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Documenti ed Atti

XV Legislatura della repubblica italiana

INTERPELLANZA 2/00277 presentata da ZANDA LUIGI (PARTITO DEMOCRATICO-L'ULIVO) in data 15/01/2008

Atto Senato Interpellanza 2-00277 presentata da LUIGI ZANDA martedì 15 gennaio 2008 nella seduta n.274 ZANDA, PASETTO, ADRAGNA, ALFONZI, BARBOLINI, BOCCIA Antonio, BOSONE, BRUTTI Massimo, BRUTTI Paolo, CAPRILI, DE PETRIS, DI SIENA, EMPRIN GILARDINI, FILIPPI, FUDA, GAGGIO GIULIANI, GALARDI, GARRAFFA, GASBARRI, GIANNINI, IOVENE, LIOTTA, LUSI, MAZZARELLO, MONGIELLO, MONTALBANO, NARDINI, PALERMO, PAPANIA, ROILO, RUBINATO, TECCE, VANO, VILLECCO CALIPARI, ZUCCHERINI - Al Presidente del Consiglio dei ministri - Premesso che: Ferrovie dello Stato Spa - posseduta al 100 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze - è una holding totalmente pubblica che controlla numerose società affidatarie delle molteplici attività connesse al funzionamento del sistema ferroviario italiano: dalla gestione e manutenzione della rete, all'erogazione dei servizi. Nell'ambito della holding tutti i poteri di gestione sarebbero a tutt'oggi concentrati in capo all'Amministratore delegato, al quale l'assemblea dei soci avrebbe conferito delega anche alla designazione degli amministratori delle società controllate; in particolare, Ferrovie dello Stato Spa controlla al 100 per cento: Rete Ferroviaria Italiana-RFI Spa, cui è affidata l'attività di costruzione, gestione e manutenzione dell'infrastruttura ferroviaria (e che a sua volta controlla al 100 per cento la società TAV per l'alta velocità); Trenitalia Spa, cui è affidato il trasporto dei passeggeri e delle merci; Italferr, società di ingegneria, con il compito di progettare e realizzare gli interventi infrastrutturali e tecnologici; Ferservizi Spa, società di servizi del gruppo; Fercredit Spa, società finanziaria del gruppo. Infine, Ferrovie dello Stato Spa possiede partecipazioni superiori al 50 per cento nelle società Grandi stazioni, Centostazioni e Sogin; la società RFI Spa è titolare della concessione di gestione dell'infrastruttura ferroviaria e, come tale, legata da contratto di programma con il Ministero delle infrastrutture. La società Trenitalia Spa è invece affidataria del servizio di trasporto pubblico sulla base di un contratto di servizio stipulato con il Ministero dei trasporti. Il Ministero dell'economia e delle finanze è titolare delle funzioni di azionista di controllo di Ferrovie dello Stato Spa, ne nomina gli amministratori, fissandone i compensi, ne approva i bilanci in assemblea; il 10 ottobre 2007, nel corso dell'audizione sullo schema di contratto di programma 2007-2011 tra il Ministero delle infrastrutture e RFI Spa, svoltasi presso la IX Commissione permanente (Trasporti, poste e telecomunicazioni) della Camera dei deputati, il Ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro ha dichiarato che: "vi è una «questione ferrovia» intesa come strutture societarie, che è necessario affrontare. (...) Il sistema, per come è strutturato adesso, non solo non risponde ed è in violazione delle direttive europee, ma non è neanche funzionale alle esigenze concrete del Paese. Inoltre, spesso, vi è conflitto di interessi fra le varie società"; in particolare, con riferimento alla società holding Ferrovie dello Stato Spa, il ministro Di Pietro ha aggiunto: "ritengo che sia ora di capire se questo «contenitore ferrovie» debba esistere e che cosa debba fare. Fino a quando esiste questa sovrastruttura rispetto a RFI, a Trenitalia e ad altri soggetti, essa deve realizzare il suo piano industriale e, quindi, deve far quadrare i suoi bilanci, che non sempre corrispondono alle esigenze che RFI, come struttura figlia, presenta"; infine, sempre nel corso dell'audizione alla Camera, il ministro Di Pietro ha chiarito: "sono convinto che Ferrovie dello Stato sia una sovrastruttura e che RFI debba fare il gestore della rete e, come tale, debba rispondere direttamente al Ministero dell'economia e delle finanze, per quanto riguarda la proprietà, e ai Ministeri competenti per quanto riguarda le responsabilità di gestione. Tutti gli altri soggetti, Trenitalia compreso, se la giocano in concorrenza per vedere chi offre di più e meglio per pacchetti di proposte che è il Ministero a mettere in gara"; dal canto suo, l'Amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Spa Mauro Moretti, in un'intervista a "Il Sole-24 Ore" del 18 novembre 2007, ha lamentato il mancato rispetto, da parte del Governo, degli impegni assunti in sede di presentazione del piano industriale 2007-2011. In particolare, secondo Moretti, nella legge finanziaria per il 2008 mancherebbero 924 milioni di euro per il finanziamento dei contratti di servizio: 156 milioni di euro per la lunga percorrenza, 333 milioni di euro per la gestione delle infrastrutture e 435 milioni di euro per i contratti di servizio delle Regioni; il 26 novembre 2007, intervenendo alla Conferenza nazionale delle infrastrutture di Napoli, il ministro Di Pietro è tornato sul tema della governance di Ferrovie dello Stato, ribadendo la sussistenza di un conflitto d'interessi all'interno del gruppo, per effetto del mantenimento in una stessa holding delle attività di gestione della rete, affidate alla controllata RFI, e di erogazione del servizio ferroviario, affidata a Trenitalia, e con ciò sollecitando una più netta separazione tra proprietà e gestione della rete e dei servizi; in quella stessa sede il ministro Di Pietro ha anche annunciato l'intenzione di bloccare il trasferimento delle risorse stanziate dal decreto collegato alla manovra finanziaria (decreto-legge 159/2007), pari a 1,35 miliardi di euro, fino a quando non fosse stata accertata la destinazione dei fondi alle sole finalità di investimento infrastrutturale, secondo la lettera della legge; con riferimento alle dichiarazioni del Ministro, la società Ferrovie dello Stato - attraverso un comunicato del 28 novembre 2007 - ha reso noto "che in nessun modo risorse destinate alla rete ferroviaria sono andate a ripianare debiti di Trenitalia, essendo le due società contabilmente separate ed essendo le contabilità delle stesse seguite costantemente dai Ministeri competenti, oltre che dalla Corte dei Conti. Tanto meno sono stati utilizzati finanziamenti per investimenti infrastrutturali allo scopo di risanare Trenitalia". Nello stesso comunicato si precisa infine che: "Ferrovie dello Stato persegue lo sviluppo del trasporto ferroviario in Italia sotto lo stretto controllo dell'azionista Ministero dell'economia. Per il piano degli investimenti in infrastrutture, RFI rispetta il contratto di programma definito con il Ministero delle infrastrutture ed approvato dal CIPE"; inoltre, con riguardo agli investimenti per la riqualificazione e il potenziamento del servizio ferroviario, si ricorda che il 4 maggio 2007, allorché il nuovo piano industriale di Ferrovie dello Stato Spa venne presentato al Governo, quest'ultimo avrebbe assunto l'impegno a realizzare un "Piano per 1.000 nuovi treni per i pendolari entro il 2011", con un investimento complessivo pari a 6,4 miliardi di euro a carico in parte del Piano di investimento di Ferrovie dello Stato Spa e in parte dello Stato, annunciando a tal fine un'anticipazione di 300 milioni di euro nell'ambito della legge finanziaria per il 2008. A fronte di tale annuncio, il testo del disegno di legge finanziaria trasmesso alle Camere non recava l'atteso stanziamento di risorse; con l'avvio del nuovo orario invernale risultano essere stati soppressi diversi treni di lunga percorrenza, così come sembra essere stato ridotto il numero delle fermate dei convogli "Eurostar", con conseguente consistente diminuzione della qualità del servizio fornito all'utenza da Trenitalia; inoltre, risulta che, nonostante la legge finanziaria per il 2007 avesse espressamente prescritto che per gli anni 2007 e 2008 le risorse assegnate alle Ferrovie dello Stato Spa dovessero essere destinate per una "misura non inferiore al 50% agli investimenti sulla rete regionale e locale" di cui quotidianamente usufruiscono milioni di lavoratori e studenti, Ferrovie dello Stato Spa, in sede di stipula dei contratti di servizio con le Regioni, ha proposto la soppressione di molti treni per pendolari, con un forte aggravamento delle condizioni del trasporto locale, il cui servizio è già in condizioni che sovente sconfinano nell'indecenza, si chiede di sapere: come valuti il Presidente del Consiglio le citate dichiarazioni del ministro Antonio Di Pietro e dell'Amministratore delegato Mauro Moretti e quale sia il giudizio del Governo sul piano industriale di Ferrovie dello Stato Spa presentato il 4 maggio 2007; se corrisponda al vero che il Governo ha assunto l'impegno di realizzare entro il 2011 un nuovo piano per 1.000 nuovi treni per i pendolari; se il piano di investimenti di Ferrovie dello Stato Spa corrisponda all'obiettivo di rilancio delle ferrovie del meridione e delle isole o se, al contrario, penalizzi significativamente le suddette aree; se non si ritenga che la varietà delle posizioni e dichiarazioni richiamate in premessa costituisca una chiara conferma che il complicato - se non addirittura "barocco" - sistema di governance istituzionale e societaria del gruppo Ferrovie dello Stato manchi a tutt'oggi di quei requisiti di semplicità e linearità che sarebbero necessari per facilitare il conseguimento di una missione aziendale tanto ardua sotto il profilo industriale e operativo, quanto rilevante per lo sviluppo economico-sociale e la coesione territoriale del Paese; in particolare, con riferimento all'attuale configurazione della proprietà e del controllo pubblici, se non si ritenga che l'attuale suddivisione tra i Ministeri delle infrastrutture e dei trasporti dei poteri derivanti dai rispettivi contratti di programma e di servizio, unita alle prerogative istituzionali del Ministero dell'economia cui spettano i poteri propri dell'azionista di controllo, posta in relazione con la struttura ad holding del gruppo Ferrovie dello Stato, possa generare sovrapposizioni se non addirittura conflitti interistituzionali (a livello di Governo) e conflitti di interessi (tra le società operative del gruppo e tra queste e la holding ), ovvero costituire di per sé un fattore di pregiudizio all'efficienza gestionale dell'intero sistema, tanto più che la società holding che controlla le società contrattualmente collegate ai due suddetti Ministeri delle infrastrutture e dei trasporti non è soggetta alla loro vigilanza operativa, ma a quella del Ministero dell'economia; se non si ritenga che la situazione sopra descritta sia resa più complessa sul piano regolatorio e istituzionale dalla mancata istituzione della "Autorità per i servizi e l'uso delle infrastrutture di trasporto", presupposto - certo non sufficiente, ma di sicuro necessario - per l'avvio di qualsiasi processo di liberalizzazione e, a maggior ragione, di ogni eventuale privatizzazione nel settore ferroviario; in tal senso, se non si condivida la necessità di superare le attuali, evidenti anomalie della governance del sistema attraverso una scelta razionale tra le diverse opzioni di riorganizzazione istituzionale e societaria coerentemente perseguibili; se risponda al vero che, in materia di nomina degli amministratori delle società controllate da Ferrovie dello Stato Spa e di determinazione dei loro compensi, tutti i poteri siano stati conferiti all'Amministratore delegato della holding ; se si condivida o meno l'opportunità che nelle società per azioni, e quindi anche alle Ferrovie dello Stato Spa, venga, per quanto possibile, evitato un eccesso di concentrazione dei poteri di gestione in capo ad una sola persona, condizione che spesso ha prodotto consistente nocumento a grandi gruppi industriali sia pubblici che privati e persino, in un passato anche recente, alle Ferrovie dello Stato; considerata l'attuale complessità e ampollosità del sistema di governance di Ferrovie dello Stato Spa e il conseguente rischio di impasse politico e gestionale dell'intero sistema ferroviario pubblico, se il Presidente del Consiglio dei ministri non ritenga necessario emanare una propria direttiva - seguita dalle necessarie iniziative anche legislative - volta a semplificare l'assetto gestionale e il sistema dei controlli e a consentire una valutazione esaustiva e unitaria, in sede politico-istituzionale, delle scelte gestionali operate all'interno del gruppo Ferrovie dello Stato Spa, anche attraverso una chiara definizione dei traguardi operativi e funzionali di medio periodo, tanto più che il settore si potrebbe aprire alla concorrenza anche nel segmento passeggeri nel 2010 e il gruppo Ferrovie dello Stato Spa presenta ad oggi un forte squilibrio finanziario a causa dell'ingente massa debitoria che ha raggiunto i 21,5 miliardi di euro a fine giugno 2007; se corrisponda al vero, come potrebbe dedursi dalle affermazioni dell'Amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Spa sopra ricordate, che il finanziamento dei contratti di servizio con le Regioni, quantificato in 433 milioni di euro, sia a carico dello Stato e che, quindi, sarebbe dovuto essere ricompreso nella legge finanziaria per il 2008; quali siano i contenuti del citato "contratto di servizio per la lunga percorrenza" tra Trenitalia e lo Stato italiano, non essendo finora pervenuto al Senato, neppure per l'espressione di un parere, un atto amministrativo con questa denominazione e con questi contenuti; se il Governo conosca i contenuti di un recentissimo studio dell'Università della Tuscia dove sono riportati i risultati di un'analisi dei bilanci del gruppo Ferrovie dello Stato dal 2001 al 2006 da cui risulta che in quel periodo (cinque anni) lo Stato italiano avrebbe versato alle sue Ferrovie la non modica cifra di 65 miliardi di euro e, nell'ipotesi che tale dato sia corretto, quale giudizio possa darsi sulle modalità con cui un così consistente finanziamento è stato impiegato; se corrisponda al vero che Ferrovie dello Stato Spa, con modifiche unilaterali dell'offerta degli abbonamenti e della decorrenza degli stessi, col pagamento obbligatorio della prenotazione sugli Eurostar plus anche per i pendolari, con il divieto ad utilizzare abbonamenti per treni di fascia alta sui treni di categoria inferiore, abbiano di fatto determinato un consistente aggravio del costo del trasporto ferroviario per i pendolari superiore al 30%, mentre peggiorava la puntualità, la pulizia, la condizione igienica e l'affollamento di questo tipo di servizio e diminuiva la frequenza dei treni. (2-00277 p. a. )

 
Cronologia
martedì 8 gennaio
  • Politica, cultura e società
    Per l'aggravarsi dell'emergenza rifiuti in Campania e dei disordini scoppiati a seguito della riapertura della discarica di Pianura, vicino Napoli, il Governo invia i militari del Genio; nomina l'ex-capo della polizia Giovanni De Gennaro commissario per l'emergenza e vara un piano che prevede nuovi termovalorizzatori.

martedì 15 gennaio
  • Politica, cultura e società
    In seguito a proteste da parte di docenti e studenti, il Papa Benedetto XVI rinuncia a tenere il discorso di apertura dell'anno accademico all'università La Sapienza di Roma.

mercoledì 16 gennaio
  • Parlamento e istituzioni
    Il Ministro della giustizia Mastella, intervenendo alla Camera per rendere comunicazioni sull'amministrazione della giustizia, annuncia le proprie dimissioni a seguito della diffusione da parte della stampa di notizie relative ad una vicenda giudiziaria che vede coinvolta sua moglie.