni pubbliche; in famiglia il lavoro di cura, prevalentemente svolto dalle donne, deve essere contestualmente distribuito e scambiato tra i soggetti validi; il benessere della famiglia e dei suoi componenti e' garantito anzitutto dall'esercizio del diritto al lavoro da parte di tutti i soggetti, donne, uomini e giovani, e inoltre dal diritto allo studio nell'eta' giovane e dal diritto ad una pensione adeguata nell'eta' anziana e negli stati di invalidita'; nei periodi di crisi economica strutturale come l'attuale, caratterizzata da una forte disoccupazione, si accentuano le disuguaglianze tra le fasce sociali, tra uomini e donne, e sorgono problemi nuovi di sofferenza ed emarginazione; il necessario processo di riforma o trasformazione dello Stato sociale - che e' e resta componente essenziale e irrinunciabile delle societa' democratiche moderne - impone una radicale innovazione delle modalita' gestionali e organizzative, cosi' da valorizzare le responsabilita' e le capacita' di autorganizzazione delle persone e delle formazioni sociali, con particolare riferimento al volontariato, all'associazionismo familiare, alle reti di mutuo aiuto e alle forme di autogestione e di cooperazione sociale; in particolare la famiglia, per i compiti che svolge, deve essere considerata punto di riferimento e soggetto attivo delle politiche sociali; ai fini della politica sociale vale, come gia' largamente avviene per la legislazione vigente, il dato di fatto della convivenza di tipo familiare, ad evitare che il sostegno alla famiglia dia luogo a discriminazioni o penalizzazioni a carico dei componenti di unita' di convivenza diverse dalla famigiia legale: unica condizione e' che le convivenze di tipo familiare presentino caratteristiche di effettivita' e stabilita', che spetta alle leggi anagrafiche di determinare e accertare; l'obiettivo delle politiche sociali per la famiglia e' duplice: da un lato, ridurre le disuguaglianze tra i cittadini determinate dalle situazioni familiari, dall'altro attivare misure di sostegno alle responsabilita' familiari; il primo degli indicati obiettivi richiede l'applicazione, per determinate politiche redistributive, del "parametro famiglia", consistente nella diversificazione degli interventi in rapporto al grado di bisogno, stimato sulla base del reddito complessivo familiare correlato al numero dei componenti; il secondo obiettivo impone allo Stato l'obbligo - attraverso una pluralita' di interventi - di alleggerire gli oneri, non solo economici, connessi al lavoro di cura, soprattutto verso i minori e gli anziani, e di attribuire concreti riconoscimenti all'opera della famiglia come soggetto primario della solidarieta' intergenerazionale; tra gli indicati interventi - finalizzati primariamente a rendere compatibile l'attivita' lavorativa con il lavoro di cura svolto nell'ambito familiare - vanno annoverati: le misure di sostegno alla maternita'; i congedi parentali; l'approntamento di una rete adeguata di servizi sul territorio particolarmente per l'infanzia e per l'assistenza, in specie domiciliare, agli anziani); la flessibilizzazione dei percorsi lavorativi (mediante appropriati incentivi giuridico-economici per l'uscita temporanea dal mercato del lavoro e per il successivo rientro, ed altresi' mediante una nuova disciplina del part-time); il ripensamento complessivo degli orari e dei tempi della scuola, del lavoro, dei pubblici servizi e, piu' in generale, della citta'; la quasi totalita' degli italiani (oltre il 90 per cento) vive in un contesto di convivenza di tipo familiare e, pertanto, le concrete condizioni degli individui (disponibilita' di reddito, accesso all'istruzione e ai servizi, condizioni abitative, qualita' del lavoro ottenibile, ecc.) sono di fatto legate in modo determinante alle situazioni familiari; la realta' della famiglia, di per se' molto diversificata e complessa - e profondamente mutata negli ultimi decenni - e' attraversata con particolare intensita' dai processi di trasformazione sociale e culturale che caratterizzano l'odierno momento storico: aumentano i nuclei composti da una persona sola, in specie tra le donne anziane; cosi' pure le famiglie monoparentali, che sempre piu' frequentemente hanno una donna come persona di riferimento; e crescono, anche per effetto delle continue restrizioni nell'offerta dei servizi, le famiglie in difficolta' non soltanto economiche o materiali; in base al 3^ Rapporto della Commissione di indagine sulla poverta' e l'emarginazione, istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri (reso pubblico il 14 luglio scorso), vi sono nel nostro paese 2.232.000 famiglie - pari a 6.462.000 persone (fra cui oltre 1.000.000 di bambini sotto i 13 anni) - in condizioni di poverta', cioe' con consumi pro capite inferiori al 50 per cento del livello dei consumi medi nazionali pro capite; se si utilizza una soglia di poco piu' elevata (60 per cento della media nazionale dei consumi pro capite), ne risulta che altri 8.000.000 di persone vivono in condizioni di "quasi poverta'", elevando cosi' a circa 15 milioni il numero delle persone che vivono in situazioni di gravissimo o grave disagio economico; l'area della poverta' e della "quasi poverta'" comprende un gran numero di anziani soli o in coppia, ma soprattutto di famiglie con quattro o piu' componenti, sicche' i minori e gli anziani ne risultano essere i soggetti maggiormente colpiti; sulla base degli ultimi dati ufficiali disponibili, riferiti all'anno 1992, il nostro Paese destina per l'intero complesso delle misure monetarie di sostegno alla famiglia, oltre a esigue detrazioni fiscali, la somma di 5.438 miliardi (tab. 3.25 del compendio statistico ISTAT 1994), pari al 3,5 per mille del prodotto interno lordo (Pil), collocandosi agli ultimi posti nell'Europa comunitaria; l'unica forma di intervento monetario a carattere redistributivo "verticale" a sostegno delle famiglie e' rappresentata dall'assegno al nucleo familiare, il cui importo - fermo dalla data di istituzione (1988) - ha ormai perduto il 40 per cento dell'iniziale potere d'acquisto, riducendosi a modestissima prestazione per un'area sempre piu' ridotta di famiglie (3.650.000 nuclei familiari per il 1992), per una spesa complessiva (gestione CUAF) di 5.284 miliardi, a fronte di una contribuzione per gli assegni familiari, da parte dei lavoratori dipendenti e delle imprese, ammontante nello stesso anno a 15.867 miliardi; impegna il Governo al fine di avviare il necessario processo di inversione di tendenza nelle politiche familiari, che vedono l'Italia in grave ritardo rispetto agli altri Paesi della CEE, a prevedere - gia' con la legge finanziaria per il 1995 - le seguenti misure: l'adeguamento dell'assegno per il nucleo familiare, in misura tale da riportarlo - quanto meno - ai livelli di potere d'acquisto del 1988, avviando altresi' un graduale aumento dei tetti di reddito familiare per il godimento dell'assegno stesso; l'attribuzione alle regioni e agli enti locali delle risorse necessarie per l'attuazione di una piu' adeguata rete di servizi sociali sul territorio, con particolare riferimento ai servizi per l'infanzia, soprattutto nel Mezzogiorno (scuole dell'infanzia e asili nido, per i quali ultimi va superata l'inaccettabile classificazione tra i "servizi a domanda individuale", come previsto dall'apposita proposta di legge di iniziativa popolare), all'assistenza - in specie domiciliare - per gli anziani, nonche' ai consultori; la previsione di specifiche deduzioni fiscali, pur entro un ammontare massimo predeterminato, a sostegno almeno delle famiglie che debbano fronteggiare situazioni di particolare disagio (handicap, tossicodipendenze, anziani non autosufficienti, famiglie monoparentali con minori a carico, ecc.); un apposito accantonamento per le misure legislative volte alla disciplina dei congedi parentali, all'estensione universalistica del trattamento di maternita' e all'attuazione dell'affidamento familiare; il rilancio di politiche abitative particolarmente finalizzate a dare una casa, a prezzi accessibili, alle giovani coppie, nonche' a favorire - in conformita' anche ai recenti indirizzi della Conferenza internazionale del Cairo - il ricongiungimento familiare degli immigrati extra-comunitari. (1-00026)

 
Cronologia
giovedì 15 settembre
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva la proposta di legge: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'Azienda di Stato per gli interventi nel mercato agricolo (AIMA) (AC 576-775)., che sarà approvata dal Senato il 18 maggio 1995 (legge 25 maggio 1995, n. 229).

mercoledì 28 settembre
  • Parlamento e istituzioni
    Il Governo presenta in Parlamento il disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 1995) (AC 1364), che dispone una manovra finanziaria da 48.000 miliardi.