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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XIII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/21387 presentata da PAISSAN MAURO (MISTO) in data 19990111

Ai Ministri dell'ambiente, della sanita' e del tesoro, del bilancio e della programmazione economica. - Per sapere - premesso che: il crescente sviluppo tecnologico, in particolare nel settore delle radiotelecomunicazioni, sta favorendo una crescita esponenziale di radiazioni non ionizzanti, tanto che, per i pericoli che possono derivare alla salute dei cittadini, un dossier dell'Organizzazione mondiale della sanita' segnala questo problema tra le principali emergenze del mondo contemporaneo; quantunque allo stato attuale delle conoscenze non sia possibile stabilire quali siano i meccanismi di azione dei campi elettromagnetici sugli organismi viventi, ne' e' dato sapere con certezza quali siano i limiti di esposizione ammissibili per la prevenzione degli effetti nocivi sul corpo umano, le conferme sempre piu' evidenti di una relazione tra l'esposizione a campi elettromagnetici e l'insorgenza di tumori debbono indurre ad applicare e rispettare in ogni ambito di vita e di lavoro il principio enunciato dall'Oms con cui si raccomanda che le esposizioni vengano mantenute a livelli piu' bassi possibile quando non si ha un chiaro giudizio in merito al rischio cui si sottopone la popolazione; l'Istituto superiore di sanita', modificando precedenti valutazioni, ha riconosciuto ufficialmente il rapporto Istisan 95/29 e pertanto l'esistenza di un rapporto causale tra esposizione ai campi elettromagnetici a 50/60 Hz ed alcune tipologie di tumore; negli ultimi anni, in maniera particolare nelle aree metropolitane sui tetti di moltissimi edifici, senza alcun piano regionale o comunale e senza autorizzazione sono state installate numerosissime antenne per la telefonia mobile; questo fenomeno "metropolitano" e' particolarmente evidente sugli edifici pubblici o di enti pubblici: questi ultimi durante l'iter di alienazione del patrimonio immobiliare, senza nulla comunicare agli inquilini e probabili acquirenti, hanno fatto installare sul terrazzo condominiale, dietro compenso, antenne per la telefonia; e' il caso, tra l'altro, dello stabile di Via Edoardo Jenner, n. 54 in Roma di proprieta' dell'Inpdap, anche qui senza la necessaria preventiva autorizzazione della Asl e dell'Ispels, cosi' come previsto dal comune di Roma; cio' sta avvenendo senza il "consenso informato" degli abitanti dei palazzi interessati, in quanto l'ente gestore si limita a chiedere ed ottenere dalle amministrazioni pubbliche solo l'autorizzazione a servitu' di appoggio per dette strutture, adducendo argomentazioni di tipo quantitativo, basate cioe' sulla modesta entita' di potenza delle emissioni che verrebbero prodotte dalle singole antenne telefoniche. In questo modo non si considera che la natura dell'emissione specifica di ogni singola struttura risulta essere costante e continua nel tempo e nello spazio e che la diffusione capillare e reticolare potrebbe provocare una sorta di effetto "rete", per la sovrapposizione dei campi e di "accumulo espositivo" alle emissioni elettromagnetiche specifiche, che andrebbero, almeno, ad assommarsi a quelle di altri sistemi di telecomunicazioni (satellitari e non) o reti energetiche, unitamente agli altri agenti inquinanti presenti nelle aree urbane; in attesa di una legge quadro in materia di protezione della salute della popolazione e dei lavoratori dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, nonche' della tutela dell'ambiente e dei valori paesaggistici, il ministro dell'ambiente, d'intesa con il ministro della sanita' e con il ministero delle comunicazioni, sentiti l'istituto superiore di sanita' e l'agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente (Anpa), ai sensi della legge 31 luglio 1997, n. 249, articolo 1, comma 6, lettera a), n. 15, ha recentemente emanato il decreto 10 settembre 1998, n. 381. "Regolamento recante norme per la determinazione dei tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana", entrato in vigore nei primi giorni del 1999; precedentemente in risposta all'interrogazione 4-10586, il ministro dell'ambiente, oltre all'opportunita' di eseguire una mappatura dello smog elettromagnetico, reputava che: "per quanto attiene l'autorizzazione di nuove antenne si ritiene che queste non debbano essere collocate sui tetti delle abitazioni adibite a permanenze prolungate della popolazione e che siano spostate in zone non abitate" -: se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali siano le loro valutazioni; se non ritengano di doversi attivare affinche' il Parlamento approvi un quadro normativo organico per la tutela dall'inquinamento elettromagnetico; quali provvedimenti urgenti intendano assumere affinche' le aziende adottino tutte quelle soluzioni tecnologiche e funzionali che consentano di ridurne l'impatto ambientale e i rischi per la salute; se non ritengano di promuovere e sostenere un programma di ricerche e studi epidemiologici in ordine agli effetti dei campi elettromagnetici; se non ritengano di predisporre interventi di monitoraggio finalizzati ad una corretta valutazione dei livelli di esposizione ed a promuovere campagne di informazione per la pubblica opinione caratterizzate da rigore scientifico e chiarezza nella comunicazione; se, nel caso specifico segnalato in premessa, risulti che la locale Asl, Ispesl e comune di Roma abbiano preventivamente verificato con strumenti idonei la non pericolosita' dei campi magnetici generati dalla installazione dell'eventuale nuova antenna; quali studi interdisciplinari (fisico-biologici) risulti che siano stati condotti sulla pericolosita' per la salute pubblica e quali provvedimenti concreti intendano adottare a tutela della salute pubblica; quali atti intendano adottare affinche' i cittadini siano preventivamente informati sui possibili rischi per la salute pubblica connessi ad onde elettromagnetiche; a quanto ammonti l'esborso che gli enti gestori versano ad enti pubblici ed a privati per l'installazione delle antenne. (4-21387)

Si risponde all'interrogazione parlamentare in esame, dietro delega della Presidenza del Consiglio del Ministri, nei limiti delle precipue competenze istituzionali. La problematica legata alla valutazione dei fattori di rischio derivanti dall'esposizione alle varie sorgenti di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici (elettrodotti, ripetitori radiotelevisivi, radar, stazioni radiobase per la telefonia cellulare, etc.), nonche' alla conseguente gestione delle misure di protezione piu' adeguate per garantire la salute dei lavoratori e della popolazione, ha costituito l'oggetto di un complesso ed approfondito esame da parte dell'istituto Superiore di Sanita' e dell'istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (I.S.P.E.S.L.). Al termine dei lavori e' stato predisposto e sottoscritto, in data 29 gennaio 1998, un documento tecnico congiunto nel quale, sulla base delle ricerche e dei dati attualmente disponibili in ambito nazionale, comunitario ed internazionale, vengono individuati ed approfonditi i vari aspetti sanitari ed ambientali connessi all'utilizzazione delle sorgenti in questione, con particolare rilievo per l'analisi degli effetti sia di tipo deterministico (effetti acuti), sia su base probabilistica o stocastica (effetti a medio-lungo termine), nonche' per la definizione di idonee strategie di intervento ai fini della prevenzione. Riguardo agli effetti acuti, vengono presi quale riferimento gli attuali limiti di esposizione proposti nelle linee guida formulate dall'ICNIRP (International Commission on Non Ionizing Radiation Protection), organizzazione internazionale ufficialmente riconosciuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanita' (O.M.S.), nonche' raccomandati dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), dall'Ufficio Internazionale del Lavoro (ILO), dall'International Radiation Protection Association (IRPA) e dalla stessa Unione Europea. In ogni caso, i due Istituti si sono riservati di procedere agli opportuni approfondimenti dei contenuti delle linee guida in argomento, ove ritenuto necessario. Per quanto riguarda gli effetti a medio-lungo termine, il documento congiunto ha inteso operare una netta distinzione tra gli effetti derivanti dall'esposizione a sorgenti a bassa frequenza, quali le linee elettriche ad alta tensione, e le sorgenti di campi elettromagnetici ad alta frequenza (ripetitori radiotelevisivi, radar, stazioni radiobase per la telefonia cellulare). Nel primo caso, viene ribadito che, pur constatando che gli studi epidemiologici nel loro complesso suggeriscono un'associazione statistica tra l'esposizione residenziale a campi magnetici a 50 Hz, generalmente valutata in modo indiretto, e la leucemia infantile, il nesso di causalita' non e' tuttavia ancora dimostrato, sia a causa di limitazioni nel disegno degli studi e nel controllo di potenziali fattori di confondimento, sia per il carattere contrastante dei dati ottenuti mediante differenti procedure di valutazione dell'esposizione, sia infine a causa dell'attuale impossibilita' di identificare un chiaro meccanismo di azione per l'eventuale cancerogenicita' dei campi magnetici a frequenza industriale, nonostante gli studi sperimentali finora condotti. Peraltro, l'Istituto Superiore di Sanita', nel proprio rapporto sul rischio cancerogeno associato ai campi magnetici a frequenza industriale (50/60 Hz), edito nel 1995, raccomandava testualmente che "nei progetti di realizzazione di nuovi elettrodotti sia esplicitato l'obiettivo della riduzione delle esposizioni a campi elettrici e magnetici, anche mediante l'adozione di nuove soluzioni tecnologiche. In particolare, il contenimento delle esposizioni appare prioritario per gli asili, le scuole ed altri ambienti, al chiuso e all'aperto, destinati all'infanzia.. omissis... Per quanto riguarda l'esistente, sull'esempio di quanto raccomandato da autorita' sanitarie ed enti protezionistici di altri Paesi, quali la Svezia, appare prioritario pianificare interventi di riduzione dei livelli di esposizione che, in abitazioni, scuole e luoghi di lavoro, risultino largamente superiori a quelli mediamente riscontrabili in ambienti analoghi". Per quanto concerne i campi elettromagnetici ad alta frequenza (campi elettromagnetici a radiofrequenza e microonde generati da ripetitori radiotelevisivi, apparecchiature radar, stazioni radiobase per la telefonia cellulare), il documento tecnico congiunto sottolinea il fatto che l'esiguo numero di ricerche ed indagini al momento disponibili non sono in grado di fornire indicazioni convincenti circa l'insorgenza di effetti sanitari a lungo termine. Invero, appare evidente l'eterogeneita' degli effetti sanitari di volta in volta posti in relazione con le esposizioni in esame, trattandosi sovente di dati forniti da isolati studi esplorativi. Un'analoga eterogeneita' si rileva anche sui disegni di studio e sui protocolli adottati, contribuendo a rendere difficoltosa la comparazione dei risultati. Inoltre, gli stessi protocolli impiegati sono caratterizzati da metodologie di valutazione dell'esposizione relativamente grossolane, da assenza di procedure per la valutazione di fattori di confondimento, da dimensioni numeriche del tutto inadeguate. A titolo di esempio, nel caso della telefonia cellulare non si dispone di studi adeguati a causa dell'insufficiente lasso di tempo trascorso dall'inizio dell'esposizione. Pertanto, gli studi epidemiologici oggi disponibili debbono essere considerati - per numero, qualita', consistenza, potenza statistica - insufficienti per permettere conclusioni in merito alla presenza di un'associazione causale tra l'esposizione ai tipici livelli delle radiofrequenze e microonde presenti negli ambienti di vita e di lavoro e l'insorgenza di effetti sanitari a lungo termine. La stessa ricerca di laboratorio non ha prodotto risultati conclusivi nell'individuazione di effetti a lungo termine. Anche se il nesso causale fra esposizione e danno alla salute non e' stabilito con sufficiente certezza, i due Istituti hanno ritenuto opportuno indicare un precipuo sistema di valutazione di rischio, che e' basato sulla verifica dei risultati anche parziali, tiene in debito conto i margini di incertezza e comporta l'adozione di un atteggiamento di tipo cautelativo. In tal modo vengono individuati, in luogo di limiti di esposizione intesi come limiti sanitari predefiniti, degli "obiettivi di qualita'" da raggiungere entro un arco di tempo ed in modo differenziato in relazione ai diversi scenari di esposizione (campi elettrici e magnetici a 50 Hz; campi elettromagnetici a radiofrequenza e microonde). L'applicazione di tale sistema di attenzione e di cautela, (fondato sul c.d. principio cautelativo), oltre a consentire il costante monitoraggio delle ricerche e dei dati concernenti l'incidenza dell'esposizione a lungo termine, puo' comportare, a livello di disciplina normativa, l'individuazione di strategie di abbattimento dei livelli di esposizione presenti negli ambienti di vita e di lavoro che comportino costi accettabili dalla collettivita', anche per mezzo della ricerca e l'applicazione di nuove tecnologie. Inoltre, il documento auspica la realizzazione di un insieme di studi finalizzati a favorire dati aggiornati sulla situazione italiana. Infine, il documento congiunto, proposto anche in vista della predisposizione della disciplina legislativa del settore dell'inquinamento elettromagnetico, attualmente "in itinere", raccomanda la realizzazione di una serie di iniziative, miranti ad una informazione corretta e completa dei cittadini circa i rischi connessi all'esposizione ai campi elettromagnetici a radiofrequenze e microonde (ma cio' e' valido anche per quanto riguarda i campi elettrici e magnetici a 50 Hz), che rifletta nel modo migliore il quadro delle conoscenze scientifiche con tutte le sue incertezze, al fine di perseguire il duplice obiettivo di evitare esposizioni inconsapevoli e di sensibilizzare l'opinione pubblica su un potenziale fattore di rischio per la salute evitando altresi' allarmismi che, in quanto possono indurre stati di ansia o di paura, possono rappresentare essi stessi un fattore di rischio per la salute, definita dall'Organizzazione Mondiale della Sanita' "uno stato di' completo benessere fisico, psicologico e sociale della persona, non semplicemente l'assenza di malattie o infermita'". A tal proposito, si rappresenta che sulla base di quanto sopra evidenziato le Amministrazioni chiamate in causa hanno convenuto di assumere una posizione comune a sostegno del principio cautelativo anche in ambito europeo (discussione sulla Raccomandazione UE inerente la limitazione dell'esposizione del pubblico alle sorgenti dei campi elettromagnetici da 0 a 300 GHz), in coerenza con quanto gia' normato con il recente decreto di regolamentazione sulle radiofrequenze e microonde e con l'iniziativa legislativa del Governo di cui si fa ora menzione. In sede di approfondimento dei contenuti del documento sopra illustrato, l'I.S.P.E.S.L. - Dipartimento Insediamenti Produttivi ed Impatto Ambientale, ha divulgato una proposta, redatta in data 3 marzo 1998, rivolta a concretizzare i citati "obiettivi di qualita'" mediante l'indicazione di "valori indice", distinti per le basse e le alte frequenze, onde garantire una adeguata protezione dagli effetti a lungo termine. Dal canto suo, l'Istituto Superiore di Sanita' sta definendo una serie di azioni di informazione ai cittadini e di formazione degli operatori, in solido con altre istituzioni scientifiche di riconosciuto prestigio e competenza. L'istituto promuove, inoltre, insieme all'I.S.P.E.S.L., un esteso studio multicentrico sulle neoplasie dell'infanzia in relazione alla presenza di fattori di rischio ambientali, tra cui l'esposizione ai campi elettromagnetici. Al momento attuale, i limiti di esposizione ai campi elettrici e magnetici sono stabiliti dal D.P.C.M. 23 aprile 1992 (elettrodotti) e dal decreto ministeriale 10 settembre 1998, n. 381 (sistemi fissi delle telecomunicazioni e radiotelevisivi operanti nell'intervallo di frequenza compresa fra 100 kHz e 300 GHz). L'esigenza di conciliare in modo appropriato gli aspetti di carattere economico e sociale legati allo sviluppo delle strutture produttive di un Paese industrializzato con la primaria necessita' di salvaguardare la salute dei cittadini dalle possibili implicazioni connesse con l'esposizione ai campi elettromagnetici, congiuntamente all'opportunita' della regolamentazione del corretto inserimento, nell'ambito del territorio nazionale, di tutti gli impianti tecnologici da cui derivano radiazioni elettromagnetiche, hanno indotto il Ministero dell'Ambiente, di concerto con il Ministero della Sanita', nell'ambito delle competenze di cui all'ari. 2, comma 14, della Legge 8 luglio 1986, n. 349, istitutiva del Dicastero dell'Ambiente, ad emanare il Decreto datato 2 giugno 1997. Tale Decreto ha istituito presso il Ministero dell'Ambiente, un Gruppo di lavoro, composto da rappresentanti dei Dicasteri di Ambiente, Sanita', Poste e Telecomunicazioni, Industria, Commercio e Artigianato, tenuto, fra le altre incombenze, a predisporre una bozza di testo normativo concernente la tutela della salute dei cittadini e dell'ambiente dall'inquinamento elettromagnetico. Il Gruppo di lavoro ha elaborato uno schema di legge-quadro che, dopo l'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri in data 13 marzo 1998 e quella della Conferenza Stato Regioni il successivo 25 marzo, e' stato formalmente presentato alla Camera dei Deputati il 24 aprile 1998 (disegno di legge di iniziativa governativa n. 4816), al pari delle analoghe proposte di legge predisposte, in materia, da parte di vari gruppi politici. Vengono previste, tra l'altro, le modalita' di riduzioni dell'esposizione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, da ottenere con l'introduzione di valori di attenzione e di obiettivi di qualita', proprio per garantire la protezione degli individui da possibili effetti a lungo termine. Per completezza, in ordine alla installazione di un'antenna per telefonia sul terrazzo di uno stabile di via Edoardo Jenner in Roma, si precisa che, a seguito dell'accordo intercorso in data 11 dicembre 1998 fra il Comune di Roma, le ASL cittadine, la Regione Lazio e l'I.S.P.E.S.L., ciascuna stazione radiobase per la telefonia cellulare verra' adeguatamente esaminata e valutata entro un anno dalle domande di installazione presentate dalle Societa' interessate. Il Sottosegretario di Stato per la sanita': Monica Bettoni Brandani.



 
Cronologia
venerdì 1° gennaio
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna adottano l'euro come moneta ufficiale. 

mercoledì 20 gennaio
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva il disegno di legge Delegificazione e testi unici di norme concernenti procedimenti amministrativi - Legge di semplificazione 1998 (AC 5403), che sarà approvato dal Senato il 24 febbraio 1999 (legge 8 marzo 1999, n. 50 - Bassanini quater).