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Documenti ed Atti

XV Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00002 presentata da DE PETRIS LOREDANA (INSIEME CON L'UNIONE VERDI - COMUNISTI ITALIANI) in data 04/05/2006

Atto Senato Interrogazione a risposta scritta 4-00002 presentata da LOREDANA DE PETRIS giovedì 4 maggio 2006 nella seduta n.003 DE
PETRIS. - Al Ministro della salute . Risulta
all'interrogante che: con
nota del 23 marzo 2006 il Sottosegretario per la salute, con delega alle
politiche veterinarie, sen. Cesare Cursi, ha richiesto alla Regione Campania
un intervento punitivo nei confronti del Direttore dell'Istituto zooprofilattico
sperimentale del Mezzogiorno (IZSM), dott. Domenico Fenizia; la
motivazione di tale grave richiesta risiederebbe nel presunto comportamento
scorretto tenuto dal direttore dell'IZSM, il quale avrebbe sostenuto
diverse ipotesi di intervento in materia di prevenzione di malattie diffuse
negli allevamenti zootecnici, con particolare riferimento alle strategie
di politica veterinaria adottate dal Ministero della salute nei confronti
della brucellosi e della blue tongue (lingua blu); per
quanto concerne la brucellosi, la tesi sostenuta dal dott. Fenizia, in
merito alla genoresistenza nei bufali, è stata recentemente oggetto
di una pubblicazione scientifica nella prestigiosa rivista «Infection
and Immunity»; per
quanto concerne la profilassi vaccinale della blue tongue lo stesso
Ministero della salute ha dovuto prendere atto dei danni agli allevamenti
e dei rischi di diffusione della malattia provocati dall'adozione
del vaccino attenuato ed è stato costretto, anche a seguito delle
proteste dei comitati di rappresentanza degli allevatori e delle Regioni
interessate, a modificare sostanzialmente la strategia di intervento con
l'adozione del vaccino inattivo; l'azione
del dott. Fenizia, nella qualità di direttore dell'IZSM, risulta
peraltro irreprensibile sotto il profilo della competenza e dell'impegno
professionale, avendo egli contribuito in modo sostanziale alla riorganizzazione
e al rilancio dell'attività dell'Istituto in questione
ed essendosi sempre correttamente attenuto ai doveri relativi alla funzione
svolta; l'adozione
di provvedimenti disciplinari rivolta a reprimere preventivamente l'espressione
di legittime opinioni scientifiche, peraltro ampiamente dibattute anche
nelle organizzazioni professionali di categoria, appare illegittima e contraria
agli interessi del servizio veterinario pubblico, che invece dovrebbe raccogliere
e sviluppare le istanze di approfondimento tematico e valorizzare le professionalità
presenti sul territorio; la
libera espressione di opinioni scientifiche è peraltro tutelata
dal codice deontologico della categoria dei medici veterinari (articoli
3, 7 e 8), dal contratto collettivo nazionale del lavoro del settore ed
è tutelata per i dirigenti pubblici generali dal decreto legislativo
30 marzo 2001, n. 165 (articoli 16, 19, comma 7, 20, 21 e 55); in
data 28 aprile 2006 il Commissario straordinario dell'IZSM ha adottato
nei confronti del dott. Fenizia un provvedimento di sospensione dalla carica
di direttore, si chiede
di conoscere: se
non si ritenga necessario ed urgente revocare la nota del Sottosegretario
delegato alle politiche veterinarie del 23 marzo 2006 relativa all'Istituto
zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno ed avviare un idoneo approfondimento
delle politiche veterinarie in materia di lotta alla brucellosi ed alla blue tongue , confermando nel contempo la legittimità dell'espressione
di diverse opinioni scientificamente fondate nel servizio veterinario pubblico; se
non si ritenga altresì necessario ed urgente richiedere la sospensione,
d'intesa con la Regione Campania, del provvedimento disciplinare adottato
nei confronti del direttore dell'IZSM dott. Domenico Fenizia, consentendone
la piena reintegrazione nelle funzioni, tenuto conto che nulla è
stato contestato all'interessato per l'attività di gestione
svolta e per i risultati raggiunti. (4-00002)

Atto Senato Risposta scritta pubblicata nel fascicolo n. 009 all'Interrogazione 4-00002
presentata da DE PETRIS Risposta.
– La difficile risoluzione del problema della lotta ed eradicazione
della brucellosi bufalina in Campania è stata oggetto, nel corso
degli ultimi anni, di vari piani straordinari regionali e di varie ispezioni
comunitarie ed audit ministeriali, i quali hanno rilevato con crescente
preoccupazione la persistenza di aree di infezione, in particolare nelle
aree di competenza della ASL CE/2 in provincia di Caserta. La mancata
eradicazione e la non corretta applicazione delle norme comunitarie hanno
indotto le competenti autorità della Commissione europea a richiamare
l'attenzione delle autorità sanitarie italiane paventando anche
il divieto di esportazione di prodotti tipici dell'allevamento bufalino
campano verso altri Stati membri dell'Unione europea e verso i Paesi
terzi per le implicazioni negative sulla tutela della salute pubblica. Le posizioni
assunte soprattutto dall'Istituto zooprofilattico sperimentale (IZS)
del Mezzogiorno di Portici (Napoli), organo tecnico-scientifico di riferimento
locale, hanno da molto tempo generato dubbi sulle modalità di esecuzione
dei piani di eradicazione regolamentati dalla normativa comunitaria e nazionale
vigente, ostacolando la lotta nei confronti di una patologia che risulta
essere una grave malattia trasmissibile anche all'uomo (zoonosi),
e avallando negli anni assunti scientifici che hanno consentito di utilizzare
il latte proveniente da animali infetti, sebbene trattato termicamente,
in contrapposizione al divieto assoluto che le norme comunitarie (direttive
CE 92/46 e 92/47) e nazionali (decreto del Presidente della Repubblica
14 gennaio 1997, n. 54) impongono. Nell'ambito
della lotta e dell'eradicazione della brucellosi bufalina la Regione
Campania nel 2003 aveva predisposto di concerto con il Centro di referenza
nazionale per la brucellosi (CRN) un piano straordinario idoneo da un punto
di vista sia tecnico-scientifico che normativo, approvato dalla Commissione
europea. Il piano prevedeva,
entro trenta giorni dalla conferma diagnostica, l'abbattimento degli
animali positivi ed il ricorso alla profilassi immunizzante degli animali
prepuberi. Il direttore
dell'IZS del Mezzogiorno, dottor Domenico Fenizia, con una nota del
29 novembre 2004, inviata ai componenti dell'Unità di crisi
del Piano straordinario per l'eradicazione della brucellosi bufalina
nella Regione Campania e al relativo Presidente della Regione, ma non alla
competente autorità centrale, sollevava rilievi tecnici di contrapposizione
inerenti le procedure adottate dal predetto piano, tanto da affermare l'inefficacia
degli abbattimenti quale strumento di controllo della brucellosi e la propensione
all'autosterilizzazione spontanea della specie bufalina e proprio
in questo trovava giustificazione la possibilità di utilizzare il
latte proveniente da animali infetti seppur trattato termicamente. Nella
medesima nota sottolineava che la presenza di un numero significativo di
capi bufalini sieropositivi da abbattere di per sé rendeva impossibile
la ricostituzione numerica dei bufali negli allevamenti infetti e determinava
gravi ripercussioni sulle capacità produttive ed economiche delle
aziende interessate. Si evidenzia
che la politica degli abbattimenti per gli animali infetti (cosiddetta stamping out ) è stata sviluppata non solo nell'ambito
della lotta ed eradicazione della brucellosi bufalina ma per tutte le malattie
infettive e diffusive, in linea con i provvedimenti della Commissione europea
e gli orientamenti dell'Organizzazione mondiale per la sanità
animale (OIE). Va ricordato
che al fine di evitare con lo stamping out forti ripercussioni economiche
sugli allevatori e sull'industria lattiero-casearia nelle zone interessate
maggiormente dalla brucellosi bufalina, come le Province di Caserta e Salerno
in Campania, il Ministro della salute già aveva adottato con il
decreto ministeriale 5 febbraio 1991, n. 84, misure straordinarie e in
deroga mediante la previsione dei piani di risanamento ed eradicazione
esaennali della brucellosi bufalina negli allevamenti con ultima data utile
di validità stabilita per il 17 marzo 1997. Nonostante
tutto negli anni dal 1991 al 1997 il ricorso alle procedure in deroga di
cui al decreto ministeriale n. 84 del 1991 non ha prodotto alcun risultato
di rilevo nella Regione Campania anche a causa della scarsa collaborazione
di allevatori e servizi veterinari locali, tanto che alla scadenza del
termine del 17 marzo 1997 il Ministero della salute non poteva emanare
i provvedimenti specifici per riconoscere le singole province della Regione
indenni da brucellosi bufalina. Le posizioni
scientifiche del direttore dell'Istituto, formalmente assunte nel
sopracitato documento del 29 novembre 2004, di forte valenza pratica per
gli operatori campani, provocavano una serie di reazioni da parte delle
amministrazioni locali in Campania ed in particolare del sindaco di Cancello
e Arnone (Caserta) che richiedeva al Ministro della salute la convocazione
urgente di un tavolo di confronto scientifico. In secondo
luogo nonostante le reiterate richieste da parte dei Servizi veterinari
della Azienda sanitaria locale (AUSL) il sindaco di Cancello e Arnone,
supportato dalle richiamate assunzioni scientifìche del dottor Fenizia,
ha adottato spesso delle ordinanze che si limitano a prescrivere il solo
sequestro fiduciario degli allevamenti infetti e l'affidamento cautelativo
degli stessi ai detentori degli animali, senza prescrivere l'obbligo
della macellazione degli animali positivi entro trenta giorni dalla notifica
del provvedimento: tali provvedimenti, per il grave pregiudizio che arrecano
alla lotta ed eradicazione della brucellosi e per i rischi concreti che
determinano per la tutela della salute pubblica e della sanità animale
e la salubrità dei prodotti destinati al consumo umano, sono stati
trasmessi per il seguito di competenza dal Ministero della salute alla
Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Il Ministero
della salute, alla luce di quanto esposto, provvedeva a sottoporre alla
valutazione del Consiglio superiore di sanità la documentazione
scientifica proposta dal dottor Fenizia affinché esprimesse il proprio
parere utile anche alla predisposizione di un dossier completo da
sottoporre alla valutazione del Comitato scientifico dell'Unione europea. Inoltre, si
chiedeva al Consiglio superiore di sanità di verificare se: 1)
la differenza genetica tra bufalo e bovino fosse tale da risultare determinante
nella differente capacità immunitaria tra la specie bufalina e quella
bovina alla brucellosi; 2)
se la possibilità di autosterilizzazione nella specie bufalina fosse
basata su evidenze scientifiche e in che misura; 3)
se la strategia prospettata dal direttore dell'Istituto di Portici
potesse essere considerata una alternativa valida a quella in vigore e
finora adottata. Nel corso della seduta
del 15 dicembre 2005 presso il Consiglio superiore di sanità il
direttore dell'IZS del Mezzogiorno, invitato a relazionare affermava
tra l'altro: «Inoltre è
molto importante avere un prelievo certo che dia garanzia del risultato:
attualmente non siamo sicuri se i campioni appartengono a determinati bufali,
anche se è il Servizio veterinario a prenderli, più volte
l'IZS ha chiesto questa garanzia di prelievo sia alla Regione, che
durante le riunioni tenutesi con gli allevatori ed il Ministero. Oggi,
dopo richieste insistenti, sembra che la Regione abbia cominciato a prendere
in considerazione i rilievi fatti dall'IZS circa la possibile falsificazione
del risultato: infatti, attraverso l'IZS, ha effettuato delle indagini
anonime, dalle quali si è evidenziato, mediante analisi genetica,
che i campioni di sangue di alcune partite appartenevano allo stesso animale.
Il risultato emerso dalla prima ricerca anonima ha spinto a ripeterla e
per questo l'IZS ha ricevuto minacce. L'Istituto zooprofilattico
ha però il compito di occuparsi del risanamento del territorio e
qualsiasi sospetto oppure evidenza deve essere, ed è sempre stato,
denunciato. Quanto riferito è indicativo dell'attuale situazione
in provincia di Caserta, per risolverla dovrebbe essere garantita la presenza
attiva dell'IZS del Mezzogiorno nell'Unità di crisi ed
i programmi proposti dallo stesso Istituto dovrebbero essere attuati. Se
non ci si avvale dell'apporto di Enti territoriali la problematica
della brucellosi bufalina in Campania non verrà risolta. I dati
disponibili non sono affatto favorevoli: oggi in Campania abbiamo il 13-14
per cento di infezione; nella fase iniziale del Piano si riteneva di dover
abbattere 3.000 capi, al momento sono stati abbattuti oltre 14.000 animali,
su 140.000 presenti nella sola provincia di Caserta. In tal modo si mette
a rischio l'allevamento bufalino, soprattutto nella provincia di Caserta
ove la riduzione sino a 30-40.000 capi porterebbe ad una notevole carenza
di latte e di conseguenza alla crisi di numerose aziende zootecniche. Il
bufalo è un animale da preservare, occorre trovare il modo migliore
per risolvere il problema al fine della sicurezza alimentare, senza penalizzare
l'allevamento (...)». Il dottor Fenizia non forniva
risposte esaustive alla richieste di chiarimenti sui dati relativi alle
aziende e agli animali infetti, sull'incidenza reale della malattia
e soprattutto in merito alla conoscenza delle presunte irregolarità
evidenziate in merito alla attendibilità dei prelievi di sangue
sui capi bufalini rispetto alla univocità di identificazione del
singolo animale. In realtà
il direttore in sede di confronto con gli esperti del Consiglio superiore
di sanità riteneva di dover rivedere, alla luce della sperimentazione
effettuata, la sua posizione in merito alla resistenza dei soggetti sieropositivi
e sulla nota del 29 novembre 2004 in merito ai piani di profilassi in termini
generali. Il Consiglio
superiore di sanità, a seguito di tali affermazioni nel parere del
15 dicembre 2005, sosteneva che: 1)
nessun dato scientifico supporta una maggiore resistenza dei bufali alla
brucellosi. Anzi, sulla base dei pochi dati di letteratura il bufalo sembrerebbe
simile al bovino per quanto riguarda la sensibilità alla brucellosi; 2)
nessun dato scientifìco supporta l'autosterilizzazione delle
bufale; 3)
la letteratura presentata appare incompleta, poco congruente, non specifica
e in alcuni casi troppo datata; 4)
la strategia prospettata dal direttore dell'IZS del Mezzogiorno non
può essere considerata, al momento attuale, una valida alternativa
a quella in vigore e finora adottata. L'abbattimento degli animali
sieropositivi rimane il punto fondamentale ai fini dell'eradicazione
della brucellosi dal territorio nazionale. L'eradicazione è
fondamentale anche e soprattutto ai fini della tutela della salute pubblica,
in considerazione del fatto che la brucellosi è malattia zoonotica. Il competente Dipartimento
del Ministero della salute, sulla base delle valutazioni effettuate dal
Consiglio superiore di sanità, risultate pienamente in linea con
gli indirizzi dei piani di eradicazione della malattia sia a livello nazionale
che comunitario, ha così evidenziato forti perplessità sull'operato
del direttore dell'IZS del Mezzogiorno al Sottosegretario di Stato,
competente nella materia per delega del Ministro pro tempore. Le asserzioni
sopra riportate sono state trasmesse a tutte le Procure della Repubblica
della Regione Campania, per l'adozione dei provvedimenti più
opportuni per la tutela della salute pubblica, in considerazione del fatto
che tutte le brucellosi (ovina, bovina, bufalina) risultano essere gravi
malattie trasmissibili all'uomo. Il Ministero,
alla luce di quanto esposto, ha ritenuto pertanto opportuno informare l'assessore
alla sanità della Regione Campania in merito al parere espresso
dal Consiglio superiore di sanità circa i rilievi tecnici espressi
dal dottor Fenizia, riguardo all'applicazione del piano straordinario
di eradicazione della brucellosi bufalina in Campania ed in merito alla
condotta dello stesso dottor Fenizia, richiedendo un intervento dell'Assessorato
idoneo a ricondurre l'IZS del Mezzogiorno ad elevate capacità
operative e di autorevolezza scientifica che possano contribuire in maniera
definitiva all'esecuzione dei piani di eradicazione della brucellosi
a livello nazionale e comunitario. Si evidenzia,
altresì, per quanto concerne le strategie adottate dal Ministero
per la lotta e l'eradicazione della Blue Tongue, che in passato, il
dottor Fenizia, anziché riferire nelle opportune sedi istituzionali
eventuali dati scientifici in suo possesso, ha utilizzato ripetutamente
i mezzi di informazione (stampa e televisione) ed ha partecipato a manifestazioni
contro i provvedimenti del Ministero della salute, determinando situazioni
di allarme ingiustificato tra gli allevatori, ostacolando di fatto la campagna
di profilassi immunizzante, in varie regioni oltre alla Campania. Alla luce
di quanto sopra richiamato, si vuole evidenziare, infine, che da nessuna
comunicazione del Ministero della salute si può desumere una richiesta
di sospensione o una volontà di rimuovere il dottor Fenizia dall'incarico
di direttore dell'IZS del Mezzogiorno, misura che non può essere
condivisa in ogni caso. Considerata
la rilevanza della questione, si dà, comunque, assicurazione che
l'amministrazione continuerà ad acquisire ogni utile elemento
diretto a verificare se vi siano i presupposti che giustifichino l'eventuale
adozione di diversi orientamenti. Il Sottosegretario di Stato per la salute Patta



 
Cronologia
sabato 29 aprile
  • Parlamento e istituzioni
    Alla Camera, al quarto scrutinio, è eletto Presidente Fausto Bertinotti. Il Senato elegge Presidente, alla terza votazione, Franco Marini.

lunedì 8 maggio
  • Parlamento e istituzioni
    Si riunisce il Parlamento in seduta comune, con la partecipazione dei delegati regionali per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica.