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Documenti ed Atti

XV Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01703 presentata da CARUSO FRANCESCO SAVERIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA) in data 19/11/2006

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-01703 presentata da FRANCESCO SAVERIO CARUSO domenica 19 novembre 2006 nella seduta n.076 CARUSO, DURANTI, KHALIL, FORGIONE e LOCATELLI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che: la parlamentare Leyla Ali Mohammed Khaled, membro del Consiglio Nazionale Palestinese, doveva recarsi in Italia nel mese di novembre per un ciclo di incontri e conferenze da tenere nell'ambito dei rapporti di amicizia tra il popolo italiano e quello palestinese, le cui date erano già state fissate da tempo; in data 8 novembre 2006 la signora Khaled presentava presso l'ambasciata italiana ad Amman domanda per il rilascio del visto di ingresso nel nostro paese, confidando che esso potesse essere rilasciato in tempo utile per partecipare al primo incontro, programmato per il 15 novembre; i funzionari dell'ambasciata, tuttavia, le comunicavano che questo non sarebbe stato pronto prima del 20 novembre; l' ambasciata italiana ad Amman, con e-mail inoltrata in data 13 novembre 2006 in risposta a una richiesta di chiarimenti del Senatore Mauro Bulgarelli, ribadiva tale Circostanza, affermando che «In riferimento alla Sua richiesta concernente il visto alla signora Leyla Ali Mohammed Khaled, informo che la predetta ha presentato domanda di visto presso la Cancelleria consolare di questa Ambasciata il giorno 8 novembre. (...) La nostra Cancelleria consolare ha già provveduto ad espletare la sua parte della pratica. Essendo però la procedura di concessione del visto accentrata su Bruxelles, questa Ambasciata non ha la possibilità di interferire con i tempi di concessione dello stesso. Come già anticipato alla diretta interessata dal Capo della Cancelleria consolare, il visto dovrebbe essere emesso, se nulla osta in ambito Schengen, nei tempi minimi consentiti, il 19-20 novembre»; in data 16 novembre, tuttavia, la signora Khaled, recatasi presso l'ambasciata di Amman, veniva informata che il visto non le era stato concesso, senza che le fossero date ulteriori informazioni circa i motivi del divieto -: se non ritenga ingiustificabile che non sia stato concesso il visto affinché la deputata palestinese potesse partecipare alle iniziative collegate al suo mandato parlamentare.(4-01703)

Atto Camera Risposta scritta pubblicata lunedì 9 luglio 2007 nell'allegato B della seduta n. 185 All'Interrogazione 4-01703
presentata da CARUSO Risposta. - Devo premettere che il rilascio del visto d'ingresso in area Schengen a favore di cittadini palestinesi è sottoposto alla preventiva autorizzazione, non solo delle Autorità di Sicurezza dell'Italia, ma anche di quelle degli altri Paesi partners. Questa procedura richiede in genere tempi di attesa fino a 14 giorni. In data 8 novembre 2006 l'Ambasciata d'Italia ad Amman accoglieva la richiesta di visto d'ingresso presentata dalla parlamentare palestinese, signora Leyla Mohammad Khaled, avviando tempestivamente le previste procedure di autorizzazione. In data 16 novembre la Sede interessata veniva però informata che uno dei Paesi Partners aveva espresso parere negativo all'ingresso della suddetta parlamentare in area Schengen. La nostra Ambasciata ad Amman ha dunque dovuto negarle il visto d'ingresso, sulla base della normativa, comunitaria e nazionale, che disciplina il diniego del visto nel caso in questione. Il visto è stato infatti negato sulla base del combinato disposto degli articoli 15 e 5, comma 1, lettera e) , della Convenzione di applicazione dell'accordo di Schengen del 19 giugno 1990 - ratificata e resa esecutiva dalla legge 388 del 1993, come modificata dal decreto-legge n. 196 del 30 giugno 2003 - che stabilisce che l'ingresso sul territorio di una parte contraente può essere concesso allo straniero che soddisfi determinate condizioni, tra cui quella di «non essere pericoloso ai fini dell'ordine pubblico, per la sicurezza nazionale o le relazioni internazionali di una delle Parti contraenti». Nella fattispecie, il nominativo dell'interessata risulta segnalato, da uno dei Paesi contraenti, tra i soggetti che non possono fare ingresso nell'area Schengen, in quanto «soggetto pericoloso ai fini dell'ordine pubblico, per la sicurezza nazionale o le relazioni internazionali dello Stato segnalante». Per quanto riguarda invece le procedure di rifiuto, esse sono disciplinate dalla legislazione nazionale delle Parti contraenti. La legislazione italiana in materia riguarda l'articolo 4, comma 2 del testo unificato del decreto legislativo 86 del 1998, come modificato dalla legge 30 luglio 2002, n. 189, e l'articolo 6- bis del decreto del Presidente della Repubblica 18 ottobre 2004, n. 334, che non prevedono un obbligo di motivazione per il visto in parola (per missione), ma solo per le domande di visto presentate ai sensi degli articoli 22 (lavoro subordinato), 24 (lavoro stagionale), 26 (lavoro autonomo), 27 (lavori in casi particolari), 28 e 29 (ricongiungimento familiare), 36 (ingresso e soggiorno per cure mediche), 39 (accesso ai corsi universitari), del decreto legislativo n. 286 del 1998. Inoltre, il Decreto del ministero degli esteri n. 604 del 1994 (Regolamento recante norme per la disciplina delle categorie di documenti sottratti al diritto di acceso ai documenti amministrativi, in attuazione dell'articolo 24, comma 4, della legge 7 agosto 1990, n. 241) indica fra i documenti sottratti al diritto di accesso anche quelli concernenti autorizzazione o diniego di visti nell'ambito e nei limiti in cui contengano informazioni connesse alla sicurezza, alla difesa nazionale, all'esercizio della sovranità nazionale e alla correttezza delle relazioni internazionali. Alla luce di quanto sopra, gli interessati hanno il diritto e possono impugnare il provvedimento di diniego del visto davanti al T.A.R. del Lazio, entro 60 giorni dalla notifica del diniego stesso. Il Viceministro degli affari esteri: Ugo Intini.



 
Cronologia
sabato 18 novembre
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva, con 331 voti favorevoli e 231 contrari, l'emendamento 16.500 del Governo, sostitutivo dell'articolo 16 del testo e soppressivo dei successivi articoli del d.d.l. C. 1746- bis, "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)", sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

sabato 2 dicembre
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Dopo tre anni e mezzo di presenza termina l'Operazione Antica Babilonia delle Forze armate italiane presso la città di Nassiriya e la provincia di Dhi Qar (Iraq). L'operazione di rientro venne chiamata in codice Operazione Itaca.