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Documenti ed Atti

XV Legislatura della repubblica italiana

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00103 presentata da REALACCI ERMETE (L' ULIVO) in data 22/01/2007

Atto Camera Risoluzione in Commissione 7-00103 presentata da ERMETE REALACCI lunedì 22 gennaio 2007 nella seduta n.095 Le Commissioni riunite VIII e X, premesso che: la Commissione europea, nella comunicazione COM-2005-35 al Consiglio ed al Parlamento europeo, ha affermato: «I cambiamenti climatici sono una realtà. (...) I dieci anni più caldi mai registrati sono tutti concentrati dal 1991 in poi. Le concentrazioni di gas serra sono le più elevate degli ultimi 450.000 anni. (...) L'Unione europea è riuscita ad abbattere le proprie emissioni del 3 per cento rispetto al 1990, ma manca ancora molto per raggiungere l'obiettivo di riduzione dell'8 per cento fissato dal Protocollo di Kyoto. (...). Anche se le politiche già adottate saranno attuate, è probabile che le emissioni su scala planetaria aumenteranno nei prossimi vent'anni, imponendo riduzioni delle emissioni mondiali pari almeno al 15 per cento rispetto ai valori del 1990 entro il 2050. Tra il 2030 e il 2065 il contributo cumulativo dei paesi sviluppati e quello dei paesi in via di sviluppo dovrebbe essere lo stesso. Si può pertanto dedurre che se l'Unione europea dimezzasse le proprie emissioni entro il 2050, non ci sarebbero conseguenze significative sulle concentrazioni atmosferiche se altri paesi responsabili di ingenti emissioni non procederanno ad analoghi tagli consistenti»; negli ultimi mesi sono arrivate ulteriori conferme istituzionali sulla minaccia dei cambiamenti climatici: nel mese di ottobre 2006 il Governo britannico ha presentato lo Stern Review on the Economics of Climate Change , rapporto curato dall'economista Nicholas Stern, ex dirigente della Banca mondiale, secondo cui i cambiamenti climatici potrebbero causare danni economici pari al 20 per cento del PIL mondiale; nei giorni scorsi la Commissione europea ha adottato una Comunicazione al Consiglio dei capi di stato e di governo ed al Parlamento europeo denominata Limiting Global Climate Change to 2 Degrees Celsius - Policy Options for the EU and the World for 2020 and Beyond , partendo dalla constatazione che il cambiamento del clima è in atto e confermando la sua determinazione a limitare l'aumento della temperatura globale media rispetto al livello pre-industriale a 2 gradi centigradi. È stato allegato alla comunicazione lo studio Peseta sugli effetti del global warming, che analizza due scenari alternativi, il primo in assenza di politiche di riduzione e il secondo con iniziative isolate di contenimento delle emissioni climalteranti: secondo questo studio ci sarebbero ingenti impatti sull'agricoltura (fino a un meno 22 per cento della produzione agricola negli stati del Sud dell'Europa), sulla salute (con numero di morti per eccessi climatici fino a 86 mila in più rispetto all'atteso), sulla pesca, sull'innalzamento del livello dei mari e sull'erosione costiera (fino a 42 miliardi di euro di danni) e sul turismo; in Italia le emissioni dei gas serra nel 2004 sono salite a 583,5 milioni di tonnellate di CO 2 equivalenti (Mt CO 2 eq.), a fronte di un impegno di riduzione delle emissioni a 485,8, con una distanza dall'obiettivo del Protocollo di Kyoto pari a 97,7 Mt CO 2 eq.: un aumento del 13 per cento a fronte di un impegno di riduzione, entro il 2008-2012, del 6,5 per cento; gli aumenti più consistenti di emissioni di gas serra dal 1990 al 2004 in Italia hanno riguardato il settore dei trasporti (da 104 Mt CO 2 a 132,6, con un aumento del 27,5 per cento) ed il settore della produzione di energia termoelettrica (da 108,9 Mt CO 2 a 127,3, con un aumento del 17 per cento). Nel settore civile e terziario dal 1990 al 2004 l'aumento è stato pari al 10,6 per cento. Sostanzialmente in linea con l'obiettivo di Kyoto risultano i settori dell'industria manifatturiera e delle costruzioni con un calo delle emissioni nel periodo citato del 3,8 per cento, e quello dell'agricoltura, con un calo delle emissioni del 6,8 per cento; il mancato raggiungimento dell'obiettivo di riduzione di emissioni di gas serra per l'Italia comporterebbe un costo non solo ambientale, ma anche economico, rilevante. Supponendo un costo medio dei meccanismi flessibili pari a 15 euro per tonnellata, se la distanza dall'obiettivo si confermasse intorno ai 100 milioni di tonnellate, l'Italia dovrebbe sborsare circa 1,5 miliardi di euro all'anno. Se poi, come pare necessario e probabile, dopo il 2012 vi fossero ulteriori e ancora più impegnativi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra e l'Italia vi giungesse impreparata, i costi potrebbero diventare veramente proibitivi; le emissioni di gas serra derivano in larga parte dall'uso di combustibili fossili (nel 2005 l'Italia ne ha consumati 185,9 Mtep, cioè milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) importati per il 91 per cento. Il costo dell'energia primaria importata è stato nel 2005 pari a circa 36,5 miliardi di euro. Tenendo conto del mix attuale dei combustibili fossili consumati in Italia, l'obiettivo di Kyoto comporterebbe una riduzione dal 15 al 20 per cento del consumo di combustibili fossili. Ciò comporterebbe una riduzione della bolletta energetica del Paese circa della stessa percentuale: dai 5 ai 7 miliardi di euro all'anno; impegna il Governo: a) convocare una Conferenza nazionale su clima ed energia, nella quale adottare un approccio integrato, che tenga prioritariamente conto delle questioni legate ai cambiamenti climatici, alle politiche della mobilità, al risparmio e all'efficienza energetica, al potenziamento delle fonti rinnovabili, alla sicurezza degli approvvigionamenti, all'innovazione e ricerca, anche ai fini del raggiungimento degli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto; b) coinvolgere con la massima tempestività, nella preparazione della Conferenza, il Parlamento, tutti i Ministeri interessati, le istituzioni regionali e locali, le forze economiche e sociali e gli organismi scientifici. (7-00103) «Realacci, Capezzone, Gentili, Lomaglio, Cacciari, Chianale, Benvenuto, De Angelis, Mariani, Margiotta, Ferdinando Benito Pignataro, Pedulli, Galeazzi, Di Centa, Camillo Piazza, Francescato, Fasciani».

 
Cronologia
mercoledì 10 gennaio
  • Politica, cultura e società
    A 27 anni dall'esplosione in volo del DC9 dell'Itavia diretto a Palermo, la prima sezione penale della Corte di Cassazione dichiara innocenti i due generali dell'Aeronautica accusati di aver depistato le indagini.

giovedì 1° febbraio
  • Parlamento e istituzioni
    Con il voto favorevole dei senatori dell'opposizione (152 voti a favore, 146 contro e 4 astenuti) l'Assemblea del Senato approva l'ordine del giorno n. 2 (Calderoli ed altri), di condivisione delle comunicazioni con cui il Ministro della difesa Parisi ha confermato il consenso del Governo all'ampliamento della base militare di Vicenza. La maggioranza vota contro tale ordine del giorno, su cui il vice ministro per gli affari esteri Intini ha espresso parere contrario. Viene quindi messo ai voti e approvato l'ordine del giorno n. 3 della maggioranza, con cui si impegna il Governo a dare impulso alla seconda conferenza nazionale sulle servitù militari.