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Documenti ed Atti

XIV Legislatura della repubblica italiana

INTERPELLANZA URGENTE 2/01033 presentata da DEIANA ELETTRA (RIFONDAZIONE COMUNISTA) in data 20/01/2004

Interpellanza urgente Atto Camera Interpellanza urgente 2-01033 presentata da ELETTRA DEIANA martedì 20 gennaio 2004 nella seduta n. 409 I sottoscritti chedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della difesa, per sapere - premesso che: dal 19 al 23 gennaio dell'anno in corso è Stata programmata a Kuwait City la manifestazione fieristica «Ricostruire l'Iraq», alla quale l'Italia partecipa con 180 delegazioni di imprese al seguito del viceministro per le attività produttive Adolfo Urso; in una nota esplicativa, diramata nei giorni precedenti l'inizio della Fiera, il viceministro Urso ha sottolineato che, finita in Iraq la fase di emergenza, le imprese italiane «potranno partecipare attivamente alla seconda fase, quella della ricostruzione del Paese verso la quale ci sono in Italia fortissime aspettative». Nella stessa nota Urso ha ricordato che l'Italia fa parte dell'amministrazione centrale della CPA a Baghdad, in particolare nella regione sud del Paese, a Bassora, deve «ricopriamo tra l'altro il ruolo di vice governatore e nella provincia di Dhi Qar, dove abbiamo l'incarico di vice coordinatore»; il termine per la presentazione delle proposte di prequalifica per i bandi di gara per 17 contratti di ricostruzione in Iraq, riguardanti energia, trasporti, comunicazioni e infrastrutture civili, per un valore di 5 miliardi di dollari, è scaduto il 15 gennaio, mentre solo il 7 gennaio il Program Management Office del Pentagono ha pubblicato i bandi di gara. Le ditte italiane sono entrate ufficialmente nel meccanismo delle gare per gli appalti il 13 gennaio, in coincidenza con la visita al contingente italiano di stanza a Nassiriya del governatore Bremer. In diverse occasioni il sottosegretario alla Difesa Usa, Paul Wolfowitz, aveva sottolineato come soltanto le ditte dei Paesi che sostengono l'occupazione militare potessero aspirare ad aggiudicarsi i lavori; della « task force Iraq » costituita in aprile presso il Ministero degli esteri, fa parte la Confindustria, ma ne sono state invece escluse le Ong. L'Italia, infatti, sin dall'inizio del cosiddetto dopoguerra iracheno, si è preoccupata di salvaguardare prioritariamente una presenza commerciale oltre che militare, con la riapertura nella capitale dell'ufficio dell'ICE (commercio estero), la riattivazione della copertura assicurativa SACE, l'estensione all'Iraq dei fondo SIMEST, e fin dal giugno scorso, prima ancora che arrivassero i carabinieri, una delegazione dell'ENI si era già recata a Nassiriya per verificare i 2,6 miliardi di barili di petrolio che proprio in quella zona le verranno assegnati; l'otto gennaio il Governo ha approvato il decreto che prolunga di altri sei mesi le missioni militari italiane all'estero, tra cui si annovera anche quella denominata «antica Babilonia». Tale decreto però non è stato ancora inviato alle Camere. Nel frattempo in Iraq continua e si estende la quotidiana escalation di sangue e violenze, di cui è drammatica testimonianza l'attentato sanguinosissimo del 18 gennaio. Un conflitto micidiale che si genera dall'intreccio perverso tra l'occupazione dei Paesi alleati, la resistenza di settori crescenti della popolazione e il ruolo della neonata polizia irachena, che, con l'avallo americano, spara su folle inermi che chiedono lavoro. Un piano quello USA che, con sempre più evidenza, promuove la frammentazione del Paese su base etnico-confessionale (una vera e propria «balcanizzazione» dell'Iraq) suscitando violente reazioni di protesta all'interno del Paese -: se il Governo non ritenga che il complessivo contesto politico militare, nonché le dinamiche che caratterizzano la situazione in Iraq ormai non offrano più nessun ragionevole argomento a sostegno della tesi umanitaria in base alla quale la maggioranza del Parlamento approvò l'invio del contingente italiano a Nassiriya; se ci siano impegni formali nel frattempo intercorsi tra il Governo italiano e l'amministrazione USA per assicurare la presenza del nostro Paese nel programma di ricostruzione dell'Iraq solo a condizione che si mantenga l'impegno militare e se così fosse se il governo non ritenga necessario informarne il Parlamento; se il Governo non ritenga che in un tale contesto la funzione e il ruolo delle Forze Armate italiane, stando al dettato costituzionale, non consentano, ormai visibilmente, la permanenza del nostro contingente a Nassiriya e se pertanto non si voglia procedere a richiamare in Italia i nostri militari. (2-01033) «Deiana, Giordano».





 
Cronologia
martedì 13 gennaio
  • Parlamento e istituzioni
    La Corte costituzionale dichiara costituzionalmente illegittima la sospensione dei processi nei confronti delle cinque più alte cariche dello Stato, prevista dall'articolo 1, comma 2, della legge 140/03 (c.d. "lodo Schifani"), definendo la sospensione prevista come "generale, automatica e di durata non determinata" ed in contrasto con il principio di eguaglianza e il principio del diritto di difesa previsto dagli art. 2 e 24 della Costituzione (sentenza n. 24 depositata il 20 gennaio 2004).

mercoledì 28 gennaio
  • Parlamento e istituzioni
    Gustavo Zagrebelsky è eletto Presidente della Corte costituzionale