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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XVI Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/00364 presentata da FORMISANO ANIELLO (ITALIA DEI VALORI) in data 20090210

Atto Camera Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00364 presentata da ANIELLO FORMISANO martedi' 10 febbraio 2009, seduta n.129 ANIELLO FORMISANO, DONADI, BORGHESI e EVANGELISTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che: durante gli ultimi anni del secolo scorso l'organizzazione tradizionale del mercato del lavoro e' stata messa profondamente in discussione; alle due grandi categorie contrattuali, quella del lavoro autonomo e quella del lavoro subordinato, si sono affiancati tanti «nuovi lavori» e una molteplicita' di nuove forme contrattuali; gia' nel 1993 veniva pubblicato il libro bianco di Jacques Delors, un primo evidente e consapevole segnale dei cambiamenti in atto; nello stesso anno, in Italia, il 23 luglio viene firmato un importante accordo tra Governo e sindacati: il protocollo sulla politica dei redditi e dell'occupazione sugli assetti contrattuali, sulle politiche del lavoro e sul sostegno al sistema produttivo. Come e' stato ricordato recentemente da fonte autorevolissima, a questo accordo si arrivo' con una premessa fondamentale, per la quale non si sarebbe comunque proceduto senza un'intesa complessiva di tutti i partecipanti. Secondo l'ex Presidente della Repubblica Ciampi (intervistato dal quotidiano la Repubblica del 25 gennaio 2009), «un accordo sui contratti deve essere totale. È tale solo se lo firmano tutti.»; quattro anni piu' tardi il 18 giugno 1997, viene approvato il cosiddetto «pacchetto Treu», una serie di norme finalizzate alla promozione dell'occupazione e alla disciplina del «lavoro temporaneo». Si introduce in questo modo un elemento di evidente diversificazione nel mercato del lavoro italiano: e' la prima importante affermazione di flessibilita'; tale percorso e' proseguito negli anni successivi: altra tappa fondamentale e' rappresentata dall'approvazione della legge n. 30, il 14 febbraio 2003, e successivamente dei suoi decreti delegati; la flessibilita' e' stata invocata, congegnata ed inserita per ovviare alla rigidita' del nostro mercato del lavoro, non per abbassare il costo del lavoro, ne' tanto meno per camuffare il lavoro dipendente con altre forme contrattuali; l'utilizzo distorto della flessibilita' contrattuale e', tra le altre cose, oltre che un indice di impoverimento dei lavoratori, anche la principale fonte di insicurezza sociale ed economica; produce, inoltre, l'abbassamento del livello medio dei consumi e diventa, dunque, abbassando il costo del lavoro, una delle principali fonti di recessione nel nostro Paese; l'utilizzo della flessibilita' senza gli adeguati accorgimenti produce esclusivamente precarieta', disagio sociale, la diminuzione dei consumi e recessione e non solo: molto spesso si traduce in disoccupazione, in particolare in periodi di crisi come quello attuale; il passaggio da flessibili a precari e da precari a disoccupati appare uno dei percorsi piu' probabili a cui sono destinati nei prossimi mesi molti giovani lavoratori italiani; la flex-security, di cui si e' iniziato a parlare, di fatto non esiste: gli ammortizzatori sociali a cui faceva riferimento Marco Biagi restano completamente dimenticati; nel 2009 le liste di disoccupazione rischiano di essere ingrossate soprattutto da precari, per i quali non si puo' neanche parlare di licenziamento perche' semplicemente non si vedranno confermato il contratto. Si tratta di lavoratori completamente sprovvisti di qualsiasi forma di ammortizzatore sociale, anche perche' al momento non risulta ancora nessun dispositivo attuativo di quegli ammortizzatori in deroga previsti per il 2009: le risorse che dovevano servire a questo scopo previste nella legge n. 2 del 2009 sono ancora del tutto bloccate; una delle ragioni per l'affermazione della flessibilita' fu anche quella di facilitare l'ingresso nel mondo del lavoro. Al momento pare stia servendo solo ad aumentare il numero delle «soste temporanee» nel mercato del lavoro prima della fuoriuscita, che ogni volta diventa piu' rischiosa, perche' con il passare degli anni il reinserimento e' sempre piu' complesso: la soglia di rischio aumenta sensibilmente gia' dopo i 30 anni. Al momento quello che risulta particolarmente piu' agevole e' l'interruzione del rapporto di lavoro; il potere contrattuale di un lavoratore precario e' particolarmente limitato e, oltre ad essere sprovvisti di ammortizzatori sociali, questi lavoratori rischiano anche di non poter contare sulla pensione: se infatti il loro fondo pensionistico e' attualmente uno dei migliori presso l'Inps, quei soldi servono per sostenere le pensioni di chi pensionato lo e' gia' o sta per andarci; la flessibilita' senza protezione e' precarieta', abbassa il costo del lavoro, frena i consumi, impoverisce il Paese; la crisi che abbiamo di fronte si abbattera', in particolare, sui lavoratori precari: saranno loro i primi a pagarne il prezzo, secondo quanto riportato dalla stampa. In alcune regioni il trend e' gia' evidente: in Piemonte le assunzioni nel mese di dicembre del 2007 sono crollate del 20 per cento; tra ottobre e novembre del 2008 nel torinese, secondo i dati dei centri dell'impiego, si sono persi quasi 21 mila posti di lavoro; nel Lazio i contratti che rischiano di non essere rinnovati sono piu' di 184 mila, in Toscana piu' di 56 mila, in Lombardia 188 mila, in Campania quasi 45 mila, in tutto il Paese sono quasi 850 mila; a dicembre del 2007 sono gia' scaduti 300 mila contratti a termine: soltanto un terzo di questi lavoratori ha potuto contare su un sostegno al reddito; negli Stati Uniti il nuovo Presidente, tra le prime decisioni assunte, ha disposto l'innalzamento del costo del lavoro e sta lavorando per unire il fronte dei sindacati; la flessibilita' richiesta ai lavoratori italiani e' aggravata dalla circostanza per cui ad essere flessibili e' soltanto una parte di loro, quella dei piu' giovani; non e' raro che nello stesso posto di lavoro si trovino fianco a fianco lavoratori con le stesse mansioni, ma con redditi e contratti differenti; molte aziende pagano la concorrenza sleale di altre che utilizzano lavoratori dipendenti con contratti atipici; in questo contesto la precarieta' produce anche concorrenza sleale e finisce per livellare il sistema verso il basso; la flessibilita' deve essere utilizzata per rendere meno rigido il rapporto di lavoro ed il mercato nel suo insieme e per facilitare l'ingresso definitivo nel medesimo dei giovani lavoratori; non puo' essere uno strumento per abbassare fittiziamente il costo del lavoro, facilitare i licenziamenti, finendo per produrre, tra le altre cose, anche concorrenza sleale tra le imprese; per un lavoratore con contratto di contratto di collaborazione a progetto attualmente il periodo di disoccupazione media previsto tra un incarico ed un altro e' di piu' di 19 mesi, per un apprendista di piu' di 12, per un lavoratore a tempo determinato 12,7 -: se e quali interventi concreti, a fronte della gravita' della situazione, il Governo abbia intenzione di adottare per produrre nel nostro Paese la crescita di occupazione stabile e redditi sicuri, nonche' una rete di protezione adeguata per i lavoratori flessibili, il tutto a vantaggio delle nuove generazioni e di quella ripresa dei consumi, piu' volte invocata dal Presidente del Consiglio dei ministri. (3-00364)





 
Cronologia
lunedì 9 febbraio
  • Parlamento e istituzioni

    Il Senato avvia l'esame del disegno di legge recante disposizioni in materia di alimentazione e idratazione (S. 1369), la morte, sopraggiunta nella serata di Eluana Englaro, interrompe l'iter parlamentare del provvedimento.



mercoledì 11 febbraio
  • Parlamento e istituzioni
    Il Senato approva, con 162 voti favorevoli e 126 contrari, l'emendamento 1.1000 del Governo, interamente sostitutivo dell'articolo unico del d.d.l. di conversione del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni finanziarie urgenti (S. 1305), sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.