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Documenti ed Atti

XII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00638 presentata da BERGAMO ALESSANDRO (FORZA ITALIA) in data 19941213

Ai Ministri per l'universita' e la ricerca scientifica e tecnologica e per la funzione pubblica e gli affari regionali. - Per sapere - premesso: a) che con decreto del Ministro per l'universita' e la ricerca scientifica e tecnologica del 25 marzo 1991 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 4 giugno 1991) a seguito della legge 7 agosto 1990, n. 245, veniva costituita la cosiddetta seconda universita' di Napoli, sistemata nel "territorio metropolitano", per fortuna indicato con lodevole approssimazione in un ordine del giorno della 7^ Commissione permanente del Senato - accolto, all'ultimo momento, come raccomandazione, dal Governo - e quindi disseminata senza criterio su un'area spropositata, senza credibili possibilita' di instaurare un qualsivoglia collegamento organizzativo o culturale tra le facolta' che la detta universita' ora compongono; b) che la decisione legislativa sopra menzionata si avvero' dopo una deliberazione alla quale era pervenuto allora il consiglio della 1^ facolta' di medicina e chirurgia dell'universita' di Napoli "Federico II", nel corso di una adunanza sopraggiunta avventatamente il giorno 29 maggio 1989, alla quale finirono con il partecipare soltanto 133 professori su i 301 aventi diritto, risultando in piu' assenti del tutto i rappresentanti, come voluto dalla legge, degli assistenti, ricercatori e studenti; c) che quel parere di una parte molto ridotta della facolta', prevaricante implicitamente sopra la volonta' della maggioranza, la quale mai ebbe la possibilita' di manifestare formalmente un proprio consenso, appariva quasi concordata per coonestare la successiva formulazione del cosiddetto "scorporo" dell'intera facolta', con il risultato scontato di dare l'avvio ad un cospicuo contenzioso amministrativo - infatti il provvedimento veniva considerato del tutto eccezionale e contrario a una consolidata tradizione di emancipazione, che sembra sia stata una garanzia, in epoche con minore tolleranza che in quella contemporanea, per i professori universitari a fronte della minaccia di trasferimenti capricciosi - e inoltre procurando che venissero ingenerati sentimenti diffusi e mal celati di diffidenza e di rimprovero, anche perche', come era da aspettarsi, i sostenitori di quel provvedimento conseguirono rapidamente posizioni accademiche eminenti, che invero non erano fatte in modo da promettere comportamenti imparziali verso gli antichi oppositori; d) che il nuovo ateneo, costituito in maniera tanto peculiare, per altro verso sta, se non altro, conquistando sulla stampa cittadina una progressiva notorieta' - non e' detto pero' molto lusinghiera - avendo principiato con la celebrazione di una sua "malformazione genetica", come si puo' dire a proposito di un monstrum ingens (vedi il quotidiano la Repubblica del 30 luglio 1994, pagina IV), ponendo immediatamente dopo solide premesse ad una disputa appassionante tra i due atenei, per cosi' dire, urbani, per via di un complesso edilizio preteso da entrambi (vedi le notizie di cronaca del giorno 27 ottobre 1994 su i quotidiani nazionali Corriere della Sera e la Repubblica) e poi, infine, perche' non puo' venire escluso affatto che le condizioni di funzionamento del nuovo ateneo siano obiettivamente proibitive e sprovviste di un valido equilibrio interno, come si va proclamando con insistenza e con strepito, nondimeno, purtroppo, senza alcuna documentazione specificata ne' alcun progetto ponderato; e) che la medesima facolta' di medicina, che forma la parte di gran lunga maggioritaria del corpo accademico nella nuova universita', e' chiamata a dover mettere in pratica un particolare ordinamento didattico, tra l'altro ampiamente discusso per le risoluzioni ideologiche ed opportunistiche prescelte e tanto piu' per alcuni dubbi circa una sua legittimita' costituzionale, approvato - si sospetta dopo complesse esitazioni - con il decreto del Presidente della Repubblica del 28 febbraio 1986, n. 95, senza che essa facolta' possa fare assegnamento su mezzi idonei, in dotazione ad altri atenei piu' fortunati; f) che l'amministrazione del nuovo ateneo mostra di essere investita da un contezioso amministrativo e, pare, anche civile ragguardevole, per questioni concernenti la pratica amministrativa in generale, la contabilita', il personale di vario ordine, le scuole di specializzazione, e che da taluni viene allegramente commentata come regolare la consuetudine di richiedere in ogni occasione da parte dell'amministrazione universitaria chiarimenti al competente Ministero, per decisioni che l'Universita' giudica di non saper assumere o di non voler assumere tempestivamente, sebbene conformando poi con riluttanza la propria condotta alle indicazioni ottenute ugualmente non riuscendo ad evitare ritardi e liti, con le perdite finanziarie che la congiuntura economica non sembra affatto incoraggiare per le amministrazioni periferiche dello Stato -: se le circostanze riferite in premessa possano ritenersi veritiene e, in caso affermativo, in quale misura e con quali conseguenze per il buon credito dell'amministrazione statale in genere e dell'amministrazione in specie dell'Universita' maggiormente nel periodo presente, quando le risorse trasferite sono per necessita' ridotte e quando alle universita' viene attribuita un pur limitata autonomia, che, in ogni caso, dovrebbe comportare una accettazione di piu' sostanziali e redditizie responsabilita', non di formalismi burocratici, inutili, quando non perniciosi; se corrisponde a verita' che nell'ospedale policlinico, utilizzato, per i propri fini istituzionali, con gravi svantaggi, da parte della facolta' prima citata, operino numerosi medici chirughi, si parla di centinaia, non di ruolo statale, con contratto di tipo privatistico a tempo indeterminato, e che, tuttavia, dalla Universita' non si sia provveduto, come era lecito attendersi, - dal momento che puo' disporre normalmente di somme trasferite dalla regione Campania per codeste esigenze - ad una regolamentazione organica, che servisse comunque a statuire metodicamente i doveri e ad ammettere alcune aspettative per quella categoria di personale, che pare veramente non sostituibile nelle mansioni alle quali bada ormai da anni; se corrisponde a verita' che gli organici per le funzioni di impiegato amministrativo, di infermiere, di tecnico con varia qualificazione sono, come si lamenta, evidentemente insufficienti, soprattutto per il loro numero, e se, nonostante tutto questo, nessun provvedimento appropriato, ordinato e veramente fattivo, sia stato mai intrapreso da parte della universita' in questione, con il proposito sincero di correggere finalmente i disservizi per i quali si protesta. Permarrebbe mirabile, invece, la tenace sollecitudine, per quanto inserita quasi mai in un programma ragionato, con il quale potrebbero venire significati propositi realisticamente utili e non meramente occupazionali, per posti di docenti, del resto adesso abbastanza numerosi e peraltro gia' non provveduti a sufficienza di attrezzature scientifiche, di collaboratori, di locali e forse nemmeno di studenti; se corrisponde a verita', per quanto concerne la gestione delle scuole di specializzazione, che l'amministrazione universitaria omette di applicare disposizioni vigenti del proprio statuto, che dovrebbero riuscire ormai ben chiare e sperimentate, adducendo il motivo di obiezioni diverse, partenti dal Ministero, che perseguirebbe, quasi indebitamente, indirizzi interpretativi con siffatti accessi conformistici ed accentratori, senza tenere di conto le disponibilita' prima determinate dai rispettivi consigli di amministrazione e senati accademici nonche' il possibile danno conseguente alla riduzione di entrate; se corrisponde a verita' che specificamente il consiglio della facolta' di medicina, per quanto formalmente richiesto - giammai, pero', da parte del rettore, al quale il regolamento generale potrebbe invece assegnare codesto compito non indegno della carica da lui occupata - abbia ricusato finora di dare concreta applicazione alle disposizioni legislative e regolamentari come nella legge 11 dicembre 1969, n. 910, e nella legge 30 novembre 1970, n. 924, e cosi' come nell'articolo 42 del regolamento studenti: le prime due che stabiliscono, sia pure per proteggere da esagerazioni opprimenti, l'interesse indubbio dello studente a proporre adatti piani di studio alternativi a quello tabellare, pubblicato nel manifesto degli studi, e l'altro riguardante la composizione delle commissioni per gli esami di profitto, laddove, senza sforzo, si sarebbe gia' conseguito attualmente il risultato inaudito di commissioni autocostituite addirittura con dodici componenti, docenti tutti speculari che non sempre disdegnano, come von Humboldt aveva in tempo avvertito, di dar prova della loro feconda rivalita' dottrinaria nella medesima disciplina, con beneficio davvero opinabile per il candidato e per l'effettivo interesse degli studi; se i Ministri interrogati non giudicano opportuno disporre rapidamente un'indagine allo scopo di accertare le possibili disfunzioni esistenti in quella universita', quali in parte riscontrabili con notizie gionalistiche, porre riparo con prontezza e con buon costrutto agli aventuali guasti, richiamare, se occorre, all'osservanza di obblighi derivanti da disposizioni di carattere legislativo o regolamentare, promuovere una revisione obiettiva e documentata degli effetti che sono seguiti alla infausta decisione di "scorporare" tutta una facolta', avviandola allo sbando con indifferenza, al fine di poter valutare, mutate le condizioni politiche generali che hanno prodotto il mostro, le ipotesi di meditate correzioni con convenienti iniziative legislative. (5-00638)

 
Cronologia
venerdì 9 dicembre
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Le truppe russe varcano il confine con la Cecenia: comincia una sanguinosa operazione militare.

lunedì 19 dicembre
  • Parlamento e istituzioni
    Alla Camera vengono presentate tre mozioni di sfiducia al Governo, di cui una da parte della Lega Nord e del PPI.