Vai al sito parlamento.it Vai al sito camera.it

Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XVI Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/00335 presentata da FRANCESCHINI DARIO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20090127

Atto Camera Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00335 presentata da DARIO FRANCESCHINI martedi' 27 gennaio 2009, seduta n.121 FRANCESCHINI, SERENI, BRESSA, QUARTIANI, GIACHETTI, MINNITI, AMICI, BORDO, D'ANTONA, FERRARI, FONTANELLI, GIOVANELLI, LANZILLOTTA, LO MORO, NACCARATO, PICCOLO, POLLASTRINI, MAURIZIO TURCO, VASSALLO, ZACCARIA e STRIZZOLO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che: nell'anno 2008 si e' registrata la cifra piu' alta degli sbarchi sulle coste italiane. In particolare, l'isola di Lampedusa e' stata raggiunta da 397 imbarcazioni che hanno trasportato, in condizioni drammatiche, 30.657 persone (18.908 in piu' del 2007), tra le quali 3.522 donne e 2.325 minori (1.170 in piu' del 2007); la forte pressione migratoria ha messo alla prova le strutture che ospitano gli immigrati, a partire dal centro di Lampedusa, che dal febbraio 2006 e' stato destinato al soccorso e alla prima accoglienza di coloro che giungono sull'isola. Questo centro, trasferito in una nuova struttura inaugurata il 1 o agosto 2007, e' in grado di ospitare 381 persone e, in condizioni di necessita', puo' contenerne, al massimo, 804. Eppure, nel corso del 2008, si sono raggiunte presenze superiori a 1.900, con un notevole disagio sia per gli immigrati che per gli operatori addetti; il centro di Lampedusa, come gli altri centri di accoglienza, ai sensi della legge n. 563 del 1995 e del testo unico sull'immigrazione, e' una struttura destinata a garantire un primo soccorso allo straniero irregolare rintracciato sul territorio nazionale. L'accoglienza nel centro e' limitata al tempo strettamente necessario per stabilire l'identita' e la legittimita' della permanenza sul territorio. In ogni caso, deve escludersi che nel centro di accoglienza possa realizzarsi il trattenimento dello straniero, che, ai sensi dell'articolo 21 del decreto del Presidente della Repubblica n. 394 del 1999, «puo' avvenire unicamente presso i centri di identificazione e di espulsione individuati ai sensi dell'articolo 14, comma 1, del testo unico»; in linea con le disposizioni citate, il centro di Lampedusa, pur quando ha registrato i picchi di presenza, ha ospitato gli immigrati per un tempo assai contenuto, in genere 24/48 ore, giusto il tempo di procedere ai primi accertamenti sanitari e di identita' e di organizzare il trasferimento presso altri centri di accoglienza della penisola, dove acquisire la posizione giuridica degli stranieri ed avviare le conseguenti procedure (tra le quali, la richiesta di asilo o l'espulsione). Per questa via, il centro di Lampedusa ha cominciato a rappresentare un «modello» di accoglienza umanitaria, osservato in ambito europeo ed internazionale, perche' in grado di sostenere situazioni di emergenza con efficacia e con il necessario rispetto dei diritti umani; il repentino trasferimento degli immigrati presso gli altri centri di accoglienza ha sempre evitato che si producesse o che si protraesse nel tempo il sovraffollamento del centro di Lampedusa (ipotesi insostenibile su molteplici piani), nel rispetto dei piu' elementari diritti di persone gia' ridotte in condizioni pietose. Non ha, invece, sottratto gli stessi immigrati, una volta sulla terra ferma, dalle norme rigorose stabilite verso chi arriva sul territorio, violando le procedure di ingresso. Ha aiutato, inoltre, a gestire un rapporto costruttivo, anche nei momenti piu' aspri, con gli abitanti di Lampedusa, sollecitati ad avere verso i piu' sfortunati capacita' di accoglienza e di comprensione umana; nell'ultimo mese, soprattutto attraverso le proteste degli abitanti di Lampedusa, si e' avuta sempre piu' contezza che la funzione del centro stava cambiando. A conferma di questo, intervenivano sia il decreto del Ministro interrogato del 14 gennaio 2009, per il trasferimento a Lampedusa della commissione territoriale per l'asilo di Trapani, sia la notizia, confusa ma reiterata, dell'apertura a Lampedusa di un centro di identificazione ed espulsione, fortemente avversata dagli isolani; il 23 gennaio 2009, una delegazione di parlamentari del Partito Democratico, si e' recata personalmente a Lampedusa per visitare il centro di accoglienza. In quell'occasione ha potuto verificare che da giorni, per volonta' dichiarata del Ministro interrogato, erano stati sospesi i consueti trasferimenti degli immigrati verso gli altri centri italiani, producendo cosi' un sovraffollamento disumano del centro, costretto ad ospitare o, meglio, a «trattenere» oltre 1800 immigrati, la maggior parte dei quali giunti li' da quasi un mese; la delegazione del Partito Democratico e, insieme, i giornalisti e gli operatori televisivi hanno visto, con i propri occhi, immigrati ridotti in condizioni pietose, malati stipati nell'infermeria o sotto la tenda, richiedenti asilo abbandonati nel centro, tutti costretti a vivere nel degrado di una struttura ormai difficilmente gestibile dai pur bravi e impegnati operatori del ministero dell'interno o dalle organizzazioni preposte. Non solo. Solo il giorno prima dell'arrivo della delegazione del Partito Democratico erano stati trasferiti presso altri centri i bambini e le donne (70 di queste spostate nel cuore della notte nella degradata base Loran, dove il Ministro interrogato si apprestava a decretare l'apertura di un centro di identificazione ed espulsione) ed i richiedenti asilo (uno dei pulmann veniva intercettato e bloccato, a testimonianza dell'accaduto, dagli abitanti dell'isola); l'annunciata apertura a Lampedusa di un centro di identificazione ed espulsione lede profondamente il significato umanitario della struttura e grava sulla comunita' degli abitanti, che, da giorni, protestano con forza contro una decisione che li emargina ed intacca l'immagine dell'isola. Va anche detto che si tratta, ad avviso degli interroganti, di un'ipotesi velleitaria, una mera boutade ideologica, che, alla prova dei fatti, si rivelerebbe assai costosa e difficilmente praticabile, sia per le garanzie che il diritto impone, che per i tempi di realizzazione delle procedure. In ogni caso, la realizzazione di un centro di identificazione ed espulsione a Lampedusa, oltre a costringere gli immigrati ad un «confino» disumano, in condizioni che si aggraverebbero in rapporto all'entita' degli sbarchi, mette in forte dubbio il rispetto di alcuni principi fondamentali, in particolare - come ricordato in un recente appello di alcune organizzazioni - reca il rischio di detenzioni arbitrarie, di negare l'accesso alla giurisdizione, di rendere incerte le procedure di identificazione e accertamento dell'eta', di praticare espulsioni collettive, di ledere il diritto di asilo -: se il Ministro interrogato, in ragione della situazione descritta, intenda apprestare con sollecitudine il trasferimento degli immigrati attualmente presenti a Lampedusa presso gli altri centri della penisola, allo scopo di mettere fine al drammatico e disumano stato di invivibilita' che li' si e' realizzato, recuperando cosi' il centro di Lampedusa alla funzione che ha finora svolto e, conseguentemente, offrendo garanzie sul rispetto delle norme e dei diritti umani. (3-00335)





 
Cronologia
mercoledì 21 gennaio
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva il disegno di legge di ratifica del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione con la Grande Giamahiria araba libica popolare socialista (A.C. 2041-A), che sarà approvato dal Senato il 3 febbraio (legge 6 febbraio 2009, n. 7).

martedì 27 gennaio
  • Parlamento e istituzioni

    Il Senato approva, con 158 voti favorevoli, 126 contrari e 2 astenuti, l'articolo unico del d.d.l. di conversione del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, recante misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale (S. 1315), sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.



venerdì 6 febbraio
  • Parlamento e istituzioni

    Il Consiglio dei ministri approva un decreto-legge volto a bloccare la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione della giovane Eluana Englaro, la cui vicenda umana e giudiziaria ha aperto un ampio dibattito nel Paese sui temi legati alle questioni di fine vita. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, non firma il decreto-legge e rende nota una lettera inviata nei giorni precedenti al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in cui il Capo dello Stato evidenziava i profili di incostituzionalità del provvedimento.

    In serata il Consiglio dei ministri approva un disegno di legge che recepisce interamente il testo del decreto.