Documenti ed Atti
XVI Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05595 presentata da BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100104
Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-05595 presentata da RITA BERNARDINI lunedi' 4 gennaio 2010, seduta n.262 BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: la mattina del 23 dicembre 2009, Ciro Giovanni Spirito, detenuto di 38 anni, e' stato trovato impiccato nella sua cella della casa di reclusione di Rebibbia; Spirito aveva fatto parte del clan Mazzarella e da qualche anno collaborava con la giustizia. Nel 2007 suo nipote Giosue' era stato ucciso, forse per una «vendetta trasversale»; il detenuto era recluso all'interno di una cella singola, non condivisa con altri carcerati, in un settore del carcere che ospita i collaboratori di giustizia; e' il settantunesimo detenuto che si toglie la vita dall'inizio del 2009. Si tratta del numero piu' alto di suicidi in carcere mai registrato in Italia. Ciro Giovanni Spirito e' il settimo detenuto che muore suicida nel carcere di Rebibbia nel corso degli ultimi 24 mesi; negli ultimi 10 anni nelle carceri italiane sono morte 1.562 persone, di queste 560 si sono suicidate. Per la maggior parte si trattava di persone giovani, molte di loro con problemi di salute fisica e psichica, spesso tossicodipendenti; il fenomeno dei suicidi nelle carceri e' dunque in notevole crescita, complice il grado di disperazione e di annientamento della persona umana, al quale neanche i numerosi sforzi compiuti ogni giorno dagli operatori carcerari riescono a porre un freno; i morti di carcere sarebbero molti meno se negli istituti di pena non fossero rinchiuse decine di migliaia di persone che, ben lontane dall'essere «criminali professionali», provengono piuttosto da realta' di emarginazione sociale, da storie decennali di tossicodipendenza, spesso affette da malattie mentali e fisiche gravi, spesso poverissime; negli anni '60 i suicidi in carcere erano 3 volte meno frequenti di oggi, i tentativi di suicidio addirittura 15 volte meno frequenti; ad oggi il 30 per cento dei detenuti reclusi negli istituti di pena e' tossicodipendente, il 10 per cento ha una malattia mentale, il 5 per cento e' sieropositivo, il 60 per cento ha una qualche forma di epatite; le misure alternative alla detenzione vengono concesse con il contagocce: prima dell'indulto del 2006 c'erano 60.000 detenuti e 50.000 condannati in misura alternativa; oggi ci sono 66.000 detenuti e soltanto 12.000 persone in misura alternativa; piu' della meta' dei detenuti sono in attesa di giudizio, mentre 30.500 stanno scontando una condanna: di questi quasi 10.000 hanno un residuo pena inferiore a 1 anno e altri 10.000 compreso tra 1 e 3 anni -: se intenda avviare una indagine amministrativa interna al fine di appurare se nei confronti del detenuto morto suicida nel carcere romano di Rebibbia siano state messe in atto tutte le misure di sorveglianza previste e necessarie e quindi se non vi siano responsabilita' di omessa vigilanza e cura da parte dell'Amministrazione dell'istituto; se non si intendano adottare o implementare le opportune misure di supporto psicologico ai detenuti al fine di ridurre sensibilmente gli episodi di suicidio; se il Ministro interrogato intenda assumere iniziative volte a destinare maggiori fondi e risorse al potenziamento delle misure alternative al carcere, anche attraverso la creazione di percorsi protetti di reinserimento sociale e lavori socialmente utili per tutti i condannati a pene inferiori ai tre anni di reclusione. (4-05595)