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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XII Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00094 presentata da SCALIA MASSIMO (PROG.FEDER.) in data 19950313

La Camera, considerato che: l'Italia partecipera' alla Conferenza Mondiale sul Clima, che si terra' a Berlino dal 28 marzo al 7 aprile 1995, nella quale il tema dominante sara' l'effetto "serra"; la correlazione tra effetto "serra", aumento della temperatura sulla superficie del pianeta, scioglimento dei ghiacciai si presenta, per l'estrema complessita' dei cicli bio-geochimici coinvolti, assai difficile da definire, soprattutto in ordine alla possibilita' di prevedere e di quantificare, in modo scientificamente accettabile, i valori dei parametri di maggiore interesse: tempi, aumenti della temperatura nelle diverse regioni, dislivelli delle masse oceaniche e che, pertanto, in assenza di una chiara comprensione del fenomeno e della possibilita' di prevederne scientificamente l'evoluzione in rapporto ai diversi scenari energetici (in particolare al ricorso ai combustibili fossili) che si possono ipotizzare per i prossimi anni, si deve assumere un atteggiamento di ancor maggiore responsabilita' e cautela rispetto agli effetti previsti come possibili; l'effetto "serra" e' principalmente dovuto, sia oggi che nei prossimi anni, alle emissioni in atmosfera di CO2 (anidride carbonica), dovuta alla combustione dei fossili che rappresentano nel loro complesso (petrolio e derivati, combustibili solidi, gas naturale) oltre l'80 per cento dei consumi energetici globali del pianeta; dalla Conferenza di Rio de Janeiro ad oggi non e' ancora stato raggiunto un accordo internazionale su obiettivi concreti di limitazione delle emissioni di CO2 e dei gas di "serra"; tutti i rapporti dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) hanno confermato il rischio del riscaldamento globale del pianeta: la temperatura della terra potrebbe aumentare da 1.5 a 4.5 ^C entro la meta' del prossimo secolo in rapporto ai diversi scenari di ricorso ai combustibili fossili e alle conseguenti immissioni in atmosfera di anidride carbonica, il principale gas di serra. Per contrastare questo rischio si devono ridurre le emissioni di CO2 al di sotto dei livelli del 1990; nelle precedenti legislature sono state presentate mozioni che richiedevano al Governo italiano di assumere il "Toronto Target", vale a dire l'obiettivo di riduzione di almeno del 20 per cento delle emissioni di CO2 ai livelli del 1990 entro il 2005. Tale impegno e' stato fatto proprio dal Governo in data 23 luglio 1992 con l'assunzione della mozione 6-00002; durante lo scorso incontro INC (Ginevra, agosto 1994) l'Alleanza dei Piccoli Stati Isola (AOSIS), composta da Stati che verrebbero fisicamente sommersi dalle acque in caso di grave cambiamento climatico, ha proposto l'adozione di un Protocollo alla Convenzione sul Clima che adotti il "Toronto Target"; il 25 febbraio 1994 il CIPE ha approvato il "Programma Nazionale per il Contenimento delle emissioni di anidride carbonica entro il 2000 ai livelli del 1990". Lo scorso 16 gennaio 1995 e' stata presentata la "Prima Comunicazione Nazionale dell'Italia alla Convenzione-Quadro sui Cambiamenti Climatici", che e' stata firmata dai Ministri dell'Ambiente e dell'Industria. Entrambi i documenti non si spingono oltre l'impegno assunto dall'Italia in sede europea nel 1991, che prevede la stabilizzazione delle emissioni di anidride carbonica ai livelli del 1990 entro il 2000, ma all'interno del contesto europeo, lasciando al nostro paese una certa flessibilita' (anche di aumentare le emissioni entro un determinato limite). Tutto cio' mentre molti paesi industrializzati come l'Australia, l'Austria, il Canada, la Danimarca, la Germania il Lussemburgo, la Nuova Zelanda e la Slovacchia, hanno gia' adottato su scala nazionale il piano di riduzione del 20 per cento delle emissioni ai livelli del '90 entro il 2005; la "Prima comunicazione" valuta le ipotesi di scenario e le proiezioni sulla stabilizzazione delle emissioni al 2000, e non pubblica nessun dato relativo al 2005. Dal punto di vista sia scientifico che politico si tratta di una omissione rilevante, perche' solo in uno scenario al 2005 si possono vedere i primi risultati di una politica di "riduzione" e non solo di "contenimento" delle emissioni di CO2. Il piano prevede la piena adozione e l'inserimento di normative e leggi preesistenti in materia energetica e ambientale: molte di queste leggi sono innovative ed efficaci, ma la maggior parte di esse e' sottofinanziata; valga per tutte l'esempio della legge n. 10 del 1991, promulgata in attuazione del Piano Energetico Nazionale per l'uso efficiente dell'energia e per la promozione delle fonti rinnovabili, sistematicamente definanziata dal Parlamento in tutte le ultime sessioni di bilancio. Infine in questo documento si contabilizza il risparmio energetico in funzione delle leggi e delle normative vigenti, ma si sottostima un vasto numero di misure di risparmio energetico a costo nullo o addirittura negativo; l'impegno dell'Italia di riduzione di almeno il 5 per cento di emissioni di CO2 rispetto ai livelli del 1990 entro il 2005 potrebbe essere anche a costo nullo come dimostrano ricerche e studi gia' in possesso del Ministero dell'Ambiente dal 1992; una politica di riduzione delle emissioni, anche a costi contenuti, si puo' ottenere soltanto affrontando energicamente due nodi: una politica dei trasporti che avvii un consistente spostamento modale dalla gomma al ferro, dall'automobile privata al mezzo di trasporto pubblico e l'adozione di misure sul fronte della domanda di energia, in particolare di quella elettrica; una politica piu' ampia di uso efficiente dell'energia nei diversi settori - industriale, domestico, trasporti, reti - e di promozione delle fonti rinnovabili richiede gli stanziamenti previsti dal Piano Energetico Nazionale dell'88, cioe' non meno di 2000 MLD all'anno per almeno 12 anni: una tale politica conseguirebbe non soltanto il "Toronto Target" ma anche l'attivazione di nuovi posti di lavoro, circa duecentomila in rapporto al volume complessivo del finanziamento, e l'inserimento in un settore di tecnologie avanzate che e' gia' un punto di forza per alcuni paesi - Germania, Giappone - nostri concorrenti sul mercato internazionale; impegna il Governo: a riconfermare la volonta' gia' espressa nell'accoglimento degli indirizzi rivoltigli in materia dal Parlamento inserendo pertanto nel Piano italiano di contenimento delle emissioni di CO2 come primo obiettivo la riduzione del 5 per cento e poi il "Toronto Target"; a sostenere nelle sedi internazionali, a cominciare dalla Conferenza Mondiale sul Clima di Berlino, il protocollo AOSIS; a integrare la rappresentanza italiana alla Conferenza mondiale di Berlino con esponenti delle ONG; a predisporre in tempi brevi un piano di "demand side management" avviando da subito una adeguata e innovativa politica dei trasporti e dei consumi energetici, in particolare mettendo a disposizione della legge 10 del 1991 i finanziamenti previsti dal PEN 88 e attuando la strumentazione istituzionale e tecnica che consenta a regioni e comuni un ruolo attivo e risultati significativi nel conseguimento del risparmio energetico; a potenziare attraverso il varo di un Programma Nazionale le attivita' di ricerca sui cambiamenti globali del clima nell'ambito di programmi internazionali cui l'Italia, nonostante reiterate dichiarazioni di adesione, partecipa solo attraverso iniziative non finanziate e spontanee di organismi quali il CNR e l'ENEA. (1-00094)

 
Cronologia
sabato 11 marzo
  • Politica, cultura e società
    Si consuma una radicale spaccatura all'interno del PPI: il Consiglio nazionale sconfessa l'alleanza elettorale col Polo della libertà annunciata da Rocco Buttiglione, ed elegge in sua vece come segretario, con 114 voti su 225, Gerardo Bianco.

giovedì 16 marzo
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva, con 315 voti a favore e 309 contrari, l'emendamento Dis. 1.1 del Governo interamente sostitutivo dell'articolo unico del disegno di legge (A.C. 2168) di conversione del decreto-legge 23 febbraio 1995, n. 41, recante misure urgenti per il risanamento della finanza pubblica e per l'occupazione nelle aree depresse, su cui il Governo ha posto la questione di fiducia.